mal di stomaco come curarlo

In farmacia puoi trovare almeno sei tipi di medicinali per curare i problemi gastrointestinali. Fra questi, ci sono quelli i cui principi attivi inibiscono la pompa protonica, cioè quel gruppo di proteine che fanno parte della mucosa dello stomaco e che, quando si alterano, provocano un’acidità esagerata. E sono proprio loro i più usati. Anche a sproposito. Per acquistarli serve la ricetta, ma è probabile che molti italiani, quando li hanno in casa, finiscano per utilizzarli per un banale mal di stomaco.

«In realtà, sono indicati per la cura del reflusso gastroesofageo e dell’ulcera» spiega Antonio Gasbarrini, direttore di medicina interna e gastroenterologia al Policlinico universitario Gemelli di Roma. «Il rischio di chi li utilizza a sproposito, o per più di un mese senza controllo medico, è di assorbire male alcune sostanze importanti per l’organismo. Studi in corso, ad esempio, stanno verificando le perdite di vitamina B12, importante per la memoria, causate proprio dagli inibitori della pompa protonica».

Ma allora come si cura il mal di stomaco? E quando vanno utilizzati gli altri farmaci? Facciamo chiarezza con l’aiuto del professor Gasbarrini.

La cura giusta per il mal di stomaco

Se lo confondi con la gastrite o il reflusso, rischi di prendere il farmaco sbagliato. Con l’aiuto degli specialisti, impariamo a riconoscere i sintomi. E a risolvere il problema senza conseguenze per l’organismo

Da un paio di giorni avverti ogni tanto crampi intensi con nausea

Il tuo è il classico mal di stomaco. E può avere moltissime cause, che vanno dall’abbuffata la sera precedente a un momento di grande tensione. Lo stress può provocare una produzione esagerata di acido cloridrico, che irrita le pareti dello stomaco. «In genere, il malessere scompare dopo un paio di giorni, senza lasciare “strascichi” come acidità o difficoltà digestive» dice l’esperto.

La cura giusta

Ci vuole un farmaco procinetico che si acquista senza ricetta e ha come principi attivi la metoclopramide o il domperidone. Con una compressa rilassi la muscolatura delle pareti gastriche e già dopo mezz’ora ti senti meglio. Se hai ancora dolori, ne puoi prendere una seconda a distanza di 12 ore. Nel caso i disturbi non siano molto intensi, aspetta a riprendere il farmaco. Prova a vedere se passano con una tisana a base di fiori di calendula e di camomilla. La prima contiene una mucillagine che protegge la  muscosa gastrica, la seconda rilassa lo stomaco contratto. La dose? Tre tazze al giorno.

Da un paio di settimane senti un bruciore che si irradia

dallo stomaco alla gola e, dopo pranzo, hai reflusso, dolore al torace, raceudine e tosse secca

Si tratta di reflusso gastroesofageo. E solo in un caso su tre la colpa è del sovrappeso e di un’alimentazione troppo ricca di grassi. Oggi si fa sempre più strada la teoria che, alla base, ci sia un difetto nel funzionamento del cardias, cioè della valvola che separa l’esofago dallo stomaco. «Di solito per la diagnosi sono sufficienti i sintomi» puntualizza l’esperto. «Ma in una minoranza di casi ci vuole la gastroscopia».

La cura giusta

Il medicinale che ti fa stare meglio è quello in grado di inibire la pompa protonica (fra i principi attivi ci sono il lansoprazolo e l’omeprazolo). Lo devi prendere due volte al giorno,  mattina e sera, soprattutto se hai dolori anche di notte. Nell’arco di un mese, se stai meglio, passi a un farmaco a base di alginato di sodio: crea nello stomaco una sostanza simile alla gelatina, che impedisce ai succhi gastrici di tornare verso alla gola. Lo puoi usare anche quando ne hai bisogno. Se ad esempio devi uscire a cena e hai il timore di un attacco.

A tavola dai la preferenza a finocchi, cavoli, carote e mele, in grado di contenere sostanze che abbassano il rischio di reflusso.

Da un mese hai nausea e dolori allo stomaco prima di mangiare

Dopo pranzo, vieni colta da un senso di pienezza, bruciore e fai fatica a digerire.

Con questi sintomi, quasi sicuramente si tratta di una gastrite. A causarla può essere una cura con farmaci antinfiammatori, perché questi medicinali possono danneggiare la mucosa gastrica. Oppure l’arrivo della primavera. Con il cambio di stagione, in chi ha già la tendenza a soffrire di questo disturbo si verifica un aumento delle secrezioni acide.

«Un’altra possibilità e che la causa dipenda da un batterio chiamato Helicobacter pylori» spiega l’esperto. «Per questo è sempre necessario un controllo approfondito, che oggi è più soft grazie al breath test. Dal grado di acidità del respiro è possibile individuare la presenza del batterio. E debellarlo con una cura a base di antibiotici.

La cura giusta

Se i sintomi sono leggeri, è sufficiente un farmaco a base di un principio attivo chiamato sucralfato. Crea un velo di protezione sulla mucosa gastrica e spegne il senso di bruciore. Se invece i dolori sono molto intensi, devi assumere anche un medicinale H2 antagonista (il principio attivo più utilizzato si chiama ranitidina) che li attenua e fa anche scomparire il senso di pienezza dopo i pasti. La cura può durare fino a un paio di mesi, ma sempre sotto controllo del medico.

Oltre a seguire le terapie che ti ha prescritto il medico, dai però una mano al tuo stomaco con l’infuso di zenzero. Ne fai bollire un pezzetto in acqua per 15 minuti, lo fiiltri e sorseggi la bevanda la sera con un cucchiaino di miele e uno di succo di limone.

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