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Eutanasia per i bambini incurabili: cos’è

In Italia è possibile solo il suicidio assistito, ma la decisione dell'Olanda sull'accesso all'eutanasia anche per i bambini pone interrogativi in casi di minori. Cosa dice la legge italiana?

Anche i bambini con meno di 12 anni potranno accedere all’eutanasia, cioè il fine vita, in caso di malattia incurabile. Ancora una volta è l’Olanda ad essere capofila in tema di fine vita, con una decisione che ha riacceso il dibattito su un tema così delicato. Il governo dell’Aja, infatti, ha esteso il protocollo sull’eutanasia ai bambini tra uno e 12 anni per i quali le cure palliative non siano più sufficienti. Come spiegato dal ministero della Salute, si tratta di casi rari, 5-10 casi all’anno, per i quali però si è deciso un intervento in linea con quanto già accade in Belgio.

Cos’è l’eutanasia per i bambini

Con il via libera da parte consiglio dei Ministri olandese sarà possibile accedere all’eutanasia anche per gli under 12 gravemente malati che hanno esaurito le opzioni di cura, come era già possibile fare per i neonati. L’Olanda, infatti, è stata il primo paese a legalizzare nel 2022 l’eutanasia per i più piccoli, con età inferiore a 12 mesi, sulla base di specifici protocolli, mentre da tempo è possibile accedervi per gli adulti. Come spiegato dal ministro della Salute, Ernst Kuipers, la volontà era dunque quella di coprire anche la fascia di età che non era coinvolta.

I requisiti per l’eutanasia ai bambini in Olanda

Lo stesso Ministro ha chiarito che sarà possibile farne richiesta solo per malati terminali le cui sofferenze insopportabili non possono essere alleviate da cure palliative. «Stiamo parlando di bambini così malati per. cui la morte è inevitabile, bambini che si prevede muoiano a breve», ha chiarito Kuipers, sottolineando che l’eutanasia sarà possibile soltanto se si tratta dell’unica opzione per mettere fine alla sofferenza dei minori.

«Il tema è proprio quello della dignità della persona per la quale non siano più efficaci le cure palliative non solo intese come compassionevoli, ma anche antidolorifiche», chiarisce l’avvocato Gianni Baldini, docente di Biodiritto presso l’Università di Firenze e Siena. «L’obiettivo è dare dignità alle persone, anche le più giovani, che hanno una malattia refrattaria a ogni cura e che causi grave sofferenza. Si tratta della terza condizione prevista anche per l’ammissibilità al suicidio assistito in Italia», spiega il legale.

La norma – prosegue l’esperto – prevede espressamente che si possa accedere all’eutanasia quando le cure palliative non siano più sufficienti, dunque ci sia condizione di refrattarietà, e la malattia sia fonte di grave sofferenza. Di fatto si estende il protocollo già previsto per gli adulti e per i neonati».

Cosa dice la legge italiana: eutanasia e suicidio assistito

La legge olandese permetterà a tutti, quindi, l’eutanasia, che in Italia non è legale per nessuna fascia d’età. Lo è, invece, il suicidio assistito, in alcune condizioni. Con la sentenza 242\2019 sul caso Cappato\Antoniani (Dj Fabo), è possibile farne richiesta in caso di patologia irreversibile, grave sofferenza fisica o psicologica, dipendenza da trattamenti di sostegno vitale e capacità di prendere decisioni libere e consapevoli. Come funziona, dunque, nel caso di minori? Possono accedervi?

Come funziona il suicidio assistito per i minori in Italia

«È difficile rispondere, perché il tema è delicato. Non c’è una risposta univoca, ma a mio avviso sì. Il problema parte dal fatto che la legge dice che occorre che il soggetto abbia consapevolezza e ne faccia richiesta. È chiaro che il minore non lo può fare, perché non ha capacità di agire: neppure in Olanda è il bambino di tre anni, per esempio, a chiedere l’eutanasia, ma sono i genitori che possono decidere in accordo con i medici. Verosimilmente in Italia per il suicidio assistito sarà l’esercente la potestà genitoriale del minore a fare domanda, qualora siano verificate le condizioni e il parere positivo da parte del Comitato etico, come previsto dalla norma – spiega Baldini – Non vedo perché, ciò che vale per l’adulto, non possa valere anche per un bambino o un ragazzo, visto che si tratta di provvedimenti a tutela della dignità della persona, che riguardano il fine vita in casi nei quali ci sia una prognosi infausta e a breve termine».

«Di fatto si tratta di evitare gravi sofferenze legate a un accanimento su un lungo periodo, non di decisioni prese per ‘capriccio’, ma – ripeto – qualora non ci siano alternative», aggiunge Baldini.

Come funziona in altri Paesi

Ma come funziona all’estero? Il suicidio assistito e l’eutanasia, con regole diverse, possono essere previsti, ma spesso esiste anche un vincolo di età: in Austria, ad esempio, si può chiedere il fine vita solo se maggiorenni. Anche la Spagna ha legalizzato il diritto al fine vita lo scorso anno, nonostante la forte opposizione dei partiti conservatori e della Chiesa cattolica; è consentito anche in Lussemburgo, nei Paesi Bassi e in Belgio (in questi ultimi due anche per i minorenni) e, fuori Europa, in Canada e in Colombia.

In genere le condizioni variano da Paese a Paese (per esempio tra queste c’è l’incurabilità della malattia o l’esclusione di malattia mentale). Dal 2023, però, il Canada diventa uno dei pochi Stati ad autorizzare il suicidio assistito negli adulti, anche se in presenza di disturbi psichici.

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