Il tradimento oggi non fa più sentire in colpa

Aumentano i casi di infedeltà anche tra le donne, ma soprattutto concedersi una scappatella è ormai accettato a livello sociale. E l'Italia ha il record europeo in fatto di tradimenti

Aumentano i casi di tradimento, ma soprattutto concedersi una scappatella è ormai accettato a livello sociale, complici Facebook, WhatApp e Tinder. Attenzione, però, alle conseguenze

Italiani popolo di traditori, almeno stando ai dati di una serie di ricerche, secondo le quali i casi di infedeltà non solo sono in aumento, ma vengono sempre più considerati “fisiologici” e dunque accettati socialmente. A concedersi qualche scappatella non sono più solo gli uomini, ai quali in passato veniva tacitamente concessa una maggiore libertà dai vincoli matrimoniali, ma anche le donne. “Negli ultimi 16 anni è sicuramente cambiato il significato del concetto di infedeltà: oggi si tradisce non solo col corpo, ma anche con la mente, o tramite i social scambiandosi immagini, messaggi, chattando e soprattutto sentendosi sempre meno in colpa per questo nei confronti del proprio partner. Insomma, è venuto meno quello che fino a qualche anno fa rappresentava il maggior deterrente, ovvero proprio il senso di colpa” spiega a Donna Moderna la dottoressa Rita D’amico, psicoterapeuta e ricercatrice presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR.

Record di tradimenti in Italia

Lo scorso anno l’Italia è stato il paese con la maggiore crescita nel numero di tradimenti (+18%), secondo un sondaggio di Incontri Extraconiugali, portale che offre la possibilità di incontri al di fuori della coppia. La crescita dei casi di infedeltà è confermata anche dalle ricerche condotte dalla Dottoressa D’Amico e diventate un libro, Amori e infedeltà (Franco Angeli): “Analizzando i rapporti di coppia, è emerso che oggi c’è una maggiore tendenza a soddisfare i propri bisogni, senza tener conto delle possibili conseguenze negative che questo comporta per il partner – spiega la ricercatrice – Ci si sente più liberi, meno vincolati dal rapporto di coppia, sia che si tratti di matrimonio, sia che si tratti di una convivenza o un’altra forma di unione”.

Fedeltà addio, anche tra conviventi

“E’ curioso osservare come la formula che viene recitata nel rito di matrimonio, che sia religioso o civile, contiene un forte riferimento al concetto di fedeltà. Nella realtà dei fatti quelle parole oggi hanno perso il loro significato, svuotandosi” spiega D’Amico. La ricercatrice, che in passato aveva già dedicato un libro al tema dei sensi di colpa nelle relazioni di coppia, è convinta che a venir meno sia ora il senso di empatia: “Qualcuno è arrivato a mettere in discussione il valore di questo sentimento, che fino a qualche tempo fa rappresentava il maggior deterrente al tradimento“. “La scappatella non solo non è più un reato da molto tempo, ma non crea più alcun senso di colpa in chi se la concede” prosegue l’esperta, che spiega come il fenomeno non riguardi solo l’Italia. Negli Stati Uniti, tra il 1994 e il 2008, la percentuale di uomini adulteri è salita dal 21 al 24%, ma anche le donne che hanno ammesso di essersi concesse una scappatella sono passate dall’11% al 15%.

Aumenta l’infedeltà al femminile

In Europa i tradimenti femminili sono invece arrivati al 24% mentre quelli maschili hanno raggiunto il 38%. In Italia, dove le ultime ricerche sono state condotte nel 2010 su un campione di 7.000 persone, è emerso che gli uomini che tradiscono sono 7 su 10, mentre metà delle donne ammette di avere (o avere avuto) una relazione al di fuori della coppia. La tendenza sembra essere quella di un aumento proprio dei casi di infedeltà femminile: “Sembra che le donne italiane abbiano sempre meno remore ad avere una relazione extraconiugale. Un dato che trova conferma anche nel fatto che solo l’8% delle donne che tradiscono dichiara di sentirsi poi in colpa” commenta Alex Fantini, ideatore di Incontri-ExtraConiugali.com.

