Vestirsi dopo i 60, ovvero la libertà di stare fuori dal coro

Allungare gonne e maniche? Spegnere i colori? Abbassare i tacchi? Nient'affatto. È proprio dopo i 60 anni che il piacere di vestirsi alla moda potrebbe diventare più intenso. Ecco qualche riflessione dalla parte delle donne “di una certa età” (e di quelle che prima o poi, lo diventeranno)

Come vestirsi dopo i 60? Trovare un risposta è urgente, visto che i primi due “anta” non sono più un limite oltre al quale dobbiamo moderare le nostre scelte. Allungare orli e maniche, spegnere i colori, evitare le fantasie: lo consiglieremmo a Sharon Stone e a Monica Bellucci? No, e nemmeno a noi stesse. Non esiste una cinquantenne che si vieta i jeans, il vestito colorato, i tacchi vertiginosi o, al contrario, le sneakers all’ultima moda. E allora?

La sottile linea rossa oltre la quale dovremmo darci una regolata si è spostata dopo i 60. Ma a questa presunta norma oppone una convincente obiezione il fiorire di siti e blog di moda dedicati alla donne che hanno valicato la fatidica età. C’è sixtyandme.com, notdeadyetstyle.com, il francese unefemme.net (Une femme d’une certain àge) e soprattutto Advanced Style di Ari Seth Cohen, che da anni fotografa nelle strade di New York i look più affascinanti di donne e uomini dai 60 in su.
Dal blog è stato anche tratto un docufilm omonimo di Lina Plioplyte (http://advancedstylethemovie.com), protagoniste sette tra artiste, modelle, ballerine, di età compresa tra i 62 e i 95 che mostrano il loro stile fantasioso e creativo, non giovanilistico eppure per niente moderato e al limite dell’eccentrico. Avete presente Iris Apfel? Ecco, lo stile è quello.


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Navigando soprattutto su quest’ultimo mi sono chiesta se i colori forti, gli accostamenti azzardati, i dettagli bizzarri e ricercati, i gioielli vistosi fossero adatti alla loro età. La mia risposta è sì. E la motivo pensando, al contrario, alle giovani. Al naturale conformismo delle ragazzine di ogni generazione, impegnate a farsi accettare e a riflettersi nell’immagine delle coetanee.  
In generale, da giovani siamo poco propense a sgarrare nella scelta della marca, del colore, dell’accessorio di ordinanza. Vederci troppo “diverse” dalle coetanee è un rischio. Siamo molto concentrare sulla seduzione e spesso ci sembra preferibile adeguarci a modelli collaudati. Meglio somigliare a “quelle che piacciono”. Senza contare che spesso è il naturale splendore della giovinezza, a compensa l’assenza di guizzi.

La libertà di stare fuori dal coro e di dare meno importanza al giudizio degli altri arriva (se arriva) dopo. Molto dopo. E si accompagna al bisogno di dimostrare la propria femminilità e vitalità quando il corpo comincia a tradirci. Lo slogan delle protagoniste di Advanced Style è “Don’t Dress Your Age, Dress How You Feel” non vestirti secondo l’età ma come ti senti.
E come si sentono queste sgargianti e spiritose signore?

A unirle, tutte quante, è lo spirito non rinunciatario.

Alcune hanno sempre avuto un rapporto creativo con la moda. Ma c’è anche chi ha scoperto il divertimento di esprimersi attraverso l’abbigliamento dopo i 60, una volta alleggerite dalle pressioni familiari e lavorative. Molte sottolineano di non porsi in competizione con le giovani (sui loro visi non c’è traccia di ritocchino), ma anzi di aver scoperto nella vecchiaia una specie di sollievo, anche se a nessuna, ovviamente, piace diventare vecchia.

Scommetto che molte over 60 condividono queste sensazioni. A tutte loro è dedicata la gallery che abbiamo realizzato. Con l’invito a ispirarsi almeno un po’. E, soprattutto, a non rinunciare.

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