«Posso vedere le parole galleggiare davanti a me e non riesco a raggiungerle, non so più chi sono e cosa perderò ancora». A parlare è Alice Howland in Still Alice, il film di Richard Glatzer e Wash Westmoreland ora nelle sale italiane, tratto dal libro Perdersi di Lisa Genova (Piemme).
Interpretata dall’attrice Julianne Moore, che per questo ruolo è in odore di Oscar, la protagonista è una madre, una moglie e un’insegnante felice. Finché una malattia cambia tutto. Lei non ricorda più il programma delle lezioni, la strada per il bagno di casa, il nome dei figli. La diagnosi è impietosa: Alzheimer presenile. È una storia toccante, che instilla dubbi e paure.
Ma davvero possiamo ammalarci da giovani, prima dei 50 anni? «In genere la malattia viene diagnosticata dopo i 65. Le forme precoci sono rare: riguardano meno del 10% dei casi. Molto spesso c’è una predisposizione genetica e 2 volte su 3 aggrediscono le donne» spiega Claudio Mariani, direttore dell’unità di Neurologia dell’ospedale Sacco di Milano.