cover amore sfida

Ogni amore è una sfida: ecco come vincerla

I tempi cambiano, la passione pure. E così, al giorno d’oggi, l’anima gemella si trova con un semplice clic. Ci si innamora a ogni età, anche dopo gli “anta”. E chi ha un divorzio alle spalle, vive un’altra chance.  

       

Ecco l'analisi di un sentimento antico in chiave moderna,e una guida con i consigli degli esperti per vincere la sfida che l'amore ci pone, caso per caso.

     

Colpi di fulmine e amori precari

Colpo di fulmine, che passione! Ma, per non scottarsi, bisogna avere qualche cautela

Batticuore, farfalle nello stomaco ed estasi perenne. Il colpo di fulmine è il più entusiasmante tra gli innamoramenti. Ma può causare profonde delusioni. Perché fa dimenticare il resto del mondo (amici, interessi, lavoro) per qualcosa che, magari, si potrebbe presto rivelare un fuoco di paglia.

La sfida: abbandonarsi, ma senza distruggere quello che si è costruito finora. «Questo tipo di storia è bella ma anche terribile, perché vissuta in maniera assoluta: tutto quello che non ha a che fare con lui non interessa più» commenta Anna Salvo, psicoterapeuta e docente di psicologia dinamica presso l’Università della Calabria. «Se vissuta in gioventù è normale e perfino auspicabile, perché insegna a gestire i sentimenti forti e un po’ folli. In età adulta, invece, può essere devastante. E il rischio è che distrugga tutto ciò che si è faticato a costruire».  L’ideale è concedersela cercando di non fare troppi danni.

Come vincerla: non vivere solo per il partner. «Una relazione così turbolenta è un’occasione per scuotere la nostra vita, per valutare quello che abbiamo e quello che potrebbe restarci se andassimo fino in fondo» continua l’esperta. Attenzione, quindi. «Nessuno può bastarci con la sua sola presenza. Chiudersi nella coppia è una scelta che non premia. Anche se la storia funziona».  

             

C’è l’amore ma non il lavoro. E così pianificare una vita insieme diventa un’impresa difficile, a volte quasi impossibile

Benché in età adulta, ci sono coppie che vivono ancora con i genitori. La mancanza di un’occupazione stabile, infatti, non permette di fare progetti come prendere casa insieme o avere un figlio. Ma, alla lunga, questa situazione di stallo incide negativamente sul legame.

La sfida: provarci comunque! «Per quanto le famiglie italiane abbiano sempre aiutato i figli a metter su casa, oggi, non di rado, anche i genitori sono in difficoltà» spiega Carlo Trionfi, psicologo e psicoterapeuta. «Ma la coppia che non ci prova lo stesso rischia di restare ferma all’adolescenza, di non crescere mai. Ecco perché bisogna osare e provare comunque a realizzare il proprio progetto, senza consumarsi in un’attesa che rischia di provocare aspettative enormi e una buona dose di rabbia».

Come vincerla: non aspettare che tutto sia perfetto. «Se il progetto di vita a due è davvero importante e urgente, bisogna mettere in secondo piano tutto il resto» continua l’esperto. «Per esempio, non si deve aspettare di trovare il lavoro ideale e ben tutelato, la casa più bella e più grande e, magari, vicina a quella dei genitori per decidersi a fare il grande passo. Insomma, è saggio accettare anche delle soluzioni al ribasso, come un piccolo appartamento in periferia o fuori città, pur di raggiungere l’obiettivo principale: vivere insieme e iniziare a dare corpo ai propri sogni». Certo, si dovranno mettere in conto tanti sacrifici. Ma l’entusiasmo di questa nuova vita “adulta” darà la forza per affrontarli più uniti che mai.  

Storie nate in chat e amori a distanza

Una storia nata in chat: potrà davvero funzionare? Ecco come fare per non cadere nella Rete

Il Web si è ormai imposto come uno dei luoghi privilegiati per conoscersi. Tanto che le storie nate online sono sempre più frequenti. Sarà perché, una volta tanto, conta l’aspetto interiore, visto che i primi approcci avvengono “al buio”. Ma, per iniziare con il piede giusto, bisogna essere prudenti e cercare di capire chi c’è dall’altra parte.

