ginocchia

Ginocchia al sicuro sulle piste

A fare le spese di incidenti e cadute è quasi sempre questa delicata articolazione. Molto, però, si può fare per evitare i traumi. O per guarirli completamente

Quando si parla di incidenti sugli sci si pensa subito alla frattura della gamba.
Invece quasi sempre a fare le spese di una caduta è il ginocchio.

E a subire un danno sono quattro volte di più le donne, che hanno le ginocchia più piccole e i legamenti crociati, cioè le strutture che danno stabilità all’articolazione, più corti rispetto agli uomini.
Così reggono meno gli sforzi e i cambiamenti bruschi di posizione e cadono più facilmente.

«Il ginocchio dello sciatore è particolarmente a rischio perché è la parte più esposta a piegamenti e slalom» spiega Massimo Berruto, responsabile della struttura di chirurgia articolare del ginocchio, Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano.
«I moderni scarponi poi, più alti e rigidi, bloccano la caviglia e parte del polpaccio. Così, in caso di caduta, è il ginocchio, privo di difese, a sostenere da solo la rotazione della gamba».

Vediamo allora, come prevenire e curare i traumi.
 

Fare esercizio prima dello sci
Prima di ogni discesa, adottare la tecnica dei campioni olimpionici. In piedi, con il peso appoggiato sulla gamba sinistra, irrigidire e rilasciare i muscoli della destra per 20 volte.
Nel frattempo, massaggiare energicamente il ginocchio con movimenti circolari. Rilassare e ripetere con l’altra.

Scegliere con cura gli scarponi
Il rischio di cadute sugli sci aumenta del 30 per cento se il piede si muove. Perché è più facile fare movimenti sbagliati. Quando si comprano gli scarponi, verificare che le dita tocchino in punta e i lati del piede siano aderenti alla calzatura. Se c’è spazio, scegliere un’altra taglia. Piegare leggermente le ginocchia e sollevare il tallone: si alza? Cambiare modello o numero.

Prendere un integratore
I traumi al ginocchio in genere si risolvono da soli. Ma possono triplicare il rischio di artrosi. Sì allora a un integratore a base di glucosamina e condroitina: rinforza le cartilagini. La dose è una bustina al giorno, per cicli di tre mesi.
 
NO

Mettere la ginocchiera
Molti dopo un incidente sulle piste mettono la ginocchiera per tenere fermo il ginocchio. Ma è un errore perché si continua a “pesare” sulla gamba. Seguire invece le regole consigliate dagli specialisti: usare la stampella, riposo con la gamba sollevata, ghiaccio.

Indossare scarpe tecniche
Tolti gli scarponi, molti sciatori indossano per il tempo libero le moderne scarpe da ginnastica, progettate per tenere ferma la caviglia durante lo sport. Se usate sempre aumentano il rischio di infiammazioni a tendini e legamenti. Perché, bloccando la caviglia, è più facile muovere malamente il ginocchio.

Limitarsi a un unico sport
Vietato sciare e basta. I danni al ginocchio sono decisamente minori tra chi varia l’attività fisica. Perché alcuni sport allenano di più i muscoli, altri i tendini e i legamenti. Sì allora a nuoto e sci di fondo, che potenziano particolarmente i muscoli, e alla corsa a passo moderato che agisce positivamente sui tendini.
 
Un brutto capitombolo?

Subito
Applicare della neve sul ginocchio per almeno cinque minuti. Quindi tornare a valle, cercando di appoggiare il peso sulla gamba sana.

Entro 30 minuti
Togliere gli scarponi per far circolare meglio il sangue e applicare per il resto della giornata del ghiaccio, tenendolo 10 minuti, con pause di altri 10. Se c’è una ferita, detergerla con acqua e disinfettarla.

Entro un’ora
Se il dolore è intenso, assumere un antidolorifico: va bene quello che si prende per il mal di testa. Se passato l’effetto riprende più di prima, però, chiamare il medico perché potrebbe esserci una frattura. Sentirlo anche se non c’è dolore, ma il ginocchio si gonfia nonostante il ghiaccio. Potrebbe esserci una lesione a un legamento crociato.

E se è troppo tardi?
Quando la caduta è stata brutta e il ginocchio ha subito un trauma troppo grave, bisogna affidarsi alle mani del chirurgo. Oggi però gli interventi non sono invasivi come una volta. Scopri come si è trasformata la chirurgia ortopedica

Riproduzione riservata