Di fronte all’esito positivo del test genetico, l’asportazione delle mammelle, in condizioni di sanità, non sarebbe l’unica soluzione possibile per affrontare il rischio. La diagnosi non è conclamata, ma è solo una probabilità che si verifichi.
“Ci sono più alternative per fronteggiare la situazione – rassicura il dottor Bonanni – La sorveglianza intensiva con esami mirati e frequenti per eventuale diagnosi precoce (oggi molto efficace per il seno, ma meno per l’ovaio) e la prevenzione medica con dei farmaci mirati: il tamoxifen è efficace in certi casi, la fenretinide promette di esserlo per il seno. Il primo è un SERM (modulatore selettivo dei recettori estrogenici) e la fenretinide è un retinoide, cioè un derivato sintetico della vit. A).
La scelta di questi composti e – nel caso di tamoxifen – preferibilmente a basse dosi ha lo scopo principale di coniugare massima efficacia a bassissimo numero di effetti collaterali.
Per la prevenzione del tumore all’ovaio è assodato inoltre che la pillola anticoncezionale è molto protettiva”.