La sfida: non sottovalutare l’aspetto fisico. «Conoscersi via chat può essere un buon inizio» concede Giuliana Proietti, psicoterapeuta, sessuologa, responsabile del sito www.psicolinea.it. «L’importante non è come ci si conosce, ma cosa si fa per conoscersi. Quando si è in Rete si tende a parlare più apertamente di se stessi e, soprattutto, si è molto più disinibiti per quanto riguarda il sesso. Il problema è che poi, alla fine, ci si incontra e si potrebbe restare delusi dall’aspetto fisico, dai modi di fare o di parlare». Insomma, pensare solo all’interiorità può essere molto romantico, ma è scarsamente realistico.

Come vincerla: scoprirsi con parsimonia. «La cosa più saggia è limitare le confidenze e le informazioni su se stessi via chat e non lasciarsi andare troppo sugli argomenti della sessualità, altrimenti quando ci si incontra non c’è più molto da scoprire. Anche se una buona relazione può nascere dal sesso, l’esperienza insegna che scoprirsi per gradi è più efficace e mette al riparo dai passi falsi».

         

Si vive in due città diverse e ci si incontra soltanto nel weekend. Sembra di essere in un’eterna vacanza

Non è facile amarsi a distanza. Perché, spesso, ci si riduce a vivere in funzione del fine settimana o delle vacanze, momenti che passano sempre troppo in fretta. E durante i quali è vietato manifestare malumori e litigare, per non rovinare tutto. Con il risultato di rimandare sempre “a domani”. Ma, assieme a questi svantaggi, una relazione a distanza ha indubbiamente anche dei pregi.

La sfida: evitare di mettere il rapporto sotto una campana di vetro. «Quando manca il confronto quotidiano, anche con i suoi aspetti poco poetici, è facile idealizzare il partner» spiega Carlo Trionfi, psicologo e psicoterapeuta. «Non solo, le poche occasioni in cui ci si vede diventano eventi da vivere in maniera fiabesca, magica, e solo all’interno della coppia. Una simbiosi che, se da un lato, è rassicurante perché unisce, dall’altro rischia di essere un boomerang. Infatti, se un rapporto non si nutre anche di elementi esterni, diventa soffocante». Quale sfida dovrebbe affrontare, allora, questo tipo di coppia? «Condividere con lui o con lei amicizie e interessi. Anche se questo può voler dire rinunciare a un po’ di intimità, già così risicata e relegata solo ai brevi momenti del fine settimana».

Come vincerla: vivere insieme spicchi di quotidianità. Dal cinema con gli amici alla visita alla cognata che è diventata mamma, fino alla spesa al super. «È importante far incrociare i mondi di entrambi, anche per evitare eventuali sentimenti di gelosia che si creano quando si conosce pochissimo della vita del partner» continua l’esperto. «Ma, soprattutto, per capire se c’è un reciproco interesse a condividere le piccole cose di tutti i giorni. Infine, mai sottovalutare gli aspetti positivi di un amore a distanza: più spazi per sé e più libertà d’azione».

Quando lui ama lui (o lei ama lei)

In una relazione omosessuale, non è sempre facile vivere i propri sentimenti

Gli amori gay sono ormai ampiamente sdoganati e socialmente accettati, eppure esistono ancora difficoltà inimmaginabili per una coppia etero. Una per tutte il “divieto” di potersi mostrare serenamente abbracciati in pubblico o di comparire come coppia in occasioni ufficiali (festa di Natale in ufficio, cena di compleanno della nonna e così via). Per non parlare dei tantissimi ostacoli per chi vuole provare a mettere su famiglia.

La sfida: essere una coppia come tutte le altre. «Anche all’interno di un legame gay c’è una riproduzione dei ruoli maschio-femmina» spiega Anna Salvo, psicoterapeuta e docente di psicologia dinamica presso l’Università della Calabria. «Chi si trova all’interno di questo tipo di relazione vivrà, quindi, molte dinamiche tipiche della coppia etero. Una scoperta che può deludere chi si aspetta più comprensione e nessuna battaglia dei sessi. Eppure proprio la normalità è la chiave per farsi accettare dal mondo esterno, l’altra grande sfida della coppia gay».

