Cibi che creano dipendenza

Esistono alimenti che danno dipendenza? Sì, lo conferma anche la scienza. Uno studio recente della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, condotto dalla dott.ssa Nicole Avena, sottolinea come alcuni cibi riescano a sortire l'effetto di una vera e propria droga, stimolando un continuo consumo dello stesso alimento con conseguenze decisamente deleterie sia sulla salute sia sul peso.

Secondo una "scala di dipendenza" (Yale Food Addiction Scale) è stato chiesto al campione studiato di elencare gli alimenti dai quali ci si sentisse più dipendenti. I risultati (classificati con un punteggio da 1 a 7 secondo la loro "pericolosità") hanno decretato tutti i cibi industriali, ricchi di grassi saturi e zuccheri, come vera e propria "droga" per l'organismo.

4 cibi che creano dipendenza

Secondo uno studio recente, esistono alcuni cibi in grado di generare vera e propria dipendenza. Conoscerli, aiuta a controllare meglio linea e salute

 

I cibi che creano dipendenza sono gli alimenti conservati, ricchi di additivi e sostanze in grado di generare fame nervosa nonché consumo spasmodico e incontrollabile degli stessi alimenti. Questo effetto domino ha conseguenza deleterie sia sul benessere dell’organismo (salute) sia sul mantenimento della linea. Spesso, infatti, tali cibi sono colmi di grassi “cattivi” e zuccheri che affaticano fegato e intestino

Pizza

Attenzione al consumo eccessivo

Tra i cibi che innescano dipendenza, troviamo l’amatissima pizza. Questo alimento è di per sé sano, rappresentando uno dei capisaldi della dieta mediterranea. Farina, acqua, lievito, sale, pomodoro…Gli ingredienti di una pizza semplice (margherita o marinara) sono salutari e non vanno a incidere negativamente sul nostro benessere.

A meno che il consumo di pizza non diventi eccessivo (2-3 volte a settimana), ancor peggio se molto farcita e confezionata. I prodotti industriali, infatti, sono ricchi di zuccheri e grassi diversi dall’olio EVO. Ed è stato dimostrato come sia gli zuccheri sia i grassi agiscano sui ricettori della dopamina, creando vera e propria assuefazione.

Una volta smesso di consumare il cibo in questione, il corpo va in deficit e richiede di nuovo quel tipo di cibo per stare bene. Nel caso della pizza, un’ottima soluzione è quella di riservarne il consumo a un giorno della settimana. Preferendo la versione integrale e con molte verdure: le fibre, infatti, aiutano a “ingannare” l’organismo rallentando e limitando l’assorbimento di zuccheri e grassi.

Patatine fritte

S.O.S sale

Sul banco dei cibi imputati, salgono anche le croccanti chips. Le patatine fritte, infatti, sono il classico alimento che innesca il meccanismo “una tira l’altra“. L’effetto assuefazione peggiore si ottiene con le classiche patatine confezionate nei sacchetti e strabordanti di sale nonché dei grassi sprigionati dalla frittura.

Il mix di sodio e grassi, unitamente alla quantità di zuccheri contenuta nella patata stessa, genera la reazione caratteristica che porta alla dipendenza. Tra le conseguenze negative di un consumo eccessivo di patatine fritte vi sono: ritenzione idrica, cellulite, edemi, sovrappeso, obesità, pelle impura, fegato affaticato, problemi intestinali, aumentato rischio cardiovascolare, valori pressori più elevati (a causa del contenuto di sodio).

Le amanti delle patatine dovrebbero friggerle a casa, usando oli con un punto di fumo molto alto come quello di arachide e l‘olio EVO. E riservando questa golosità a una-due volte al mese (come per tutti i cibi fritti).

Un’alternativa sana alle chips sono le “finte” patatine fritte: si tagliano a spicchi sottili le patate lasciando la buccia (ricca di fibra) e si fanno cuocere nel forno molto caldo, con la funzione grill e irrorate di olio EVO.

Biscotti

Golosità a rischio dipendenza

Non solo a colazione, pare che i biscotti siano una sorta di “droga” anche in ogni altro momento della giornata. Con una predilezione particolare per la fascia serale post-cena, per intenderci quella in cui si guarda la tv sdraiati sul divano.

In linea di massima, consumare alimenti ricchi di zuccheri appena prima di coricarsi aumenta notevolmente il rischio di sovrappeso e affatica la digestione. Inoltre, i biscotti industriali sono ricchi di farine raffinate (le peggiori, ragionando in termini di dipendenza), zucchero e grassi vegetali (palma, colza).

Tutte queste sostanze vanno appunto a stimolare i ricettori della dopamina, creando un continuo bisogno dell’alimento dolce per sentirsi momentaneamente bene e in (apparenti) forze. I biscotti, dunque, andrebbero riservati al momento della prima colazione preferendo le versioni integrali e povere di grassi. Ancora meglio se abbinati a un alimento proteico (yogurt, per esempio) che abbassi lindice glicemico complessivo del pasto.

Cioccolato al latte

Meglio se extra-fondente

Come rinunciare al cioccolato? Cibo in grado di stimolare la produzione di endorfine, il cioccolato è uno dei must have insostituibili in caso di malumore, ansie e bisogno di coccole.

Ma pare proprio che la sua versione al latte (e, comunque, tutti gli snack confezionati a base di cioccolato) generi una forte forma di dipendenza, con effetti negativi sia sulla salute sia sulla linea. Per aggirare questo pericolo, andrebbero eliminati tutti quei prodotti industriali ricoperti di cioccolato al latte o bianco, con frutta secca e grassi vegetali diversi dal burro di cacao.

La scelta più sana è il cioccolato extra-fondente con percentuale di cacao non inferiore all’80%: ricco di magnesio. favorisce persino il dimagramento all’interno di una dieta ipocalorica ed equilibrata.

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