i lascio ma non ti cancello

Nel film Nessuno si salva da solo, tratto dal romanzo di Margaret Mazzantini e al cinema in queste settimane, c’è una scena illuminante. È quella in cui Gaetano (Riccardo Scamarcio) e Delia (Jasmine Trinca), al ristorante per organizzare i turni con i figli nella loro prima estate da separati, litigano furiosamente. A a un certo punto lui, che si è preso anche il dessert in faccia, la guarda e le dice: «Tu mi ami ancora». E lei si commuove.

«È vero: se si escludono i casi di rottura traumatica, quando un amore finisce non si cancella. Semmai si trasforma per poi durare per sempre» commenta Ilaria Marchetti, terapeuta e mediatrice famigliare. Ma prima di vivere il rapporto con l’ex in modo nuovo, si attraversa una fase di passaggio che non è indolore, durante la quale si può essere travolti da sentimenti ambivalenti, come accade a Delia nel film. Due esperte ci spiegano perché succede e quali errori evitare.

Quando un amore finisce non si cancella

Dopo una rottura, i sentimenti che provi per l’ex sono confusi. Qui i consigli per trasformare il legame che vi univa in un rapporto sereno

«I legami basati sulla dipendenza sono quelli che evolvono con più difficoltà. E che, quando si spezzano, portano a credere di non valere più niente senza l’altro» spiega Ilaria Marchetti, terapeuta e mediatrice famigliare

Non sempre i “ritorni di fiamma” sono negativi. Ecco un esempio che è anche una bellissima storia d’amore

La dipendenza dall'ex

«Quando la coppia scoppia, i primi tempi si viene travolti da una girandola di emozioni» spiega Ilaria Marchetti. «Ci sono rabbia, paura della solitudine, ma anche dubbi e ripensamenti: “Avrò fatto la cosa giusta?”; “Forse era possibile ricominciare” e così via. Accade perché la nostra mente, in modo automatico, torna alla “comfort zone” della relazione vissuta per tanto tempo».

Un po’ succede per l’abitudine di pensarsi in due ma c’è dell’altro: quel legame è ancora, nonostante tutto, l’espressione di una dipendenza nei confronti di chi ha diviso con noi anni di vita. E perché si allenti davvero serve tempo, almeno un anno. Ecco perché capita, per esempio, che se si resta in panne con l’auto, istintivamente si chieda aiuto all’ex. «Il bisogno di protezione, che trovava nel partner un punto di riferimento, è rimasto tale e si indirizza come prima verso di lui» conclude l’esperta.

La nostalgia dei ricordi

Un suo maglione rimasto nell’armadio, le foto delle vacanze oppure il regalo che ci ha fatto per il compleanno. Non c’è niente che eguagli il potere evocativo degli oggetti. Tanto che, quando la rottura è fresca, guardandoli ci si fa prendere dalla nostalgia. «Con il tempo, quando avremo elaborato la separazione e trovato un nuovo equilibrio, foto e regali non riusciranno a scalfire la nostra serenità» aggiunge l’esperta.

Nel frattempo, ognuno deve trovare una sua strategia: c’è chi, per non soffrire, butta o regala tutto. Altri, semplicemente, ripongono i ricordi in una scatola. Non ci sono regole. L’importante è trovare una soluzione che ci faccia stare meglio.

Il ritorno di fiamma

Nel caos dei sentimenti dei primi tempi, può capitare che, in un momento di slancio, si finisca di nuovo a letto insieme. Accade per un bisogno di rassicurazione (“lui c’è ancora”) o sull’onda di una travolgente memoria “chimica” di odori, tatto e così via.

«Se succede, dopo in genere bisogna fare i conti con un sensazione di disagio e di colpa» commenta Chiara Borghi, terapeuta. «Specie se ci sono dei figli. Per loro è lacerante vedere i genitori separati scambiarsi di nuovo in modo esplicito affettuosità o accorgersi che, alla fine, “papà ha dormito con la mamma”. Mi è capitato di vedere degli adolescenti rinfacciare ai genitori questo comportamento. Non possono accettare che siano ambigui: i ragazzi, per fidarsi dei grandi, hanno bisogno di chiarezza. La stessa chiarezza che serve agli adulti per riprendere in mano la propria vita e guardare l’ex con occhi diversi».

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