Perdonare è un atto d’amore innanzitutto verso se stessi
Perdonare non è metaforicamente buttare fuori il male, ma contenere, accogliere.
Quando il danno subito è grave (situazioni di violenza o di reiterato disamore) perdonare può essere benefico, addirittura terapeutico per se stessi.
Quando si perdona si esce dal frastuono dei sentimenti di rabbia, indignazione e risentimento; questi sentimenti possono essere così intensi da farci desiderare a nostra volta di compiere azioni vendicative contro chi riteniamo responsabile del danno che ci è stato inferto.
Si può così fantasticare la rabbia e l’odio possono venir fantasticati, immaginando scenari di vendetta, di sottomissione dell’altro e di punizione. Ma a volte questi sentimenti invece che essere simbolizzati attraverso fantasticherie vengono tenuti distanti dalla coscienza perché fanno paura. Ciò non è senza conseguenze: i sentimenti ostili possono condurci verso un circuito negativo col risultato di evolvere (ma sarebbe il cado di dire “involvere”) in una autopunizione involontaria che ci rende la vita difficile.