“Pull a Pig”: quando i maschi adulti fanno i bulli con le donne

Si chiamano "Pull a Pig" o "Fat Rodeo Girls" e sono due comportamenti aggressivi e classificati come bullismo tra adulti. Le vittime sono spesso le donne

Cos’è il bullismo tra adulti

Con il termine bullismo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il Ministero della Salute e la Direzione Generale per lo studente del Ministero dell’Istruzione intendono “un episodio ripetuto nell’arco di sei mesi da parte di un gruppo di giovani, che creano una vittimizzazione del soggetto”. Una definizione che comprende comportamenti aggressivi, sia fisici che psicologici, nei confronti di una persona in modo intenzionale e ripetuto.

Quando questi comportamenti sono messi in atto non da bambini o adolescenti, ma da adulti che prendono di mira la propria vittima e la vessano con insulti o deridendola, arrivando in alcuni casi anche a violenze, si parla di bullismo tra adulti.

Tra le nuove forme di bullismo che non riguardano gli adolescenti ci sono quelle alimentate da mode amplificate dal web.

Cos’è il “Pull a Pig”

Tra i casi più clamorosi di bullismo in rete c’è quello di una ragazza inglese, caduta nella trappola del cosiddetto Pull a Pig (letteralmente “inganna un maiale”): un comportamento sadico nei confronti delle donne, denigrate per il loro aspetto fisico e la loro fragilità emotiva.

La storia virale di Sophie Stevenson

La vittima, Sophie Stevenson, 24 anni, aveva incontrato un giovane olandese, Jesse Mateman, in vacanza a Barcellona e se ne era innamorata, pensando di essere ricambiata. Il ragazzo le aveva poi chiesto di raggiungerlo ad Amsterdam, dove però la ragazza, arrivata dopo un lungo e costoso viaggio, non ha trovato ad attenderla il suo “principe azzurro” né un ragazzo innamorato, bensì uno scarno messaggio sullo smartphone con scritto: “You’ve been pigged”. Sophie, dunque, era semplicemente stata presa in giro. Sconvolta, la ragazza è tornata a casa in lacrime.

Non si tratta dell’unica vittima di una pratica crudele, nella quale un gruppo di ragazzi prende di mira una giovane, scegliendo in particolare quella ritenuta meno attraente. Dopo un falso corteggiamento, però, le spezza il cuore, svelando che si è trattato di un semplice “scherzo” tra amici.

Esiste anche la versione chiamata Rodeo Fat Girls, dove la vittima viene scelta tra le ragazze più sovrappeso.

Cos’è il “Rodeo Fat Girls”

Un caso di Rodeo Fat Girls è quello di Shauna Arocho, una donna di Chicago (Illinois), vittima di pesanti insulti sul web a causa del suo peso. La donna, di fronte a tanta violenza verbale nei suoi confronti, scatenato da una foto nella quale mangiava un gelato con il marito, ha deciso di rispondere attraverso lo stesso mezzo, postando un video su Facebook, diventato virale.

Nel filmato, che ha superato i 10 milioni di visualizzazioni, Shauna si rivolge ai suoi aggressori e a coloro che sono vittime di bullismo, spiegando: «So di essere grassa e non ho bisogno che gli altri me lo dicano. Con questo messaggio non sto cercando di far pena alla gente, ma sto tentando di far sì che queste persone capiscano fino a che punto può essere dannosa l’intimidazione».

Gli effetti sulle vittime

L’effetto di questi comportamenti sulle vittime è devastante, perché l’autostima, distrutta in pochi secondi, fatica poi ad essere recuperata. Nel caso di Sophie, la giovane si è ripresa grazie al sostegno dei genitori e alla voglia di rivlasa, che l’ha spinta a rendere noto online il nome del ragazzo che l’aveva ridicolizzata.

Come difendersi

Ma come si può evitare di cadere in queste trappole? «Il primo modo è quello di prestare attenzione ai “predittivi”: sono i segnali che possono farci capire con chi si ha a che fare. È bene poi ricordare che, quando si ha a che fare con la rete, si entra in un mondo che non è diretto e reale: il mondo dei social è virtuale, quindi se si iniziano storie virtuali con qualcuno conosciuto sul web, è bene passare il più rapidamente possibile a un rapporto reale, per capire se si tratta di sentimenti veri o di semplici prese in giro» spiega Giorgio Nardone, psicologo e psicoterapeuta fondatore del Centro di terapia strategica di Arezzo.

Come reagire

Ma come si deve reagire di fronte a questo tipo di aggressioni e violenze psicologiche? «La miglior reazione possibile è quella di ringraziare il bullo. Come ha fatto di recente proprio una ragazza, vittima di bullismo, occorre dire: Grazie per quello che fai, grazie perché mi aiuta a crescere e mi rende più forte. Questo atteggiamento disarma completamente il bullo: se continua nel suo comportamento, infatti, realizza ciò che la vittima gli sta chiedendo; se non lo fa, cede comunque alle sue richieste, dunque in entrambi i casi ha perso» spiega lo psicologo.

Chi è il bullo adulto

Il web ha amplificato la risonanza e gli effetti di queste pratiche di bullismo. Nel caso di Pull a Pig, ad esempio, esiste un apposito hashtag #pullapig, grazie al quale il fenomeno viene replicato online, dove vengono reclutate le potenziali vittime. Se nel caso del bullismo tradizionale, quello messo in atto a scuola o in altre piccole o medie comunità, i dati sono indicativi di un fenomeno preoccupante, più difficile è tracciare un quadro sul bullismo tra adulti e in rete.

Ma chi sono i bulli? «Io sgombrerei il campo dal cercare nel passato, magari traumatico, le radici del comportamento di un bullo» spiega Nardone. «Chi mette in atto questi comportamenti è semplicemente chi non riesce ad affermarsi se non con la prepotenza: è sostanzialmente un fragile, il più debole. Per questo i bulli vanno smontati, disarmandoli».

Quanto al fatto che prendano di mira spesso le donne, «vanno considerati due aspetti: sicuramente il fenomeno sembra più ampio di quanto non lo sia, per il semplice motivo che le donne denunciano di più questi comportamenti, mentre gli uomini, quando sono vittime, si vergognano» dice Nardone.

Le forme di prepotenza fino a qualche tempo fa erano prevalentemente tra uomini, oggi c’è più attenzione per quelle degli uomini a danno delle donne. E bisogna rilevare che crescono anche i casi di bullismo tra donne.

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