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Tumori, aumentano le diagnosi negli under 50

Uno studio conferma l'aumento dei casi di tumore scoperti in pazienti con meno di 50 anni. A incidere sarebbero lo stile di vita e le diagnosi precoci, soprattutto attraverso la biopsia liquida. Ecco come funziona e per chi è adatta

Le diagnosi di tumore negli under 50 sono in aumento. A dirlo sono i risultati di uno studio,  condotto dal Brigham and Women’s Hospital di Boston (Usa) e i cui risultati sono pubblicati su Nature Reviews Clinical Oncology. Secondo i ricercatori la crescita è iniziata a partire dagli anni ’90 e riguarda molte delle forme oncologiche più diffuse, come i tumori alla mammella, al colon, all’esofago, ai reni, come anche al fegato e al pancreas, la cui diagnosi è invece solitamente tardiva.

A spiegare il fenomeno, secondo gli esperti, ci sono sia gli stili di vita che le tecniche di diagnosi. A questo proposito un altro studio mostra l’importanza della biopsia liquida, un esame poco invasivo che però potrebbe permettere di migliorare ulteriormente la capacità di individuare la malattia nelle sue primissime fasi.

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Cos’è la biopsia liquida e a cosa serve

«La biopsia liquida è diventata pratica clinica per guidare la scelta terapeutica nell’ambito della medicina personalizzata: grazie alla poca invasività permette di monitorare nel tempo l’evoluzione della
neoplasia» chiarisce Giuseppe Tonini, professore di Oncologia medica e direttore della Scuola di Oncologia medica della Fondazione Policlinico Campus Universitario Campus Bio-Medico di Roma. Si tratta di un semplice prelievo di sangue, ma che permette anche diagnosi precoci: «Una delle sfide dei ricercatori è quella di utilizzare la biopsia liquida per la diagnosi precoce, soprattutto in quelle neoplasie, come quella pancreatica, per cui non è disponibile un programma di screening e per la quale la diagnosi è spesso tardiva, sottolinea Tonini. «Risultati promettenti sono stati recentemente presentati al congresso ESMO 2022 di Parigi» il meeting degli esperti europei di oncologia. «Se saranno confermati questi dati preliminari, in futuro la biopsia liquida potrebbe affiancare o sostituire le tradizionali tecniche di screening» spiega l’oncologo.

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La biopsia liquida è indicata per chi le metastasi

«La biopsia liquida consiste nell’andare “a caccia” di materiale di origine tumorale (cellule, proteine, DNA oppure RNA) circolante, tramite un semplice prelievo di sangue. È una procedura rapida,
minimamente invasiva e ripetibile. Ad oggi i test che sfruttano questa tecnica sono usati soprattutto in pazienti affetti da neoplasie metastatiche per seguire il miglior trattamento possibile, evitando in
molti casi le tossicità indotte da terapie inefficaci» spiega Tonini, che sottolinea come in un futuro prossimo potrebbe essere utile il ricorso alla biopsia liquida nell’identificare la malattia residua, dopo la chirurgia, nei casi in cui le attuali tecnologie non riescano o risultino inefficaci. «Ciò permetterebbe di intensificare o depotenziare il trattamento a
seconda della reale necessità del paziente, aumentando i benefici e riducendo gli effetti collaterali, inevitabilmente legati alle terapie oncologiche» aggiunge l’oncologo.

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Attenzione ai falsi positivi: perché servono gli esami “tradizionali”

Va però chiarito che, nonostante una buona sensibilità nel diagnosticare la presenza della malattia, «ad oggi non abbiamo dati sufficienti per l’utilizzo di questo strumento in corso di screening. Questi studi rappresentano comunque un primo passo importante per i test di diagnosi precoce, perché hanno mostrato un buon tasso di rilevazione nelle persone che avevano effettivamente il cancro e un eccellente tasso di specificità per coloro che non lo avevano» chiarisce l’esperto.

Un altro aspetto da considerare è che, come emerso dall’ESMO, non mancano i cosiddetti falsi positivi, cioè esiti che indicherebbero la presenza della patologia, ma che a un successivo esame di tipo tradizionale non risulta. Per questo gli screening attualmente disponibili e in uso non vanno dimenticati. C’è poi anche una questione economica di non poco conto.

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I costi per le diagnosi più moderne

Sebbene si tratti di un prelievo del sangue, la biopsia liquida richiede strumentazioni e tecnologie dal costo elevato, come conferma il professor Tonini: «Attualmente i costi sono ancora relativamente alti perché i test basati su biopsia liquida richiedono strumentazione altamente avanzata e personale specialistico. Tuttavia, l’avanzamento tecnologico sta portando a una drastica riduzione dei costi anno dopo anno per cui lo scenario che si prospetta non può essere che incoraggiante. Inoltre, non bisogna dimenticare che utilizzare farmaci più appropriati significa
selezionare in maniera adeguata il paziente in grado di beneficiarne, evitando effetti collaterali gravi, ricoveri e complicanze che potrebbero gravare sui costi a carico del Servizio sanitario nazionale». Insomma, occorre investire in questa tecnologia, perché si potrebbe avere un risparmio per altre voci di spesa, oltreché nei benefici per i pazienti.

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