Come vincerla: procedere a piccoli passi. «Bisogna provare a riunire la propria famiglia d’origine e il nuovo partner, ma senza pretendere un’accettazione immediata. Se, però, questa non dovesse arrivare, né dalla famiglia né dai propri amici, è meglio cercare un nuovo spazio di libertà, anche trasferendosi in un’altra città. Un periodo di cambiamento è preferibile al rischio di essere emarginati, cosa purtroppo ancora possibile».

State insieme dai tempi del liceo

Un amore nato al liceo e mai finito. Fantastico. Solo che, a volte, viene la tentazione di togliersi qualche curiosità

Stare insieme da sempre e per sempre? Molto romantico! Ma, con gli anni, possono farsi strada curiosità e, chissà, qualche rimpianto. Oscar Wilde diceva che il modo migliore per liberarsi di una tentazione è cedervi. Sarà proprio così?

La sfida: reggere una scelta “innaturale”. «La fedeltà a un solo partner per tutta la vita non ha nulla di naturale» spiega Giuliana Proietti, psicoterapeuta e sessuologa. «Il nostro istinto animale, infatti, di per sé ci spingerebbe ad avere molti amori in età fertile. Poi ci si mette anche la curiosità, che fa ritenere interessanti persone diverse dal nostro compagno di lungo periodo. La fedeltà, quindi, è una scelta. Basata sulla certezza di vivere una storia d’amore importante, per cui donare se stessi e accettare il dono dell’altro è un motivo di gioia e di gratificazione».

Come vincerla: non colpevolizzarsi se si fa uno strappo alla regola. Capita, spesso, di pensare che se la curiosità dovesse prendere davvero il sopravvento e uno dei due si concedesse una scappatella, la vita di coppia ne uscirebbe con le ossa rotte. Probabilmente, però, si tratta di pensieri un po’ drammatici. «In un lungo percorso di vita può capitare di inciampare in un “ostacolo”» conclude l’esperta. «La cosa davvero importante, come si sa, non è cadere, ma sapersi rialzare». E riprendere il cammino accanto a chi si è scelto come compagno di vita.

Siete ex: innamorarsi molti anni dopo

Per ritrovarsi su Facebook è bastato un clic. Poi è scattato il desiderio di stare insieme dopo tanti anni

Quasi vent’anni dopo ci si è incrociati sul Web. E da lì a decidere di provarci di nuovo il passo è stato breve. All’inizio, si era divisi tra l’emozione e il timore di sembrare ridicoli. Ora, invece, ci si chiede se si sta solo cercando di rivivere la giovinezza. Una relazione così può funzionare?

La sfida: riconoscere l’altro per ciò che è ora. «Queste storie sono molto emozionanti» commenta Carlo Trionfi, psicologo e psicoterapeuta. «E suscitano tenerezza, perché fanno riassaporare momenti fondamentali della vita come l’adolescenza, quando i sentimenti erano molto intensi, puri. C’è poi la nostalgia per un’emotività più scoperta. Cosa, in genere, impensabile in età adulta, con la saggezza della maturità. Sensazioni ancora più acute se la propria vita privata è insoddisfacente. Il problema è la delusione davanti alla consapevolezza che, invece, si è cresciuti. Se l’obiettivo è far diventare quella relazione una storia attuale, ci si deve confrontare con emozioni differenti, pensando che è fantastico ritrovarsi, ripercorrere i momenti che furono, ma nella consapevolezza che si tratta di un gioco. Per essere una coppia, adesso, bisogna rimettere insieme il passato con il presente, e conoscere tutti i successivi percorsi della vita dell’altro».

Come vincerla: rivivere la giovinezza per dare slancio anche al presente. Ritrovare un amore che non è stato vissuto appieno significa mettere fine al passato e guardare al futuro senza rimpianti, dicendo a se stessi di non essere più gli adolescenti di un tempo. Come nel famoso film Ritorno al futuro, nel quale ai protagonisti viene data la possibilità di cambiare il proprio passato per risolvere e migliorare così il presente.

