Kuttanimata

I segreti delle antiche cortigiane d’oriente

I "trucchi del mestiere" possono essere molto utili per raffinare l'arte della seduzione

Da sempre, noi donne ci poniamo una domanda: come sedurre, conquistare e tenersi stretto un uomo? In molti – e in molte – hanno risposto: c’è chi segue l’istinto, chi i consigli delle amiche o le regole del cuccaggio alla moda imposte dei telefilm (Sex & the City in primis), chi teorie e pratiche da manuale…

E tra tutti i manuali che dispensano consigli usciti di recenti nelle librerie, noi ne abbiamo letto uno dalle origini antichissime: Kuttanimata – Manuale della perfetta cortigiana, un classico della letteratura erotica sanscrita (originario dell’India, come il Kamasutra) in cui si raccontano le strategie usate delle antiche donne di piacere orientali per conquistare ambiti scapoli.

Il fatto che tali consigli venissero messi in pratica da chi svolgeva il mestiere più antico del mondo, non li rende di certo meno validi, anzi: il fatto che le prostistute d’alto rango (ganika, in sanscrito) erano delle esperte conoscitrici della psicologia maschile, i rende anche più… attendibili.

Inoltre, va specificato – come si legge nell’introduzione a cura di Genevieve Pecunia – che “l’aspetto più interessante, socialmente parlando, è che la prostituta indiana è una donna che si sottrae alla sudditanza del maschio”, e che la ganika non era di certo una donna di strada, e neanche una moderna escort, ma “una figura vicina a quella della mantenuta o della favorita“, bene educata ed istruita (lusso non concesso alle donne comuni), colta e raffinata; la cortigiana di lusso, in altre parole, godeva di uno status particolare. Il suo obiettivo non era quello di avere diversi clienti, ma di trovare un uomo che la mantenesse per tutta la vita. Lei doveva amarlo? No di certo, ma bastava che simulasse di amarlo. Quel che è certo, invece, è che l’uomo doveva provare un’autentica passione per la ganika: e non è forse suscitare e tenere viva la passione in un uomo, ciò che tutte le donne vogliono?

Ecco perché i consigli di seduzione che riceve Malati, la protagonista del poema, sono in un certo senso universali, e possono essere utili anche oggi a qualsiasi donna voglia conquistare un uomo.

“L’insegnamento cruciale del Kuttanimata è che l’avvenenza non basta […]. Gli uomini cercano due cose eccitanti: raffinatezza e trasgressione“. Quindi…

– Per attrarre un uomo, una donna dovrebbe avere: “intelligenza, buon carattere, gratitudine, lungimiranza, urbanità”.

– Inoltre, dovrebbe mostrare: “attaccamento ai pregi e non al denaro, dolcezza ma animo fermo, mancanza di avarizia, amore per la compagnia e le arti”

– Una donna che voglia sedurre dovrebbe evitare invece “la malinconia, il riso eccessivo, la malevolenza, l’avidità e la volubilità”

– Bisognerebbe evitare “chi è innamorato della moglie, il taccagno, il crudele, chi si lascia corrompere…”. Il consiglio per la giovane cortigiana era ispirato da motivazioni professionali, ma sembra saggio anche in contesti amorosi in cui il denaro non c’entra.

– Non bisognerebbe, invece “agire di fretta né buttarsi tra le braccia del primo venuto” perché “la gente stima poco ciò che ottiene senza fatica”: saper sfruttare la tempistica a favore del desiderio è un’arte femminile da mettere assolutamente in pratica. In altre parole: scegliere il partner giusto, e non accontentarci di essere scelte da qualcuno che ci piaccia giusto abbastanza, e farsi desiderare un po’, sono le (solite) carte vincenti.

– Vuoi che lui ti impazzisca di desiderio? Come si spiega nel Kuttanimata, fai un po’ “la ritrosetta”, la pudica, opponi un pizzico di resistenza, e poi abbandonati, lasciati andare completamente alla passione (e al piacere), lasciandoti “sfuggire deboli gemiti di languore”.

– Una strategia che è quasi una garanzia per conquistare un uomo, è quella di stimolare il suo punto G, l’orgoglio virile, lodandone le capacità amatorie

– Ovviamente, gli uomini amano anche essere assecondati con un certo entusiasmo nelle loro imprese e proposte erotiche… chiaro che però in una coppia nessuno dovrebbe fare qualcosa che non desidera davvero sperimentare: assecondare non significa forzarsi.

– Un altro trucchetto, è anche quello di “fingere di imparare, perché le conosce già, dall’uomo le famose 64 arti erotiche, che metterà ripetutamente in pratica con lui”. In altre parole, secondo il Kuttanimata, l’uomo ama essere il primo ad insegnare ad una donna pressoché inesperta e innocente, tutto sul piacere. Quindi: se ci sapete fare, non sbandieratelo. Molto meglio lasciargli credere di avere una compagna particolarmente brillante!

– Si consiglia di mantenere un certo riserbo riguardo ai propri sentimenti, le proprie passioni e fantasie, abilmente svelate, ma solo per poco, quasi per sbaglio. Lui si dovrebbe chiedere: chissà se mi ama… chissà quali sogni proibiti e segreti nasconde?

– “La cortigiana deve adulare l’amante, prestargli attenzioni”… tradotto, significa: loda i suoi pregi, canta le sue virtù (e anche i difetti! Fa effetto sul famoso orgoglio maschile) in modo sincero, e sii premurosa. Se sei innamorata o per lo meno interessata (quel tanto da voler conquistare un uomo), non dovrai nemmeno sforzatrti di seguire questo consiglio: ti verrà naturale!

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