I Feel Good del 15 ottobre 2023 disagio psicologico
L'attore Federico Cesari e lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini al talk sul disagio dei giovani nell'ambito della manifestazione I Feel Good del 15 ottobre 2023

I ragazzi stanno bene? Ne abbiamo parlato al nostro evento I feel good

Il disagio psicologico è aumentato in tutta Europa, soprattutto tra i ragazzi. Come fare a cogliere i segnali? Cosa fare? Ne abbiamo parlato all'evento I feel good insieme allo psicologo Matteo Lancini e al giovane attore Federico Cesari

Secondo l’ultimo rapporto del Mental Health Index 2023, negli ultimi tre anni il clima di instabilità e incertezza ha fatto innalzare il disagio psicologico in tutta l’area della UE, e l’Italia risulta tra i Paesi più esposti. I più colpiti sono i ragazzi. Spesso soffrono di disturbi di ansia, depressione, ritiro sociale, autolesionismo, disturbi alimentari. Che col Covid poi hanno subito un’accelerata, o quantomeno sono emersi in maniera più esplicita. Quanto influiscono la mancanza di certezze, un futuro che non si riesce a delineare, i rapporti con i genitori e i coetanei, la scuola, le aspettative sociali? Le domande che ci facciamo quando si tratta dei nostri figli e il loro benessere, non solo fisico ma anche mentale, sono tantissime. Spesso non abbiamo risposte ma solo tanti dubbi, non sappiamo come comportarci, come relazionarci. Per questo abbiamo cercato di dare alcune risposte nel nostro talk Mamma, ho bisogno di aiuto. Il disagio dei ragazzi con Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta e presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano nonché docente presso il dipartimento di Psicologia dell’università
Milano-Bicocca e presso la facoltà di Scienze della formazione dell’università Cattolica di Milano, e Federico Cesari, 26 anni, attore protagonista della serie Netflix tratta dal romanzo di Daniele Mencarelli Tutto chiede salvezza, la giornalista Isabella Fava e la nostra direttrice Maria Elena Viola.

I feel Good 15 ottobre disagio psicologico

I ragazzi non stanno bene

Negli ultimi anni, dicono i dati, sono sempre più i tentativi di suicidio, fenomeni come il self cutting e il ritiro sociale. «Sono gli effetti di un’ansia generalizzata che spesso si trasforma in angoscia» spiega Matteo Lancini. «È un malessere proprio di chi non si sente accolto, capito, e di chi non ha avuto modo di costruire la propria identità, perché impegnato a essere se stesso nei modi che gli imponevano la mamma, il papà, l’insegnante e la società. Un carico paradossale, questo, di cui i bambini e gli adolescenti sono stati investiti e che ha segnato il passaggio dalla famiglia narcisistica a quella che definisco postnarcisistica». Su questo il professor Lancini ha appena pubblicato Sii te stesso a modo mio (Raffaello Cortina editore) in cui mette a fuoco i problemi per quanto riguarda i genitori. Federico Cesari, ora al cinema con L’ultima volta che siamo stati bambini, conferma: «Siamo in una società che ha perso il senso della socialità. Siamo forse la prima generazione esposta a un maggior numero di crisi e che ha difficoltà a immaginare un futuro. C’è un grande affaticamento, una grande ricerca per trovare e dare un senso alle cose, per uscire dal grande calderone dell’uniformità».

Disagio psicologico: il pericolo non sono i social network

«I social network sembrano un grande pericolo mentre in realtà rendono tutto più individuale. È come se fossimo soli in un grande mondo. C’è tanta solitudine» spiega Federico Cesari. I social infatti mostrano immagini di persone perfette che fanno una vita perfetta. Con cui è difficile confrontarsi: ci sentiamo falliti, non adeguati, e questa sensazione è ancora più devastante se avviene sugli adolescenti. «La competizione e l’individualismo si sono esasperati negli ultimi anni» conferma Lancini. «Ma spiegare tutto coi social, dare loro la colpa, non è sufficiente perché dobbiamo ricordarci che la caduta della comunità educante è avvenuta prima». Non basta impedire ai ragazzi di usare i social quando siamo noi i primi a usarli. Lo psicologo ci invita a sedersi a tavola con i nostri figli e a parlare con loro.

I genitori sono fragili

«Ai genitori manca un’alfabetizzazione emotiva che consenta loro di comprendere i comportamenti dei figli adolescenti. Mancano il coraggio e l’autorevolezza necessari per decodificarli. Sono individui fragili che mettono al centro se stessi, fino a far sparire l’altro e a tapparsi le orecchie per allontanare al più presto il dolore dei propri figli» spiega Lancini. È come se non permettessimo all’altro di dirci chi è davvero per non farci sentire inadeguati o falliti come genitori. «Riconosco la fragilità della figura genitoriale» conferma Federico Cesari. «Però comunque riesco a empatizzare perché capisco la complessità dei tempi che stiamo vivendo.

Disagio psicologico: aprirsi alla sofferenza

I genitori dovrebbero imparare a chiedere ai figli come stanno, se vivono male certi episodi e momenti della loro vita, se hanno mai pensato persino al suicidio. La salute mentale e la sofferenza non devono essere dei tabù, non dobbiamo farci spaventare o minimizzare se i nostri figli stanno male ma accogliere la loro sofferenza, ascoltare quello che ci stanno davvero dicendo. «Se non ci diamo una possibilità all’apertura della sofferenza perdiamo anche una parte della nostra umanità» ribadisce Cesari. «L’uomo che riesce, che punta alla performance, all’ottimismo sfrenato penso perda una parte importante delle nostre emozioni. Anche la sofferenza ci identifica».

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