Cistite e vaginite: si curano con nuovi integratori, dieta e ginnastica

Nuovi integratori potenti come farmaci. È questa l’arma vincente per risolvere vaginiti e cistiti ricorrenti, quelle che si presentano almeno tre volte all’anno nonostante le cure antibiotiche. A soffrirne sono in tante e addirittura il 60 per cento ha entrambi i disturbi contemporaneamente. Ma nella metà dei casi le donne si curano da sole. Con il rischio di peggiorare il problema. «Oggi sappiamo che c’è un “link” tra i due disturbi» spiega Francesco De Seta, responsabile del Servizio di patologia infettiva ostetrico ginecologica IRCCS Burlo Garofolo di Trieste. «Gli studi hanno dimostrato che il microbiota, cioè l’insieme di microrganismi essenziali per la salute, non esiste solo nell’intestino ma anche nella vagina e nella vescica. L’uso eccessivo di antibiotici altera l’equilibrio di questo ecosistema e crea uno stato di infiammazione che provoca le continue ricadute. Non solo. Si costituisce una popolazione di microrganismi resistenti ai farmaci che forma il biofilm, cioè una specie di pellicola, sulle pareti della vescica o della vagina. E che impedisce alle cure tradizionali di funzionare».

I probiotici che salvano dai batteri

Per “demolire” il biofilm ci vuole un mix di sostanze che agiscono su fronti diversi. «Bisogna innanzitutto aumentare la popolazione dei batteri “amici”» dice Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano. «Per farlo prescriviamo probiotici ad hoc, da assumere per via vaginale oppure per bocca. E per ridurre l’aggressività dei batteri e dei funghi che sono più spesso responsabili delle infezioni, cioè l’Escherichia coli e la Candida, utilizziamo il destro mannosio. È un estratto della betulla che ha la capacità di “staccare” il batterio dalle pareti e far sì che venga espulso con le urine. Infine, per debellare definitivamente i microrganismi si usa la N-acetil-cisteina, una sostanza antiossidante che dissolve il biofilm di germi dannosi». La cura dura circa sei mesi e rende i germi invasori di nuovo sensibili all’attacco del sistema immunitario. Si utilizza anche il succo di Morinda citrifolia, una pianta conosciuta anche come gelso bianco. Alcuni studi hanno visto che può aiutare a riparare i danni alle pareti vescicali e vaginali e ad attivare il sistema immunitario, accelerando la guarigione. Prima di prescriverla, però, bisogna verificare quali altri farmaci assume la paziente, per evitare interazioni.

La ginnastica che evita i dolori

Cistiti e vaginiti ricorrenti alla lunga provocano un ipertono del pavimento pelvico. Vale a dire, uno stato di rigidità di quell’intreccio di muscoli che sostengono uretra, vagina, vescica e la zona dell’ano. Le conseguenze? Dolori durante i rapporti sessuali e incontinenza. «Per prima cosa bisogna evitare tutte quelle attività che peggiorano l’ipertono» dice la professoressa Graziottin. «Almeno fino alla completa guarigione vanno quindi sospesi gli esercizi che stimolano una contrazione dei muscoli pelvici come il Pilates, a favore di attività più soft come lo yoga». Vanno bene anche gli esercizi che aiutano i muscoli del pavimento pelvico a ritrovare il giusto grado di elasticità. Un esempio? Ben diritta con le spalle rilassate, respira profondamente, stringi i glutei e in contemporanea i muscoli dell’addome. Espira, rilassati e ripeti cinque volte.

La dieta che aiuta il sistema immunitario

Anche la dieta è importante. Alcuni cibi possono ostacolare l’azione delle cure. «Bisogna ridurre gli alimenti con lieviti e glucosio, come il pane, la pizza, la pasta “bianca”» sottolinea la professoressa Graziottin. «Questo perché rappresentano un vero e proprio nutrimento per l’Escherichia coli. Inoltre, aumentano la vulnerabilità dell’organismo alle aggressioni della candida». Sì invece a frutta e verdura di stagione perché sono ricche di sostanze antiossidanti, che riossigenano le cellule del sistema immunitario. E a legumi e cereali integrali perché contengono molte fibre che combattono la stitichezza. E questa aumenta il rischio di vaginiti e cistiti.

Quando serve l’antibiotico

La cura per vincere le infezioni intime ricorrenti, che non rispondono alle terapie antibiotiche, è lunga. «Il mix di integratori e rimedi naturali che viene prescritto è in grado di neutralizzare i batteri responsabili e riequilibrare il microbioma, ma è un lavoro che richiede mesi» dice il professor De Seta. In attesa che la terapia faccia il suo completo effetto, possono verificarsi delle ricadute. Succede più o meno in un caso su tre, soprattutto quando i disturbi sono presenti da molto tempo i batteri sono particolarmente aggressivi. In questi casi si ricorre comunque a una terapia antibiotica. Che però a quel punto funziona perché la cura a base di integratori ha già reso i batteri meno agguerriti e resistenti. Per debellare le infezioni, infatti, diventano sufficienti cinque giorni di antibiotico.

I SÌ E I NO CONTRO LE RICADUTE

Indossa solo biancheria intima di fibra naturale e prodotta senza coloranti: in chi ha già i disturbi, possono creare infiammazioni.

Utilizza prodotti anallergici per il bucato e risciacqua molto bene: eviti irritazioni nelle zone intime.

Applica un gel idratante vaginale prima di un rapporto sessuale, se soffri di secchezza: eviti le microescoriazioni che aumentano il rischio di infezioni.

✘ Non utilizzare salvaslip e detergenti aggressivi per l’igiene intima: rendono secche le mucose e aprono la strada a batteri aggressivi.

✘ Evita i pantaloni troppo stretti, di tessuto elasticizzato o sintetico: surriscaldano le parti intime favorendo la crescita dei germi.

✘ Non dormire con gli stessi indumenti intimi della giornata: possono rappresentare un terreno fertile per batteri e infezioni.

Guarda il video della diretta Facebook del 20 marzo con la dottoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’ospedale San Raffaele Resnati di Milano.

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