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Il virus Hiv in Italia e lo stato della ricerca

Buone e cattive notizie dalla Conferenza internazionale sull’Aids che si tiene in questi giorni a Roma

Nel 1985 erano i giovani di 25 anni le vittime dell’Hiv e il 74% delle trasmissioni avveniva tra tossicodipendenti. Tutto è cambiato. Chi sono le nuove vittime del virus? L’Iss ci dice che  in media sono donne e uomini di 36-39 anni, non sono tossicodipendenti e sono stati contagiati con rapporti eterosessuali. La cosa più rilevante: credono di essere sani e scoprono di essere sieropositivi solo in fase avanzata della malattia, quando l’Aids è conclamato e il sistema immunitario è ormai compromesso.

Ma ci sono anche buone notizie dalla Conferenza internazionale sull’Aids che si tiene in questi giorni a Roma con la presenza di migliaia di ricercatori che hanno saputo fare passi da giganti in questi anni. I primi risultati di una ricerca che dimostra essere utili anche ai fini della prevenzione i farmaci antiretrovirali a oggi impiegati per il trattamento dell’infezione. Un test rapido sulla saliva, capace di accertare in 30 minuti la presenza dell’infezione da Hiv. E molti altri studi che potrebbero dare una svolta decisiva: lo sviluppo di un vaccino, un gel vaginale capace di proteggere parzialmente le donne nei rapporti sessuali senza preservativo…

Le cattive notizie riguardano l’Italia. Il nostro Governo non si sta impegnando nel Fondo Globale per la Lotta ad Aids, Tubercolosi e Malaria. Non abbiamo infatti mai versato i 260 milioni di dollari promessi nel corso del G8 dell’Aquila. Che il problema non ci riguardi? Certo non è così. In Italia il numero di nuove infezione da Hiv è sopra la media europea. Si stima che circa 160mila italiani abbiano il virus Hiv e che più di 30mila di questi non sappiano di avere l’infezione. 22mila sono invece le persone in stato di Aids conclamato.

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