Amarsi, nonostante la differenza di età, o di cultura

Lui è molto più grande e lo scambiano per il padre. O, al contrario, è giovanissimo. Sta di fatto che gli occhi sono puntati addosso

Al cuor non si comanda. E l’amore sboccia senza guardare i documenti. Il problema? Non solo bisogna far fronte agli sguardi maliziosi degli altri, ma superare le difficoltà di comprensione legate alla differenza di età.
La sfida: accettare per primi la relazione. «Con una differenza di età importante, il problema non riguarda tanto il rapporto in sé ma le difficoltà che hanno gli altri nell’approvarlo» sottolinea Giuliana Proietti, psicoterapeuta e sessuologa. «La cosa più utile da fare, in questi casi, è chiedersi prima di tutto, e con assoluta sincerità, se veramente si tiene al partner così giovane (oppure così anziano) e quanto si è disposte a investire nel rapporto. Se la risposta conferma che si ama molto quella persona e che la sua assenza ci farebbe soffrire enormemente, non resta che concludere che si è ormai sviluppato un forte legame affettivo. È questa la cosa importante: gli altri se ne faranno una ragione».
Come vincerla: affrontare con molta naturalezza amici e famigliari. «Occorre trovare il coraggio di guardare al mondo con serenità, senza sentire il bisogno di dare spiegazioni» continua l’esperta. «Quanto alle difficoltà di comprensione legate all’età si presume che, almeno all’inizio del rapporto, non dovrebbero essercene, dato lo stato di innamoramento. Con il tempo, di certo, queste sono destinate a emergere e, forse, a provocare delle crisi: l’importante è esserne consapevoli e saperle affrontare, senza fingere di non vederle o mostrandosi impreparati, come se queste situazioni fossero “inattese”».

       

Uno dei due è straniero e l’incontro tra culture diverse non è sempre facile. In più occorre affrontare i pregiudizi degli altri

In un Paese come il nostro, dove la presenza di persone di ogni parte del mondo è un fatto recente, è facile che una relazione d’amore multietnica sia vista ancora con diffidenza. Così, quando si fanno le presentazioni, le reazioni degli altri vanno dallo stupore al sospetto.

La sfida: è duplice. Da una parte consiste nel riconoscere le reciproche differenze, dall’altra nell’accettare le reazioni delle altre persone. «In una coppia di questo tipo è fondamentale accogliere le inevitabili diversità di entrambi» spiega Anna Salvo, psicologa e psicoterapeuta. «E, cioè, accettare le idee di tutte e due, riconoscerne il valore, ma anche mettere dei punti fermi perché nessuno prevarichi sulla cultura dell’altro». Insomma, è giusto riconoscere il diritto dell’uno a non mangiare certi alimenti purché il partner sia libero di continuare a farlo. «C’è poi un’altra sfida, esterna alla coppia, ed è quella di farsi accettare dagli altri. Ma si tratta di un ostacolo che, in realtà, favorisce e rafforza l’alleanza tra i due».

Come vincerla: imparare l’arte del compromesso. «Per queste coppie è fondamentale saper trovare punti di incontro che vadano oltre le reciproche differenze» continua l’esperta. «Un esercizio stimolante ma che, bisogna metterlo in conto, può essere molto faticoso».

Vi amate, ma non volete figli

Ci si ama ma niente bambini. Ma i genitori vorrebbero diventare nonni, e continuano ad alimentare il senso di colpa

Negli Usa si chiamano Dink, una sigla che sta per Double income, no kids (doppio stipendio, niente bambini). Ma, in realtà, la scelta di non avere figli non ha mai motivazioni economiche. Le ragioni possono essere tante e diverse: c’è chi non si sente portato al ruolo di educatore, chi non vuole rinunciare alla propria libertà o alle possibilità di carriera, chi ha deciso così perché ha avuto un’infanzia difficile. Ma gli altri faticano a comprendere.

