detersivo capsule monodose

Detersivi monodose, è allarme per gli incidenti

I dati sulla pericolosità delle capsule di detersivo monodose sono preoccupanti. Troppo simili a caramelle, i bambini le ingeriscono. Ecco perché sono particolarmente pericolose 

Colorate. Morbide. Simili a grosse caramelle. Le capsule di detersivo monodose sono un’esca e un’insidia per i bambini più piccoli. Gli incidenti dovuti alle bolle ripiene di sostanze chimiche stanno diminuendo, grazie a direttive precise emanate dall’Unione europea, che obbligano le aziende a rendere meno attraenti per i bambini le confezioni: quindi molti contenitori esterni sono diventati opachi e il sistema di chiusura è stato rafforzato rafforzato. I dati però restano preoccupanti. Solo gli specialisti del Centro Antiveleni dell’ospedale NIguarda di Milano, raccontano i dati divulgati dal Corriere della Sera, dal 2010 al 2016 hanno raccolto 2.203 richieste d’aiuto e segnalazioni, il 90 delle quali relative a bimbi sotto i 5 anni.

I rischi se si ingerisce il detersivo delle capsule

«I detersivi contenuti nelel capsule sono prodotti molto concentrati, che a contatto con mucose richiamano tutta l’acqua dei tessuti lasciandoli disidratati, con un effetto simil-ustione» spiegano al Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda. «Fortunatamente il danno è reversibile: i tessuti tornano allo stato normale in 24-48 ore. Se però il contatto riguarda gli occhi, i tempi di ripresa si allungano. Non abbiamo avuto segnalazioni di lesioni permanenti nei bambini, anche grazie al tempestivo intervento dei genitori, mentre ce ne sono state negli adulti, che hanno sottovalutato l’accaduto e non lavato immediatamente la parte esposta».

Nella maggior parte degli incidenti che riguardavano i bambini, si trattava di ingestioni (82,7 per cento), seguite da lesioni oculari (4,6) e cutanee (0,8). Ma ci sono stati anche stati contatti multipli con il liquido delle capsule (11,9 per cento): ingestione e insieme contatto oculare (5,1), ingestione, reazione oculare e cutanea (1,6), ingestione e reazione cutanea (1,7), reazione cutanea e oculare (3,3). “Se il prodotto viene ingerito – ricorda il Corsera, a corredo delle statistiche – il rischio è che, essendo schiumogeno, diventa irritante per le mucose e induce il vomito; se il rigurgito finisce nelle vie aeree, inoltre, può insorgere una polmonite. La gravità del danno dipende dalla quantità di liquido a contatto con l’organismo, per questo alcuni produttori hanno deciso di dividere la capsula in diverse sezioni, rendendo molto difficile la rottura di tutte contemporaneamente”. Molte persone, infatti, tagliavano la capsula per utilizzare metà del contenuto (se la lavatrice non era a carico pieno), non pensando che in questo modo il liquido sarebbe schizzato ovunque.

Molti prodotti non sono a prova di bambino

Non sono mancati, in contemporanea, eventi critici dovuti a detersivi in confezioni di tipo tradizionale. I prodotti in commercio non sono in genere a prova di bambino. Alcuni, disgorganti in primis, presentano un maggiore livello di rischio per la salute. Altri possono avere effetti più blandi.

I comportamenti da tenere in casa

Occhio alle etichette

Per tutte le sostanze utilizzate per pulizie e lavaggi, nocive e meno nocive, andrebbero prese le stesse cautele minime: mettere flaconi e capsule in posti non raggiungibili dai più piccoli, utilizzare i prodotti con attenzione e precauzione e seguire sempre istruzioni e informazioni riportate su etichette e contenitori. Si tratta di simboli e diciture standard che indicano la possibile pericolosità di un prodotto (ad esempio la croce di sant’Andrea nera in campo arancione sulle candeggine e sui disincrostanti), gli effetti che un liquido o una polvere possono avere (irritanti per gli occhi, la pelle, il sistema respiratorio) e le contromisure raccomandate nel caso di contatto diretto (sciacquare abbondantemente con acqua).

