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Sugli sci di fondo viaggi dentro te

Nella natura addormentata e silenziosa, tra boschi e lunghe piste che attraversano laghi ghiacciati, sciare è come meditare

Lo sci di fondo

C’è un modo più wellness di altri di vivere la neve? Se sì, si tratta certo dello sci di fondo.

Quello stile un po’ vintage di chi in montagna ama attraversare boschi imbiancati, laghi ghiacciati che sembrano usciti dalle fiabe e piste tracciate accanto ai torrenti dei fondovalle. «Che incanto quel ritmico scivolare per i sentieri, con le braccia che danzano insieme alle gambe leggere e il silenzio della natura addormentata nelle orecchie. Lontani da tutto, soli con se stessi in un viaggio che non finisce mai». Così Virginia De Martin Topranin, 24 anni, una delle atlete di punta della Nazionale femminile di sci di fondo, racconta la sua passione per questo sport: così antico, così ricco di tradizione. «Praticarlo non è semplicemente una scelta tecnica: è una questione culturale» dice Virginia. «Chi nasce come me a Padola di Comelico, nelle Dolomiti bellunesi, un paese circondato da anelli di fondo, questo sport ce l’ha nei geni: lo praticano tutti. Anzi, se diventi bravo senti intorno a te l’appoggio e l’affetto della comunità intera che ti sprona, ti guarda con l’orgoglio di un eroe nostrano e la certezza di condividere un valore grande: l’amore per la montagna». Quella montagna fatta di candide atmosfere ma anche fatica, solitudine e coraggio.

Virginia De Martin Topranin ha 24 anni, fa parte della Guardia forestale ed è nella Nazionale di sci di fondo. Prima tra le italiane alla gara del Tour de Ski l’8 gennaio scorso (la più dura di tutte), ora è impegnata nelle tappe di Coppa del mondo.

Il fondista è un solitario

«Il fondista è un solitario» spiega la campionessa. «Io vado ad allenarmi per conto mio. E soprattutto nelle lunghe distanze, dove si avanza lentamente per migliorare la resistenza, la falcata diventa così naturale che quasi la si dimentica: lo sci non è più niente, non esiste alcun attrezzo tra te e la neve, ci sei solo tu immersa nei tuoi pensieri e la pace della natura intorno. Così diventa facile viaggiare dentro di sé. Senza sentire i muscoli che fanno male, la cappa di freddo che comincia a calare e il buio che avanza minaccioso».

Una prova con se stessi

Ogni uscita è una prova con se stessi e l’ambiente. Perché la neve cambia in base alla temperatura, all’umidità e all’ora in cui si esce. «Chi fa fondo impara a “leggerla”» dice Virginia. «Così la tecnica ideale e la sciolina giusta (da quella che “attacca” a quella che fa volare via) si impostano in base alle condizioni delle piste: a 15 gradi sottozero, quando tutto scricchiola, gli sci diventano lentissimi, si incollano ai binari, il tracciato su cui si scia. A zero gradi, con la neve granulosa, invece si va via velocissimi. Quando fiocca è ancora diverso: sul manto soffice bisogna stare leggeri e galleggiare, distribuendo il peso su tutta la lunghezza degli attrezzi».

Un patrimonio di conoscenze

Un patrimonio di conoscenze sedimentato negli anni. «Faccio fondo da quando avevo sei anni. Andavo con lo sci club: un carosello di risate e giochi in equilibrio su questi strani sci, così lunghi e lontani da qualsiasi idea di maneggevolezza eppure così cari a noi bambini, abituati a vederceli intorno da sempre» racconta l’atleta. «Da lì a far parte delle prime squadre il passo è stato davvero breve. E mi sono ritrovata in pochi anni a trasformare una passione in un lavoro». Che però non delude mai: mai monotono, mai stancante.

Uno sport completo

«Il fascino di questo sport sta nella sua completezza» prosegue Virginia. «Si fanno percorsi sempre diversi, da piste molto dure con saliscendi e dislivelli di decine di metri a itinerari completamente pianeggianti. Si scia con neve che non è mai uguale al giorno prima. Si adottano stili che possono variare anche nel raggio di centinaia di metri, dallo skating (la pattinata) al classico ». E poi possono davvero praticarlo tutti, dai cinque ai 90 anni. «Fatto lentamente, allena il cuore senza stancare. Tonifica in modo armonioso, perché permette di usare tutti i muscoli del corpo, dal collo alle punte dei piedi. E non fa male alle articolazioni, dato che l’impatto al suolo avviene sempre in scivolata» conclude la campionessa. Certo, chi lotta contro il tempo come Virginia viaggia sempre a braccetto con il fiato corto, i crampi e la fatica. Ma non smette mai di viaggiare dentro di sé.

Bello per tutti, da podio per pochi

Chiunque può fare sci di fondo ma per diventare campioni occorre prepararsi duramente, con il corpo e con la testa. Virginia De Martin Topranin va in palestra tre volte alla settimana per sviluppare la forza e tiene un diario degli allenamenti con le sedute, le distanze e i tempi. «Nel mio sport conta molto la strategia» spiega. «Con gare fino a 50 chilometri, fatte di ripide salite, è fondamentale dosare le energie e saper recuperare in fretta»  

Virginia De Martin Topranin, Nazional di sci di fondo

Gli animali la aspettano a casa, la musica è sempre con lei.

Un’atleta come Virginia ha poco tempo per stare a casa.

E lei lo dedica tutto alle sue passioni: Foxy, uno dei 20 husky del papà, che gestisce un allevamento a Padola di Comelico. E poi c’è l’amato cavallo Furia, con cui fa lunghe passeggiate soprattutto d’estate.

La chitarra e il computer sono invece i suoi compagni di trasferta: gli antistress preferiti.

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