La sfida: evitare i sensi di colpa. «Una coppia senza figli potrà vivere come in un eterno fidanzamento, senza il peso di altre responsabilità» spiega Anna Salvo, psicologa e psicoterapeuta. «Ma, per questo, rischia di essere tacciata di egoismo. In più, deve mettere in conto momenti di solitudine sociale, in un mondo dove la gran parte delle coppie fa dei figli e, per affinità, frequenta altre famiglie».

Come vincerla: spiegare ai genitori le proprie ragioni e non tagliare i ponti con gli amici che sono diventati mamma e papà. «Non avere bambini è un diritto» conclude Anna Salvo. «Ma occorre anche capire bene se questa scelta non nasconde, in realtà, problemi irrisolti, come un rapporto ingarbugliato con la propria madre o il proprio padre, che impedisce di vedersi genitori a propria volta. Se, invece, è una scelta consapevole, non ci si deve giustificare: basta spiegarsi in modo chiaro una volta per tutte. Poi sarà la propria serenità a spegnere le eventuali critiche».

Siete una coppia aperta

Si crede nella coppia aperta. E ci si concedono reciproci spazi di libertà sessuale che, però, possono fare soffrire

C’è chi ci arriva per vincere la noia, dopo anni di monogamia. Chi, invece, ci crede da sempre. Nella coppia aperta, la regola è: restare insieme e, allo stesso tempo, senza bisogno di dire bugie, concedersi amanti, storie di una notte e, perfino, scambi di partner.

La sfida: non perdersi per strada e capire quando fermarsi. «Sono pochissimi coloro che, oggi, scelgono la coppia aperta. E, se succede, sono sempre più le donne a proporla» spiega Chiara Lupo, psicologa. «La ragione è che oggi l’altra metà del cielo ha raggiunto una maggiore autonomia e intraprendenza, anche sul piano sessuale. Non è più pensabile, per lei, rinunciare al piacere anche quando, a volte, questo implica soddisfare le proprie curiosità con altri uomini, senza per questo mettere in discussione il matrimonio». Un atteggiamento che, culturalmente, può essere considerato più tipico del mondo maschile, essendo quella femminile una natura più sentimentale. Ma l’assenza di ipocrisia è faticosa, può far soffrire e scatenare gelosie o reazioni di rivalsa.

Come vincerla: tenere sempre alta l’attenzione sul partner. «Anche se, a tavolino, ci si è trovati d’accordo nel percorrere questa strada, mai dare per scontato che possa andare sempre tutto bene» continua l’esperta. «Se si tiene davvero al proprio matrimonio, meglio tenere d’occhio eventuali cambiamenti, tensioni, silenzi e così via. Questo “gioco”, infatti, non è per tutti. E, se ci si ama, non si può continuare con la girandola di amori extraconiugali anche quando uno dei due comincia a dare segni di sofferenza. A volte, infatti, si aderisce alla coppia aperta solo in teoria ma, poi, nella pratica, uno dei due si rende conto di non esserci tagliato. In questo caso, meglio parlarsi con chiarezza e cambiare registro.

Separati, con figli

Entrambi separati e con figli: il clan è meraviglioso. Ma riuscire a tenere insieme tutto quanto non è affatto semplice

Una nuova relazione è sempre esaltante. Ma, se entrambi portano “in dote” i figli nati dai precedenti legami, l’entusiasmo rischia di cedere il passo alla fatica.

La sfida: costruire una buona relazione con i bambini. «Rapporti di questo tipo richiedono grande impegno e senso di responsabilità. E i momenti di scoramento sono quasi inevitabili» avverte Chiara Lupo, psicologa. «I figli dell’uno, per esempio, possono non andare d’accordo con quelli dell’altro, l’organizzazione quotidiana non è semplice e, spesso, comporta anche sacrifici economici, specie se uno dei due deve pagare un assegno di mantenimento all’ex coniuge. Tuttavia le famiglie allargate sono anche le più dinamiche: oggi i ragazzini sono tutti in casa, domani vanno dagli altri genitori. Così c’è sempre del tempo per la vita di coppia. Insomma, anche pur facendo un po’ di salti mortali, c’è il modo di trovare spazi preziosi per sé e per il partner».