Non rimuovere le etichette e non travasare i detersivi

Per questo, pericoloso o no che sia il contenuto, le etichette non vanno mai rimosse. A maggior ragione i prodotti non vanno mai travasati in bottiglie utilizzate per bevande e alimenti (acqua, latte, bibite, succhi) né in flaconi contraddistinti da altri marchi (contenitori in cui prima c’era un altro prodotto detergente). Mai miscelare tra loro detersivi diversi, meno che meno in ambienti piccoli e chiusi, perché potrebbero innescarsi reazioni chimiche micidiali, non senza conseguenze per chi ci si espone.

Altri consigli di comportamento, semplici quanto efficaci, arrivano dal vademecum elaborato dagli esperti dell’Osservatorio epidemiologico nazionale sulla salute e sulla sicurezza a casa:

Non manomettere le chiusure di sicurezza e non farsi vedere dai bimbi mentre si utilizzano

Non lasciare mai aperte e incustodite le confezioni

Insegnare a figli e nipoti il significato dei simboli di pericolo e spiegare perché i detersivi possono essere “cattivi”

Non tenere nel sottolavello i detersivi

In particolare i prodotti acidi o alcalini (cioè detersivi per lavastoviglie liquidi, pulitori per metalli, detergenti per superfici dure, disincrostanti, pulitori per forni).

Per dosare i detergenti non utilizzare bicchieri o tazze da cui abitualmente si beve

Non usare contenitori di prodotti per la pulizia per far giocare i bambini

Non abituare un bambino a bere direttamente dalla bottiglia, ma fargli usare sempre il bicchiere

Evitare il contatto con occhi e, se avviene, lavare abbondantemente con acqua corrente

Non tagliare in due le capsule monodose

Capita che se ne usi metà per volta quando la lavatrice non è piena: non bisogna farlo perché il liquido potrebbe schizzare ovunque e finire negli occhi o in bocca.

Come rimediare in caso di incidenti

Quanto si verifica un’esposizione accidentale a prodotti che potrebbero essere pericolosi, per grandi e piccoli, oltre che per gli animali domestici, non bisogna ricorrere a rimedi casalinghi. Ecco come comportarsi:

-non perdere la calma;

-chiamare subito il Centro antiveleni (del quale è bene avere il numero di telefono a portata di mano) o il 118 e seguire le indicazioni dare dagli operatori;

non provocare il vomito, se vi é bruciore in bocca, dolore alla deglutizione o presenza di schiuma. “Provocare il vomito della persona che ha assorbito il detersivo – spiegano gli esperti dell’Osservatorio epidemiologico – è quasi sempre controindicato, in quanto i detersivi contengono sostanze schiumogene: la schiuma può essere inalata e determinare asfissia o polmonite. Il divieto è assoluto nei casi di ingestione di un prodotto corrosivo (ad esempi detersivi per lavastoviglie): l’effetto caustico della sostanza danneggia il primo tratto del tubo digerente (bocca, faringe, esofago) quando entra nell’organismo e fa lo stesso risalendo dallo stomaco. La manovra è sconsigliata anche per chi è incosciente e per chi ha crisi convulsive, perché può aggravarle o scatenarle”.

non somministrare latte o altro per bocca, ad eccezione di acqua, per non mascherare le lesioni e non compromettere una diagnosi rapida e corretta;

-individuare il detersivo che ha provocato i problemi;

-controllare il volume del liquido mancante dal contenitore “incriminato”;

conservare flaconi e capsule da cui si è originata l’intossicazione, vuoti o con residuo di detergente;

Come capire se c’è stato un avvelenamento

“È necessario fare attenzione ai sintomi, se si manifestano all’improvviso e senza cause apparenti. Sono segnali d’allarme: nausea e vomito, dolori addominali, diarrea, pallore e difficoltà respiratorie, brividi di freddo, mal di testa, difficoltà visive, perdita di conoscenza. I prodotti caustici e corrosivi provocano anche vesciche e segni di ustione alla bocca e al viso o violento bruciore agli occhi. Un detergente inalato può portare a lesioni dirette sull’apparato respiratorio oppure al coinvolgimento di altri organi od apparati (rene o fegato), che però non si manifesta immediatamente ed quindi non si percepisce subito”.

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