Pedane vibranti ed elettrostimolatori: servono davvero per restare in forma?

  • 24 12 2009

Il personal trainer ci parla di fisiologia del movimento, catena cinetica e muscoli antagonisti. E ci fa capire entro quali limiti possiamo ricorrere a strumenti come pedane vibranti ed elettrostimolatori per perdere peso, tonificare i muscoli e restare in forma

Molti programmi televisivi pubblicizzano gli effetti benefici di pedane vibranti ed elettrostimolatori, promettendo risultati sorprendenti e in breve tempo “senza fare alcuna fatica”, al di là della spesa per l’acquisto del macchinario stesso. Ma questi strumenti ci aiutano veramente a perdere peso, tonificare i muscoli e restare in forma? Per cercare di fare un po’ di chiarezza, ne parliamo con il personal trainer Pier Luigi Martilotti.

“In linea generale, possiamo subito dire che – per il benessere del nostro corpo  – gli effetti di questi dispositivi non sono in alcun modo equiparabili ai risultati che possiamo ottenere tramite il movimento vero e proprio. Ciononostante, non si può affermare che questi siano del tutto inutili: vi sono infatti situazioni particolari in cui gli elettrostimolatori sono efficaci, come il recupero muscolare in seguito a un infortunio, oppure l’impossibilità di svolgere movimento associata alla necessità di riacquistare il tono muscolare”.

Per quale motivo il movimento “naturale” è decisamente preferibile, in condizioni normali?

“La fisiologia del movimento prevede l’attivazione della cosiddetta catena cinetica, fatta di muscoli agonisti e antagonisti. Gli elettrostimolatori intervengono esclusivamente sui muscoli agonisti, senza stimolare in modo appropriato il sistema agonista-antagonista e creando dunque uno squilibrio all’interno di questo delicato meccanismo”. Quali sono i rischi? “Eventuali lesioni e microtraumi, senza contare la possibilità di danneggiare le cellule per l’effetto di scariche elettriche troppo potenti”.

“In aggiunta, il movimento naturale comincia con una fase di pre-stiramento del muscolo, seguita dalla sua repentina contrazione e dunque dal suo accorciamento. Un elettrostimolatore non è in grado di “simulare” tutto ciò, limitandosi a stimolare la meccanica muscolare in modo non specifico”.

“Ma non è tutto: il nostro corpo è nato per muoversi. Solo un allenamento che prevede l’attivazione effettiva della dinamica del movimento può essere veramente efficace. Senza contare un ulteriore aspetto: il movimento presuppone anche un continuo stato di vigilanza e controllo attivo da parte del nostro cervello. La caratteristica dell’elettrostimolatore è invece proprio la passività, il non-intervento della volontà”.

“Nel caso delle pedane vibranti, invece, indubbiamente queste possono avere effetti positivi sulla circolazione grazie alla stimolazione della pianta del piede. E’ tuttavia del tutto sbagliato pensare che, senza fare fatica, si possano ottenere risultati eccellenti: ecco perché una pedana vibrante può essere utile nella fase del riscaldamento, ma non può certo costituire il pilastro portante dell’intera seduta. Un buon allenamento richiede tempo, entusiasmo e impegno“, conclude Martilotti.

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