Roberto Saviano

Roberto Saviano ospite di “Muschio Selvaggio”: “La fama? Una cosa orrenda”

Ospite di Fedez, Saviano offre una prospettiva unica su uno dei casi più controversi e complessi della storia italiana: quello di Enzo Tortora

Nella puntata di oggi del podcast “Muschio Selvaggio“, online dalle 12, Roberto Saviano è stato ospite d’eccezione di Fedez e Davide Marra. L’autore e giornalista, già noto per il suo impegno nel raccontare le complessità della società, offre una prospettiva unica su uno dei casi più controversi e complessi della storia italiana: quello di Enzo Tortora.

Dal caso Tortora alle sfide attuali

L’episodio è una profonda riflessione sulla fama, la giustizia e il potere e apre il dialogo su temi scottanti della società italiana. Un viaggio avvincente attraverso la storia di Enzo Tortora e le sfide attuali, che mette in luce l’urgenza di esaminare criticamente il modo in cui fama, giudizio e denaro influenzano la nostra percezione del mondo e dei suoi protagonisti.

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Nel corso della puntata si esplorano le varie e assurde teorie che hanno portato all’arresto di Enzo Tortora, analizzando il contesto politico e sociale dell’epoca, con riferimenti alle Brigate Rosse, al caso Moro e al caso Cirillo.

Il dibattito si spinge oltre, affrontando temi spinosi come l’enorme differenza tra critica e delegittimazione, esaminando le conseguenze della fama. L’approfondimento tocca inoltre la situazione politica attuale, con una riflessione sulla distinzione tra destra e sinistra.

L’incredibile storia di Enzo Tortora

La puntata parte con un’inquadratura: quella di un centrino di seta e di un’agendina. L’incredibile storia di Enzo Tortora nasce proprio da un centrino realizzato in carcere da un camorrista e continua anche a causa di un’agenda, portata come prova, che si scoprì solo successivamente non appartenere a Tortora. Il racconto di Saviano è molto dettagliato: nomi, date e soprattutto chiarisce, per chi non conoscesse bene la storia, tutti gli equivoci che portarono alla condanna di un uomo innocente.

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Saviano: “La fama è una roba orrenda”

La narrazione del primo autentico processo mediatico italiano fornisce profondi spunti per riflessione sul modo in cui l’antipatia generi giudizio. Esplora come i pregiudizi siano in grado di demolire la vita di un individuo.

Inoltre, invita a una seria riflessione sulla natura della celebrità e, soprattutto, sulle sue conseguenze. Saviano afferma: “La fama genera un giudizio senza conoscere, perché se tu sei famoso qualsiasi individuo è legittimato ad avere un’opinione su di te basata sull’istinto, hai la faccia da cattivo, non me la conti giusta, parli troppo forbito, stai a fa un sacco di soldi quindi questo è un processo sulla fama. Quando vado nelle scuole dico sempre che la fama è una roba orrenda“. E racconta di come in quegli anni tutti usassero il nome di Tortora a proprio vantaggio secondo una dinamica parassitaria. Si ipotizza anche come sarebbero andate le cose se la vicenda Tortora fosse accaduta oggi, al tempo dei social.

Roberto Saviano

Cosa resta del caso Tortora?

Saviano riporta poi una frase di Enzo Tortora: “Speriamo che il mio sacrificio sia servito a questo paese e che la mia non sia un’illusione”. Fedez commenta: “Mi dispiace dirlo, purtroppo forse è rimasta un’illusione la lotta di Enzo Tortora”. Saviano risponde facendo un quadro dell’eredità che questa storia ha lasciato: “Cosa resta? Molte riflessioni, innanzitutto lo strumento giudiziario come elemento per delegittimare o attaccare chi non sopporti o consideri un tuo nemico“.

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Roberto Saviano e il successo

“L’attacco è sempre molto più efficace dell’elogio” prosegue Saviano, raccontando la sua esperienza personale: dapprima osannato da tutti, poi, dopo la grande visibilità ottenuta con il programma condotto con Fabio Fazio su Rai Tre, cambia tutto.

“Io mi ricordo che dopo ‘Vieni via con me’, che fa numeri stellari, io sto malissimo perché mi arrivava per la prima volta nella vita una massa di m**** e di accuse assurde per lettera, per mail, per strada… quando hai tante persone che ti guardano, hai tante persone che ti detestano, anche solo d’istinto o che non condividono le tue posizioni”.

“Succede poi un’altra dinamica, hai voluto essere famoso, c**** tuoi!… Io voglio arrivare alle persone, voglio che i miei libri vegano letti, voglio vivere del mio lavoro ma non faccio una strategia per cercare la fama, anzi a me da fastidio essere riconosciuto, ma che cosa succede quando c’è il corto circuito… quello che tu fai non viene criticato, magari fosse criticato, viene delegittimato che è diverso!”.

Dalla fama al denaro…

Il discorso dalla fama si sposta al potere e ai soldi. Fedez commenta: “Il problema di Roberto non è che si è arricchito, il problema di Roberto è che non si è arricchito abbastanza!”. Interviene Davide Marra: “Se in uno stato presumibilmente civile bisogna arrivare ad avere un potere economico per poter far valere i diritti…”. E Saviano incalza: “Avete toccato il punto, i diritti infatti sono sempre di coloro che non possono permetterselo… quando parliamo di diritto all’aborto, all’eutanasia per esempio chi ha il denaro può andare ad abortire in Svizzera, eutanasia in Olanda, il diritto è sempre di chi non può economicamente permetterselo”.

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