sindrome del giorno dopo

Nonostante i videoclip libertari della cantante Miley Cyrus e le pagine eroticamente incoraggianti della scrittrice Irene Cao, la strada verso un eros spensierato sembra essere ancora tutta da percorrere.

Ne è sicura Anne Campbell, professoressa di psicologia e ricercatrice dell’università inglese di Durham, che dopo aver intervistato 3mila donne tra i 17 e i 45 anni ha portato alla luce i meccanismi che si nascondono dietro un irremovibile tabù: quello di non essere ancora capaci di godersi appieno e senza patemi una sana, divertente, avventura d’una notte.

Rapporti occasionali: la sindrome del giorno dopo

L’hai incontrato, ti è piaciuto e avete fatto sesso. Allora perché non ti senti al settimo cielo?

 

Quando il “tutto e subito” si rivela una mossa vincente

È pensiero comune che, per noi donne, il sesso non sia una semplice questione meccanica. Nemmeno quello consumato durante un rapporto occasionale. Stereotipo di genere? Forse. Di sicuro, dovremmo tutti – donne e uomini – cominciare a liberarci da alcune convenzioni – e convinzioni – sul tema del sesso, tanto radicate quanto fasulle.

Uno studio di Justin Garcia, ricercatore dell’Indiana University, rivela che per le donne è più

Uno studio di Justin Garcia, ricercatore dell’Indiana University, rivela che per le donne è più difficile raggiungere l’orgasmo durante un rapporto occasionale.

Il motivo? Non riescono a confessare ai compagni di una sola notte bisogni e desideri.

Dopo il sesso, autostima a picco

Dopo un rapporto occasionale, le donne vengono colte da una cronica sindrome del giorno dopo, che la Campbell descrive così: «Al risveglio, più di una su due ha raccontato di sentirsi poco valorizzata, usata e anche un po’ “cheap”» spiega la studiosa, che sullo stesso argomento ha intervistato anche centinaia di uomini raccogliendo invece recensioni decisamente più entusiastiche.

Contrariamente al luogo comune, a determinare il disagio non è la mancanza d’una dichiarazione d’amore o la prospettiva delusa di una storia sentimentale seria. «Da questo punto di vista abbiamo fatto passi avanti, e non ci comportiamo come Cenerentola in attesa del principe» dice Anne Campbell. «Quello che ci fa sentire “facili” è la sensazione di non aver fatto intendere bene al partner che lui rappresentava per noi un’eccezione, che in fondo in fondo siamo diverse e che per nessun motivo al mondo ci comporteremmo allo stesso modo con un altro uomo».

Il nostro piacere prima di tutto

La necessità di “uscirne pulite” getta dunque più di un’ombra quando si ripensa, il giorno dopo, alla notte di sesso appena trascorsa: «Siamo tessitrici di relazioni ed è normale rimanere spiazzate da un legame bruscamente interrotto» spiega Annalista Pistuddi, sessuologa e psicanalista. «A giocare un ruolo forte è poi il timore del giudizio sociale, che non dovrebbe comparire quando si prende una decisione indipendente e adulta. L’unica soluzione è non pensare al contesto culturale, ma sintonizzarsi una volta per tutte con il proprio corpo e il sacrosanto diritto al piacere».

Ecco, vale la pena ricordarselo che l’appagamento è importante. A forza di ripetercelo, forse, ci lasceremo i pesi (secolari) alle spalle.

Come la vive l’uomo

Ciò che salva l’uomo dopo una “one night stand” è la sua capacità di ribaltare radicalmente la prospettiva: «Mentre le donne, per concedersi, alzano a livelli altissimi, e spesso irrealistici, le loro aspettative, l’uomo le abbassa del tutto» spiega Anne Campbell, autrice di una ricerca sulla sindrome del giorno dopo.

I commenti più diffusi tra i maschi all’indomani di un rapporto occasionale? “Grande eccitazione”, “godimento soddisfatto” e “stress sbollito in modo piacevole”.

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