Come vivere felice con il maschio di oggi

Come vivere felice con il maschio di oggi

  • 10 05 2013

Siamo diventate più brave, più forti e indipendenti. Gli uomini invece sono spaventati, fragili, bisognosi di continue rassicurazioni. Ma senza di loro, in fondo, non ci divertiamo. E allora, tanto vale andarci d’accordo. Ecco come

Uomini e donne: cambiano i ruoli e resta l'incomprensione

Ieri sera, alla presentazione di un romanzo dentro una bella libreria caffè, di quelle con le sedie per leggere e la birra per chiacchierare, una delle scrittrici, bella e brillante, teneva in mano un bicchiere di vino e diceva: comunque non voglio mai più un fidanzato. Lui l’aveva fatta molto soffrire. Siamo diventate più brave, più forti, più indipendenti, ma gli uomini ci fanno ancora soffrire. Perché è il gioco della vita, ma che dolore. Cambiano i ruoli, resta l’incomprensione. Abbiamo fatto passi importantissimi e definitivi, e loro nel frattempo?  

La fine degli uomini

Secondo Hanna Rosin, scrittrice americana, moglie di un giornalista famoso, gli uomini non hanno saputo stare al passo. In La fine del maschio e l’ascesa delle donne (Cavallo di Ferro) racconta un mondo dove gli uomini sono fatti di carta, e si strappano davanti alle difficoltà, alla crisi economica, al cambiamento dei punti di riferimento, mentre le donne, da millenni abituate ad adattarsi, filano via spedite e sanno reinventarsi. Ti riconosci? Ti riguarda? Ti succede di pensare che è tutto addosso a te?

Dove sono gli uomini

Moglie, amante, madre, lavoratrice, motivatrice, amica, sorella, badante, infermiera che deve fare iniezioni quotidiane di autostima? Ma siccome la situazione è grave, ma non seria, e poiché gli uomini sono soprattutto comici e spaventati guerrieri che hanno scoperto che la guerra la sappiamo fare benissimo anche noi, come racconta Simone Perotti in Dove sono gli uomini (Chiarelettere).

Come creare nuove regole per vivere con gli uomini

L’altra sera un’altra scrittrice saggia diceva: «Senza uomini non è divertente», bisognerà piuttosto creare nuove regole per nuovi uomini, con amore da parte delle nuove donne.

Per andare d’accordo, per non spaventarli ancora di più, per convincerli che in fondo decidono ancora molte cose (in questo abbiamo molto talento, fin da quando vivevamo nelle caverne e li mandavamo a caccia a piedi scalzi) e che il futuro insieme sarà bellissimo.

In ogni uomo c'è un family man

Sheryl Sandberg, capo operativo di Facebook e nuovo simbolo di femminilità vincente (ha contrattato lo stipendio con Mark Zuckerberg, e esce dall’ufficio ogni giorno alle 17:30), ha messo in Facciamoci avanti: donne, lavoro e la voglia di riuscire (Mondadori) la sua regola fondamentale nel rapporto con gli uomini: «Abbiate storie con tutti i maschi possibili: i bad boys, i cool boys, i Peter Pan. Ma NON sposateli». Sposate solo il family man, quello col senso della parità nel sangue, quello felice di fare il bagnetto ai bambini, quello che non dice: stasera mi tocca fare il baby sitter. Bisognerebbe invece ribaltare la prospettiva, e liberare il family man che è in ogni uomo.

Con gli uomini prendiamoci in giro

Ma secondo Simone Perotti, gli uomini ci temono. Si sentono surclassati. Allora fuggono, scompaiono, indossano ma- schere, diventano odiosi, certe volte aggressivi (mai e poi mai giustificheremo un’aggressione, fisica o psicologica). Nei casi di odiosità generata da smarrimento, proviamo a buttarla in ridere: divertiamoci con loro. Woodyalleniamoci, troviamo il lato buffo, cerchiamo di essere un po’ più autoironiche: Luciana Littizzetto è bravissima a far notare, con affetto, le debolezze degli uomini, ma perché, con af fetto, non lo facciamo anche noi su noi stesse e il nostro senso eroico dell’esistenza?

Quello per cui, se qualcuno ci dice: «Ciao, come stai?», sentiamo il bisogno di dirgli che abbiamo appena scalato l’Everest a mani nude, mentre preparavamo una torta di carote biologiche e risolvevamo una grave crisi internazionale. Tutti i manuali del mondo celebrano la nostra meritatissima grandiosità, ma la grandiosità sta anche nel non prendersi troppo sul serio.

Sfida gli uomini. Ma solo a Ruzzle

Diamo torto a Hanna Rosin, con garbo. Questa non è la fine degli uomini e l’ascesa delle donne, le gare non ci interessano, e se a questo giro guadagniamo più di lui, abbiamo più soddisfazioni e riconoscimenti, non facciamolo pesare. Siamo generose, disinteressate, leggere, se proprio dobbiamo mostrare una superiorità, che sia a nostra insaputa.

Non c’è niente di più noioso di una donna, e di un uomo, che raccontano quanto sono bravi. Se proprio la competizione ti fa sentire viva, e non ti basta gareggiare per la sopravvivenza tutta la giornata, sfidalo a Ruzzle.

Non trasformarti in un uomo per piacergli. Non fare finta di amare il calcio, o le gare di rutti, o i film con gli spari, la lotta nel fango anche al lavoro, se non lo ami davvero.

La confusione degli uomini, scrive Stefano Gastaldi in Uomini: se li conosci puoi amarli (Mondadori) deriva anche dalla nostra confusione. Prima li abbiamo fatti vergognare della loro virilità, dei loro sentimenti arcaici, non politically correct, poi siamo diventate le massime esperte mondiali in incorrectness. Rilassiamoci. Prendiamo una pizza, mettiamoci sul divano, tendiamogli una mano: non vogliamo fare la guerra, solo avere una vita allegra. Meglio se con loro, meglio se quel pezzo di strada lo facciamo insieme, perché nessuno si salva da solo.

Costruisci il maschio di domani

Cresciamo i nostri figli maschi nel rispetto delle donne, che non significa venerazione: osserviamoli con curiosità e amore, non con morboso attaccamento. Non sentiamoci abbandonate quando si staccano da noi, siamo fiere di avere loro insegnato che il lavoro in casa si divide, che la mamma è impegnata tanto quanto il papà e che la sorella non è affatto tenuta a mettere in ordine anche la sua parte di giocattoli.

Cerchiamo di essere la donna che vorremmo un giorno diventassero le nostre figlie, e non la suocera incubo di ogni futura fidanzata di nostro figlio.

Mettiamoci in testa che nessun rapporto è perfetto, come non lo è nessun matrimonio. Forse l’avventura di una notte può essere perfetta, ma solo per mancanza di tempo. E i nuovi uomini, così imperfetti, impauriti, immaturi, bisognosi di rassicurazioni, sono il nostro specchio, quello sì, per una volta, perfetto.

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