I lavori domestici fanno bene al cervello

A dirlo sono i risultati di uno studio che mostra i benefici per la mente. Soprattutto negli over 60. Persino spolverare è utile contro le demenze

I lavori domestici aiutano a rimanere in forma, anche da un punto di vista cognitivo, contrastando l’invecchiamento. A dirlo sono i risultati di una ricerca, secondo cui i benefici sono ancora più evidenti per gli over 65. Lo studio è stato condotto dall’università di Singapore, che dimostrato come sia i lavori leggeri (come spolverare e stirare), sia quelli più pensanti (lavare i pavimenti, cambiare le lenzuola, ecc.) contribuiscono a mantenere un certo livello di “allenamento” fisico e mentale, soprattutto nella fascia tra i 65 e i 90 anni.

Cosa dice la ricerca di Singapore

Alla ricerca hanno partecipato circa 490 adulti, con una fascia d’età tra i 21 e i 90 anni, sottoposti a una serie di test per valutare gli effetti dell’attività casalinga di routine, che comprendeva ad esempio la pulizia delle finestre e dei pavimenti, il cambio delle lenzuola, lo stirare i panni o il passare l’aspirapolvere, ma senza escludere attività più creative, come dipingere o decorare. Solo un terzo del gruppo dei più giovani e la metà degli anziani hanno raggiunto la quota di attività fisica raccomandata per mantenersi in salute, ma la maggior parte dei soggetti ha raggiunto la soglia minima semplicemente svolgendo mansioni domestiche: esattamente il 61% dei più giovani e il 66% dei più anziani. Questo ha portato a pensare che anche questi impegni possono rappresentare una sorta di “ginnastica” utile a rimanere in forma.

Le faccende domestiche sono una “ginnastica anti-age”

In effetti i test ai quali sono stati sottoposti i partecipanti hanno poi mostrato i benefici specifici di semplici azioni domestiche: ad esempio, sono stati valutati la velocità di andatura e la rapidità con la quale si alzavano dalla sedia, che rappresentano due indicatori della capacità di equilibrio e quindi di prevenzione dal rischio di cadute. Ma davvero possiamo considerare questi “esercizi” domestici come una sorta di “ginnastica”? «Assolutamente sì! Infatti, sono attività utilizzate nella terapia occupazionale (cioè la riabilitazione che promuove la salute e il benessere attraverso l’occupazione in qualche attività, NdR). L’efficacia è provata ed è pari alla fisioterapia, ma con in più un effetto psicoattivante, legato alla necessità di programmare e svolgere azioni complesse» spiega Raffaele Antinelli Incalzi, presidente della Società italiana di Gerontologia e Geriatria.

«Qualunque anziano, quindi, può mantenersi attivo nel range dei compiti domestici e rallentare l’invecchiamento. Aggiungo che gli indicatori citati, come la velocità del passo e la rapidità con cui ci si alza da una sedia, sono riconosciuti come strumenti di classificazione dello stato di salute e hanno un importante valore prognostiche: significa che sono veri e propri indici del processo di invecchiamento» aggiunge l’esperto, che sottolinea anche i vantaggi in termini “mentali”, quindi di rallentamento dell’invecchiamento cognitivo.

Anche spolverare fa bene alla mente

I ricercatori hanno utilizzato anche altri test per valutare l’agilità mentale, ossia memoria, linguaggio, capacità visuo-spaziali e di mantenere l’attenzione, insieme ad altri fattori fisiologici legati alle cadute. Ma in che modo semplici lavori domestici di routine “aiutano” a contrastare il decadimento cognitivo? «Il motivo è semplice: come il muscolo si preserva con l’esercizio, così avviene con la mente: assolvere compiti domestici apparentemente elementari significa attivare una sequenza di programmazione ed esecuzione che si traduce in uno stimolo all’attività neurologica in senso alto. In particolare si sollecitano le capacità prassiche, cioè di svolgere compiti manuali che presuppongono una programmazione e organizzazione, la cui conservazione è presupposto per il mantenimento dell’autonomia» spiega ancora l’esperto di geriatria.

Quali attività aiutano a contrastare l’invecchiamento

Se la ricerca mostra i vantaggi dell’attività domestica, rispetto al non compierla affatto, qual è quella più indicata per rallentare il decadimento fisico e, in seconda battuta, quello cognitivo o l’insorgenza di demenze o Alzheimer? «L’attività fisica ha effetto antiossidante, migliora la tolleranza glucidica cioè contrasta il diabete, e facilita la sintesi di fattori trofici cerebrali, vale a dire che mantiene più giovane il cervello. Infine ha anche un effetto antitrombotico – spiega Antinelli – È quindi evidente che preserva le funzioni neurologiche, incluse quelle cognitive. Inoltre ha effetto antidepressivo, ben documentato. Non esiste, però, un’attività domestica ottimale: è bene che ognuno si dedichi a più attività fino a quella più impegnativa, in rapporto alle capacità individuali, e cerchi di preservarle. La perdita di un’attività è un notevole campanello di allarme che implica una valutazione geriatrica». Insomma, bando alla pigrizia e sedentarietà, laddove possibile.

Le pulizie e la musica (di Mozart) contrastano l’Alzheimer

Un’altra ricerca del Baycrest Rotman Research Institute di Toronto ha anche mostrato come il cervello dei senior impegnati nelle pulizie domestiche sviluppa caratteristiche in grado di combattere il rischio di demenza e in particolare di Alzheimer. Dedicare parte del proprio tempo ai lavori casalinghi permetterebbe di sviluppare un volume cerebrale maggiore, indipendentemente dalla quantità di esercizio svolto fuori casa. Sono arrivati alla stessa conclusione anche gli espertidella Rush University (USA).

Ma allora qual è la “regola d’oro” dopo i 60/70 anni? «Senz’altro mantenere il patrimonio prassico accumulato, le capacità di fare. Non è detto che debbano essere nuove, perché cimentarsi in azioni non consuete non è semplice in età avanzata. Piuttosto, si può pensare a variazioni sul tema rispetto alle attività tradizionali, ad esempio in cucina provare a cimentarsi con piatti nuovi, anche ideati personalmente – spiega Antinelli – Ma sembra molto utile la musica: per quella di Mozart è documentato un effetto positivo sulle capacità cognitive. Il motivo è legato a una caratteristica propria della musica composta per affinità, non per contrasto (Beethoven, romantici…), anche se nessuno sa bene il perché: forse è una espressione dell’ordine naturale e, come tale, ha un effetto benefico. È sicuramente un aspetto complesso e affascinante, ma ancora da approfondire».

Infine, sono fondamentali le relazioni affettive: «È molto importante preservare lo stato affettivo, cercando di avere un tessuto relazionale rassicurante e stimolante. È naturale che assolvano a questo scopo tutti i tipo di legame affettivo, qualunque ne sia il grado, quindi figli, nipoti, ma anche amici e cani» conclude l’esperto.

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