Addio multitasking: ecco perché fare una cosa alla volta ti fa vivere meglio

Cominciamo dalla cattiva notizia: fare più cose contemporaneamente accorcia la memoria, aumenta lo stress e abbassa il quoziente di intelligenza. Ora ti diamo la buona: per convincere il tuo cervello a “pensare slow” bastano 66 giorni e 5 nuove abitudini

Cosa è il multitasking

Cosa significa essere multitasking? Spesso è descritta come una qualità, e consiste nella capacità di portare a termini più compiti contemporaneamente, o comunque dedicarsi a più cose nello stesso momento.

La realtà però è che si tratta di un’abitudine rischiosa. L’Università del Sussex ha condotto una ricerca su 75 persone multitasker e poi ne ha studiato il cervello con la risonanza magnetica. Risultato: l’area della corteccia anteriore, quella che elabora le emozioni, era più spessa del normale. Non a caso, queste persone si definivano ansiose e stressate.

Scaricare la posta dall’iPad mentre leggiamo le news sul pc e parliamo al telefono con la babysitter, invecchia il cervello. E, dicono le ultime ricerche, rende anche meno efficienti. Uno studio della University of London ha calcolato che fare più cose contemporaneamente alla lunga riduce il quoziente intellettivo di 15 punti.

Perchè essere multitasking fa male

Spesso dedicarsi a più cose contemporaneamente è un’abitudine che abbiamo assunto con tempo, e a volte è strettamente collegata all’abuso di smartphone e altri dispositivi tecnologici, il cui uso si insinua in qualunque contesto: in molti sono convinti di poter parlare a cena con un amico mentre contemporaneamente rispondono a una mail e ai messaggi di un gruppo Whatsapp.

La categoria multitasker per eccellenza però sono le donne con figli, spesso travolte dalla gestione contemporanea di un lavoro a tempo pieno, della cura dei figli e dell’organizzazione della casa: nonostante la presenza di un marito o di un compagno la maggior parte dei compiti relativi a casa e prole continuano ingiustamente a ricadere sulle spalle delle donne. «Molte donne, chiamate a dividersi tra lavoro e famiglia, oggi si sono abituate a vivere così» osserva la psicoterapeuta Eliana Lamberti. «Ma se si fermassero un attimo a riflettere, si renderebbero conto di quante volte durante il giorno la loro memoria vada in tilt: quando scrivono perdono il filo del discorso, mentre parlano all’improvviso smarriscono la logica alla base del ragionamento» dice l’esperta. «In pratica, dimenticano quello che hanno fatto prima e quello che devono fare dopo».

E questo perché il multitasking impone alla mente un superlavoro che produce risultati modesti e imprecisi. «Il nostro cervello è in grado di elaborare più cose contemporaneamente, ma si tratta di una “modalità di emergenza”. Lo può fare bene, cioè, solo per un tempo limitato» aggiunge Paolo Giovannelli, psichiatra e direttore clinico del Centro Esc di Milano (il centro pilota per la cura della dipendenza da Internet).

«Quando tiene l’attenzione su più cose contemporaneamente, si alza il livello di cortisolo, l’ormone dello stress. E avere sempre grandi quantità di cortisolo in circolo alla fine fa sentire spossati e angosciati». E non è tutto. «Se il cervello si abitua a ragionare così, finisce per scegliere sempre questo modo di pensare a discapito di quello più riflessivo che fa percepire la qualità delle esperienze» continua Giovannelli.

Risultato? «Ci sembra di aver vissuto di meno» risponde «e di non aver goduto a pieno della giornata». La testa di molte di noi ormai ragiona da multitasker. Però è possibile tornare indietro.

Come imparare a fare una cosa alla volta

Se si comincia subito, in un paio di mesi si può reimparare a fare una cosa per volta. Ecco come:

  • scrivi un elenco di cose da fare,
  • concentrati su due/tre compiti importanti,
  • ripeti mentalmente le azioni che compi,
  • diminuisci l’uso di dispositivi elettronici,
  • respira profondamente.

«Bisogna creare nuove abitudini» nota Lamberti. «I neuroscienziati sostengono che per cambiare ci vogliono circa 66 giorni. È questo il tempo medio che serve al cervello per rendere automatico un comportamento inedito».

«Scrivi ogni giorno l’elenco delle cose da fare, cercando di dare un ordine di importanza ai vari impegni e valutando il tempo che ti richiedono» consiglia Lamberti. Può essere utile ad esempio sperimentare il metodo “Bullet Journal“.

«Imponiti di concentrarti al massimo nei due o tre compiti più importanti, in modo da eseguirli senza fretta e al meglio. Scoprirai che ti resteranno energie per dedicarti anche ad altro».

«Quando torni a casa alla sera e appoggi le chiavi sul tavolo, ripeti anche solo mentalmente “sto appoggiando le chiavi sul tavolo”. «Questo ti permetterà di prestare attenzione a ogni azione e di limitare i vuoti di memoria tipici di chi fa più cose contemporaneamente» dice l’esperta.

È stato calcolato che ogni americano passa in media sette ore e 38 minuti connesso contemporaneamente a qualche device. Sono i dati di una ricerca della Kaiser Family Foundation.

«Dividersi tra uno strumento all’altro gratifica nell’immediato e fa sentire onnipotenti» commenta il neuroscienziato Jay Giedd. «Infatti crea uno stato di eccitazione ed euforia legato all’impennata di dopamina, da cui si può diventare dipendenti. Il rischio è di sentirsi frustrati quando si spengono tablet e pc, come se niente più ci appagasse».

Imponiti di invertire la rotta: «Per disintossicarti e abbassare l’asticella bastano 30-40 minuti al giorno senza dispositivi in mano» suggerisce Giovannelli.

«Essere sempre su più cose nello stesso momento non mette in tensione solo la mente, ma anche il corpo. E alla fine ci ritroviamo con i muscoli contratti e il fiato corto» nota Lamberti.

«Per stare bene, è importante tornare a respirare in modo profondo, cioè con l’addome. Prova questo esercizio: appena sveglia o prima di coricarti fai 10 respirazioni in posizione supina mettendo le mani sul diaframma e immaginandolo come un palloncino che si deve riempire. Inspira letamente gonfiando la pancia per un paio di secondi e poi espira altrettanto lentamente, svuotandola».

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Il multitasking rende frettolosi, poco presenti perfino nelle cose che ci danno piacere.

«Il segreto è cercare di vivere fino in fondo un’esperienza, anche piccola, tra quelle quotidiane» conclude Giovannelli.« Bastano una doccia più lunga del solito o una breve passeggiata per ritrovare la qualità di ciò che facciamo. Perché la vita non può ridursi a una somma di compiti da svolgere contemporaneamente per rispettare le scadenze».

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