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Alla larga da lettini solari e lampade Uv

 

Gli esperti mettono in guardia: è provato scientificamente che l’abbronzatura artificiale è dannosa. E va evitata soprattutto da precise categorie di persone

Ci sentiamo più belle in questa stagione se abbiamo un po’ di colore sulla pelle. Quest’anno però ascoltiamo il consiglio che lancia Tawny Willoughby dalla sua pagina Facebook.  Preferiamo uno spruzzo di abbronzatura spray. Questa frase ha fatto il giro del mondo. Perché Tawny ha appena 27 anni e sul viso i segni del melanoma che sta curando. La sua storia è particolare, tanto che ha deciso anche di essere la testimonial della campagna americana sulla prevenzione di questo tumore della pelle. A 16 anni infatti era una fanatica dell’abbronzatura artificiale. Ma undici anni fa non si sapeva ancora con certezza che le lampade solari emettono radiazioni estremamente dannose.

 

Mai prima dei 30 anni

Il pericolo è stato evidenziato da uno studio condotto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro. I ricercatori hanno dimostrato che l’uso dei lettini abbronzanti, se avviene in età inferiore ai 30 anni, aumenta il rischio di melanoma del 75 percento.  Va sfatata anche l’idea comune che esista una dose minima permessa. I raggi ultravioletti, al contrario,  fanno male sempre. Prova ne è che sulla base dei risultati americani, le radiazioni UV nell’agosto 2009 sono state inserite nella classe I dei cancerogeni, cioè quella di massimo rischio.

 

Vietate ai minori e in gravidanza

Sulla base di questa classificazione, in Italia è stato varato nel 2011 un decreto ministeriale che vieta l’uso delle lampade solari ai minori di 18 anni. Inoltre, sempre in base a questo decreto, gli UV non sono permessi neppure alle donne in stato di gravidanza, a chi soffre oppure ha avuto una qualsiasi forma tumorale e a coloro che non si abbronzano o che si scottano facilmente al sole. Diamo retta a Tawny, allora. Per togliere il grigiore invernale dalle nostre gambe “coloriamole” con un cosmetico autoabbronzante.

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