Dall’infedeltà alla separazione nel 40 per cento dei casi

Dall’adulterio alla separazione o al divorzio a volte il passo può essere molto breve. Lo dimostrano i dati dell’Associazione Matrimonialisti Italiani, secondo cui le infedeltà sono proprio tra le cause principali della crisi di coppia, pari al 40% dei casi. Statisticamente i tradimenti avvengono sopratutto sui luoghi di lavoro (60%) e Milano è la città nella quale ne avviene il maggior numero, seguita da Roma, Bologna, Torino. Se ci si sposta al sud, poi, è a Napoli che si registra il più alto numero di infedeltà coniugali. L’Italia si trova al primo posto tra i paesi europei per numero di relazioni amorose proprio in ufficio, seguita al secondo posto dalla Germania, al terzo dalla Francia e al quarto dall’Inghilterra. Avere una relazione extraconiugale in ambito lavorativo, però, può comportare notevoli danni, non solo in termini di rendimento. In Svizzera, ad esempio, sono diverse le aziende che hanno messo a punto contratti di lavoro che prevedono il divieto di intrecciare relazioni amorose con colleghi, pena il rischio di sanzioni e persino licenziamenti.

Uomini e donne: chi tradisce di più?

I cambiamenti sociali e le conquiste “rosa” hanno portato a ridurre le differenze di genere anche in fatto di infedeltà. “Statisticamente a tradire di più restano gli uomini, ma le donne hanno sensibilmente ridotto il gap, per un semplice motivo: in passato subivano un rapporto di potere, in cui al marito veniva tacitamente consentito di avere relazioni anche al di fuori della coppia, mentre alla donna ciò non era consentito, pena la perdita dei benefici economici che il matrimonio comportava” spiega D’Amico. “Oggi cla maggiore autonomia e indipendenza femminile ha portato all’aumento dei tradimenti da parte di moglie e compagne” spiega la Dottoressa D’Amico, che però aggiunge: “Io non la ritengo una conquista: la rivoluzione sessuale non prevedeva solo questo tipo di comportamento, ma un’emancipazione ben più ampia”.

Chi prende l’iniziativa?

Un altro mito da sfatare riguarda il fatto che siano proprio le donne a insidiare maggiormente gli uomini impegnati: “I dati dimostrano il contrario: a prendere l’iniziativa è sempre di più lui rispetto a lei, anche se poi naturalmente occorre che anche dalla parte femminile ci sia un consenso” aggiunge la ricercatrice e scrittrice.

Come si tradisce: l’infedeltà emotiva e virtuale

Non esiste solo il tradimento fisico, basato su un rapporto sessuale al di fuori della coppia. Con l’avvento di tablet e smartphone l’adulterio può assumere i contorni di infedeltà virtuale; le relazioni extramatrimoniali si possono basare anche sul cybersex o sullo scambio di fotografie e messaggi hot su WhatsApp o ancora sull’infedeltà emotiva. “Si tratta di un sentimento che può avere sfumature differenti: va da un coinvolgimento sentimentale con l’amante, dunque un rapporto cha alla componente fisica aggiunge un attaccamento profondo al di fuori della coppia, fino al fatto di incontrarsi con un amico al bar, instaurando un rapporto di amicizia molto più appassionata. In generale, si è in presenza di relazioni che escludono il proprio partner e sono vissute in segreto: grazie alla tecnologia e a internet è possibile sfuggire al controllo dell’altro” spiega la psicoterapeuta.

Perché si tradisce?

“E’ una domanda che ci si pone da secoli e le risposte sono molte. Sicuramente un tratto distintivo di questa società contemporanea è la costante ricerca del piacere: si vive una vita frenetica, senza fermarsi mai troppo sulle cose e forse neppure sulle persone. Come diceva Zygmunt Bauman (sociologo, teorico della “società liquida”, scomparso a gennaio del 2017, NdR) questa è l’epoca delle amicizie erotiche: in pratica nessuno si vuole impegnare troppo, neppure nei rapporti amorosi e di coppia” spiega la psicoterapeuta.

Italia, record di tradimenti

In italia si tradisce di più. Sempre secondo la ricerca di Incontri Extraconiugali, il 58% degli italiani si concede una scappatella, mentre in Spagna la percentuale scende al 53% e in Francia al 49%. I più fedeli sembrano essere invece i norvegesi con solo il 36% di persone che ammette di essersi lasciato andare all’adulterio. Nella Top Ten dei “traditori” più o meno seriali figurano anche tedeschi (48%), belgi (46%), inglesi (45%), austriaci (42%), danesi (39%) e finlandesi (37%).

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