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Dipendenza da integratori alimentari

Nasce circa 10 anni fa in Germania, si diffonde in Inghilterra, per poi  sbarcare negli USA, in Canada e in Australia. Oggi è diffusa un po’ ovunque. Non è di per sé sbagliato assumere gli integratori. L'essenziale è che non diventi una dipendenza 

I primi a far uso di integratori sono stati i body builder. L’obiettive sviluppare una “vistosa” massa muscolare, ricorrendo ad aminoacidi (arginina, taurina e carnitina), proteine, vitamine e tanti altri prodotti iper nutrienti. Questi supplementi svolgono spesso una funzione dopante, che migliora le prestazioni atletiche.

Oggi però l’uso degli integratori sta dilagando anche nei non sportivi. E ciò può destare qualche preoccupazione: il fatto che non richiedano prescrizione medica può indurre ad abusarn

Quali danni possono procurare alla salute?

Se l’alimentazione è sana, corretta e sufficiente l’organismo non necessita di supplementi a meno che vi siano motivi particolari: per esempio nella donna la carenza di vitamina D, di calcio o di ferritina, ferro, rari casi di mancanza di vitamina B2 (riboflavina) oppure di vitamina A in entrambi i sessi.  
Quindi il surplus di integratori non aiuta, ma può anche creare problemi.

Alcune vitamine potrebbero non essere assorbite adeguatamente,  perché spesso sono assunte sotto forma di preparati sintetici e non facilmente  metabolizzabili. Inoltre i composti sono  spesso antagonisti ed entrano conflitto tra loro: in pratica, uno neutralizza l’assorbimento dell’altro.

È il caso della papaya, un potente antiossidante: se non è fermentata –  come sostiene il premio nobel Luc Montagner – sarebbe inutile all’organismo.

La melatonina, assunta in modo sintetico, è scarsamente assorbibile. Si  tratta di un ormone naturale, precursore della serotonina, che viene  prodotto di notte dalla ghiandola pineale, e che ha la funzione di  regolarizzare il ritmo circadiano del sonno. La melatonina sintetica,  per poter essere assorbita meglio, dovrebbe essere integrata con  aminoacidi, quali lisina e luteina.

In genere la maggior parte degli antiossidanti si assorbono meglio se accompagnati dalla vitamina C.
Alcune vitamine assunte in eccesso possono creare danni:

È il caso della vitamina A, dato che potrebbe accumularsi nel fegato e intossicare l’organismo;
la vitamina E potrebbe avere effetti negativi sulle piastrine del sangue.

Troppe proteine inoltre, insieme ad aminoacidi, potrebbero intossicare i reni, il fegato e scatenare malattie latenti, per esempio autoimmuni.

Sarebbe meglio che gli integratori fossero prescritti dal medico, meglio se un nutrizionista o un medico specializzato in Medicina Interna.

Per non sottovalutare il rischio dipendenza.

Da un punto di vista clinico – secondo lo psicoanalista di Bologna Roberto Pani – osserviamo la patologia dei body-dysmorfic disorders, un’ossessione un po’ delirante, che interessa alcuni giovani body-builders, maschi ossessivi e compulsivi. Queste persone rappresentano gli equivalenti opposti delle anoressiche nervose. Mentre le anoressiche si vedono più grasse del reale, i culturisti patologici si vedono non sufficientemente muscolosi e cosi diventano deboli e angosciati”.

Questi integratori, proprio perchè fanno bene, vengono assunti in eccesso, fino a diventarne dipendenti. E così pardossalmente finiscono per annullare il loro effetto benefico. Ecco perchè è consigliabile che siano prescritti dal medico proprio per evitare che si trasformi in abuso.

E invece molti diventano dipendenti.

“Il motivo della dipendenza consiste nel suo potere suggestivo: tutto ciò che è chimico e che produce un effetto “spettacolare” – prosegue lo psicoanalista – conferisce un potere alla medicina dalla quale alcuni soggetti finiscono per diventare dipendenti. Se invece si è seguiti da un medico, che si assume la responsabilità di somministrare il farmaco, il rischio di dipendenza si azzera.

L’abuso degli integratori è in aumento proprio perché produce l’illusione che esista la magia della medicina: l’integratore possiede un potere taumaturgico che offra un vantaggio in più rispetto a ciò che la natura ci ha dato”.

Comunque non si può negare che alcuni antiossidanti, tratti da frutti mediterranei e tropicali, possono offrire una risorsa contro i radicali liberi che degenerano le cellule. Ci sono studi scientifici in merito.

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