Isabella Ferrari racconta la sua malattia

  • 31 10 2019

Per la prima volta Isabella Ferrari parla della malattia che l'ha colpita e messa a dura prova. E spariglia le carte del movimento delle donne: "È importante quello che è successo grazie al Metoo, ma io rivendico il mio corpo come oggetto del desiderio"

La bella Isabella Ferrari (pseudonimo di Isabella Fogliazza), classe 1964, racconta per la prima volta, la malattia che l’ha costretta a fare i conti con la sua vita qualche tempo fa: “Succede che una mattina mi sveglio e non riesco più a muovere le gambe“, dice la Ferrari dalle pagine del magazine Vanity Fair. “Tutto è precipitato in fretta. Inizia il calvario delle visite e delle diagnosi. E le diagnosi si dimostrano sempre sbagliate, anche quelle fatte da medici e ospedali stranieri. Vado all’estero, mando il mio sangue per esami negli Stati Uniti. Poi arrivano i dolori accecanti, il cortisone. Una notte, era il 2 giugno, mi ricoverano in un ospedale vicino a casa, a Roma. Lì incontro il medico più importante per me. La diagnosi che fa non è per niente buona. Mi perdoni, ma non farò il nome di questa malattia rara perché appena l’hanno fatto a me sono andata su Internet, ho digitato la patologia e mi sono spaventata. Insomma, il medico suggerisce una terapia importante e pericolosa, qualcosa che poteva funzionare solo in una percentuale di casi. Io decido di non farla e parto per Pantelleria“.

Quell’estate, grazie alle forti dosi di cortisone, Isabella Ferrari viaggia a mille ed è carica. Fino a quando la situazione precipita improvvisamente ed è costretta a tornare a Roma per iniziare la terapia. “Ogni mattina, per due anni, sono andata in quell’ospedale“. Ma la voglia di vivere evidentemente era più grande della malattia e piano piano, un passo alla volta, ce l’ha fatta. “Ho avuto tanta paura di vivere quando avevo vent’anni. E mi sono fatta venire pure gli esaurimenti con la depressione. La recente malattia, pero’, mi ha fatto capire che non devi avere paura di morire. Perché è la paura di vivere a fregarti“.

Isabella Ferrari è sempre stata una delle attrici più affascinanti e brave del cinema italiano: nel 1995 ha vinto la Coppa Volpi per la miglior attrice non protagonista alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per Romanzo di un giovane povero e nel 2008 il Premio Pasinetti per Un giorno perfetto mentre al Festival internazionale del film di Roma del 2012 vince il Marc’Aurelio d’Argento come miglior attrice grazie alla pellicola E la chiamano estate.
Ma la sua carriera incomincia agli inizi degli anni Ottanta quando prende parte a moltissime commedie diventate poi cult: Sapore di mare, Sapore di mare 2-Un anno dopo, Domani mi sposo, Giochi d’estate, Chewingum, Dagobert, Fracchia contro Dracula, Il ragazzo del Pony Express, Appuntamento a Liverpool, Willy Signori e vengo da lontano e Cronaca di un amore violato. E’ poi la volta delle serie televisive dirette da quello che diventerà suo marito, Renato De Maria, e del cinema più impegnato di Ferzan Özpetek e Paolo Sorrentino.

Oggi l’attrice piacentina è impegnata sul set di “Sotto il sole di Riccione”, il film scritto da Enrico Vanzina che in qualche modo chiude un cerchio. “Non si può certo considerare un sequel di ‘Sapore di mare’. Però a me piace pensare che lo sia. Perché interpreto il ruolo che fu di Virna Lisi. E perché finalmente questa volta mi fanno fare la parte della vecchia. Una liberazione. Perché oggi sono più tranquilla. Sul set. Nella vita. In tutto“. Anche se in realtà lei vecchia non si sente proprio. E’ per questo che a 55 non ha paura di mostrarsi nuda. Anzi, ha sempre più voglia di sentirsi amata, guardata e desiderata: “È importante quello che è successo grazie al #MeToo. Ed è grandioso quanto sta accadendo nella nuova percezione del corpo femminile. Ma va fatto un distinguo, perché io rivendico il mio corpo come oggetto del desiderio. E nessuno può né deve dirmi quello che devo o posso fare col mio corpo“.

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