Come vincerla: rispettare gli equilibri di tutti. E prendere tempo prima di andare a vivere insieme. «Nelle famiglie allargate va usata la massima delicatezza: con i figli dell’altro, con i due ex coniugi e, soprattutto, con i propri figli. Più sono piccoli, più bisogna riflettere molto bene prima di coinvolgerli nel progetto di una nuova famiglia e mettere in campo una situazione stabile».

L'amore dopo gli "anta" o dopo il divorzio

Incontrarsi dopo gli “anta” oggi non è più così inconsueto. Ma occorre avere la voglia di rimettersi davvero in gioco

Chi è single vive nuove storie. E a chi è sposato può capitare di divorziare o di innamorarsi di un’altra persona. Oggi, insomma, superati gli “anta”, anche nei sentimenti ci sono ancora tante chance un tempo impensabili. E ci si può aprire a una fase della vita tutt’altro che noiosa.

La sfida: vivere intensamente, come prima, più di prima. «Non solo l’amore in età non più giovane è possibile, ma è davvero frequente. E, soprattutto, può essere molto passionale» afferma Donata Francescato, docente di psicologia di Comunità all’Università La Sapienza di Roma e autrice del libro Amarsi da grandi, appena uscito per Mondadori. «Gli over 60 di oggi sanno usare il Web, sono attivi nel sociale, si prendono cura della propria forma. Tutte cose che uniscono chi è in coppia, o che favoriscono nuovi incontri. E le storie che nascono non sono un ripiego. A 60 anni non ci sono più complessi, si conosce bene il proprio corpo e molte delle remore cadono, perché tanto, che cosa si ha da perdere? Certo, non tutti riescono ad arrivarci. Perché occorre sapersi (ri)mettere in gioco».

Come vincerla: non pensarsi solo come “nonni”, ormai sul viale del tramonto. «Per vivere l’amore anche con i capelli grigi occorre eliminare tutti i cliché della cosiddetta terza età» continua l’esperta. «Inclusi quelli che considerano ridicoli coloro che danno spazio a nuovi interessi, come la politica, l’associazionismo, i viaggi, lo studio. Vietato, allora, soffermarsi sugli aspetti negativi di questa fase della vita: gli anni che restano possono essere spesi in maniera molto positiva. E con più libertà, senza più bambini da crescere o impegni di lavoro. Un atteggiamento che per molti è un potentissimo afrodisiaco».

     

Innamorarsi dopo il divorzio? Sì, è bello e possibile. Anche se obbliga a fare i conti con i fantasmi del passato

Un matrimonio fallito lascia sempre l’amaro in bocca. Ma, con il tempo, anche la consapevolezza che, dopo un’esperienza del genere, si potrà far iniziare (e durare) una nuova storia con basi più solide. Perché dagli errori s’impara, anche se il percorso non è tutto in discesa.

La sfida: affrontare il ricordo degli ex. «In una relazione fra divorziati i due partner devono spesso mettere in conto la presenza di persone estranee alla coppia, ma non per questo meno incombenti» spiega Giuliana Proietti, psicoterapeuta e sessuologa. «Sono i “fantasmi” degli ex, che si ripresentano di continuo, nei pensieri e nelle fantasie, in tante occasioni della vita quotidiana. E che, non di rado, si possono “materializzare” in modo concreto nella propria esistenza, anche semplicemente per questioni pratiche rimaste in sospeso. Episodi che, però, creano molti dissapori e un po’ di confusione».

Come vincerla: far tesoro della propria storia. «Una coppia di separati o divorziati non può illudersi di vivere il proprio rapporto d’amore come se il passato non contasse più» continua l’esperta. «Allo stesso tempo, questo secondo amore regala energia e tante motivazioni per fare progetti e guardare al futuro. Sbagliato, quindi, avere timore del ricordo degli ex. È solo ripensando agli errori commessi che si può imparare a vivere meglio il presente».

Riproduzione riservata