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La "gemelli" vuol dire condivisione e compagnia, ma rimanda anche all'idea di ambivalenza e competizione. Oltre ad evocare la diffusa curiosità sulla telepatia che caratterizza la coppia gemellare.

Insieme allo psicoterapeuta prof. Roberto Pani, docente di Psicologia Clinica all'Università di Bologna, vi raccontiamo la psicologia dei gemelli, cioè la storia di un'evoluzione che va dalla fusione primordiale (dei due embrioni, prima ancora che neonati) alla ricerca della propria identità, in età adulta.

Volta pagina per entrare nel mistero che avvolge il doppio.

Vivere da gemelli

È davvero così diverso essere gemello rispetto al non esserlo? E com'è la loro psicologia? Ne parliamo con lo psicologo clinico

La coppia gemellare può chiudersi in se stessa e isolarsi?

Si parla di effetto coppia quando si instaurano dinamiche tendenti all’introversione e al rapporto esclusivo, che possono produrre effetti negativi, come ritardo nell’apprendimento di un linguaggio appropriato e l’asocialità. È molto importante che i genitori riconoscano i primi sintomi per permettere ai gemelli il formarsi di due personalità ben distinte.

Com'è essere gemelli?

Quanto è bello essere gemelli?” – domanda che si sentono spesso rivolgere i gemelli.
“Molto” – è la risposta, o almeno così pare.

Ironicamente si potrebbe dire: Non c’è bisogno di guardarsi allo specchio perché ci si specchia già. In modo più profondo invece:
– Non si sente il bisogno di avere degli amici perché sotto un certo aspetto il tuo amico del cuore è il tuo gemello (e durante l’adolescenza persino il desiderio di un fidanzato avviene con ritardo);
– se hai un’angoscia la condividi con l’altro: non sei solo a “vivere” il tuo problema;

–  se hai bisogno di affetto e consolazione – sia da bambino che da adulto – il tuo gemello c’è sempre (sempre se hai un buon rapporto con lui);

–  dentro ti te hai la consapevolezza che hai un alleato su cui contare.

Tutte queste esperienze positive generano l’illusione di non essere mai solo. E qui arriva il bello.

I gemelli e l'illusione di non essere mai soli

L’illusione di non essere mai soli
I gemelli ritardano così l’esperienza di cercare l’altro, perché sono già completi nei loro bisogni, fino ad esserne quasi saturati.
Non sperimentano mai la solitudine da bambini, per poi scoprire improvvisamente cos’è, quando ormai è tardi e non si è pronti ad affrontarla. Da adulti, quando la vita porta inevitabilmente a separarsi e a fare le prime esperienze da soli, i gemelli cercano in maniera quasi ossessiva – nell’altro che vorrebbero incontrare – il gemello che non è più accanto a sé. E qui iniziano i problemi, proprio perché a un certo punto tu il gemello “deve” – e si sottolinea deve – camminare da solo, per sopravvivere.

Problematicità tipiche dei gemelli

I contro dei gemelli

A un certo punto della tua vita ti accorgi che il tuo alter ego è un “nemico” di te stesso, perché non ti consente alcuna libertà di individuare chi sei davvero: le tue scelte sono impossibili perché devi condividere tutto con l’altro, anche nelle esperienze di piacere e di godere la vita.
Passata l’infanzia, cosa succede nei gemelli? Secondo il prof. Roberto Pani, i gemelli “non sanno cosa sia il piacere individualizzato, cioè quel piacere di scoprire la vita da solo, poiché tale esperienza è sempre stata condivisa con l’altro. Il piacere, se non è individualizzato, non può considerarsi tale.
Arriva un momento – nell0adolescenza e nella prima giovinezza – in cui il gemello vuole essere riconosciuto come una persona singola, e non più come una coppia.

Vuole conquistare il suo spazio e non più co-abitarlo sempre con l’altro.  

Conflitto tra gemelli

I gemelli in conflitto

Il gemello vuole assaporare il piacere di esplorare in maniera individuale, esperienze che sono sconosciute per molto tempo (dai 0 ai 6-7 anni). Alcuni gemelli confessano di ricordarsi il periodo infantile come un periodo durante il quale si sentivano un tutt’uno con l’altro, senza riuscire a “dis-tinguersi”.
Come fa a godere (della vita) se non conquista la libertà? Ecco che il gemello deve imparare a conquistare la sua libertà.

La consapevolezza della condivisione continua con l’altro (il gemello non ha mai niente tutto per sé) può portare dolore ma anche sana crescita” – prosegue lo psicoterapeuta.

Gemelli: alla ricerca del proprio spazio

Alla ricerca della propria identità

Quando si è nati insieme punto diventa appropriarsi di se stessi.
“L’ego-sintonia (l’essere sintonici con il proprio fratello gemello) se da un lato può apparire come sicurezza non contestabile, rassicurante per l’eternità, dall’altro rappresenta l’impossibilità di appropriarsi di sensazioni personali, di giudizi, di impressioni, di capacità di valore, di caratteristiche che facciano sentire di vivere una vita propria” – prosegue Pani.

Competizione tra gemelli

Competizione e Ambivalenza


Così da parte dei gemelli comincia un tentativo di differenziarsi, e in questo naturale processo si scontrano con la competitività e con sentimenti ostili verso l’altro.
Si tratta di un’ostilità che deriva dall’ambivalenza:  da un lato c’è l’eterno amore giurato (“sono il tuo gemello e in quanto tale ti amerò per sempre”) e dall’altro lato c’è il bisogno (e poi desiderio) di appropriarsi di se stesso (ho bisogno di camminare con le mie gambe ed evitare di essere assorbito dalla coppia che non mi dà spazio).

Dipendenza tra gemelli

Dipendenza

“Dal punto di vista strettamente psichico il “gemellaggio” è un po’ come 2 oggetti che sono calamitati l’uno verso l’altro” – sostiene lo psicologo clinico.
Non a caso spesso i gemelli si compensano: laddove uno è timido l’altro è estroverso, laddove uno è vivace l’altro è pacato.
È come se si trattasse di un unico organismo, in cui c’è uno scambio di ruoli continuo: il gemello protettivo e il gemello fragile, il gemello determinato e quello pigro. Ruoli che possono però cristallizzarsi, e dai quali diventa difficile uscire.

Gemelli: cosa fare per differenziarsi

Cosa si può fare per differenziarsi?
Il contesto familiare può favorire la differenziazione e ottimizzare sia le caratteristiche che accomunano, sia quelle che li differenziano e sono proprie di uno dei 2 gemelli. È proprio quest’ultimo passo che consente l’individuazione di se stessi.

È importante che i genitori valorizzino le qualità positive dell’uno e contemporaneamente sottolineino il talento dell’altro per un altro aspetto.
A un certo punto – testimonia Roberta, gemella omozigote di 35 anni – saranno i gemelli stessi a differenziarsi da soli.”

I gemelli e i rapporti con gli altri

Qual è il rapporto che i gemelli instaurano con gli altri?
Le aspirazioni sentimentali rispecchiano spesso il primo riconoscimento avvenuto nelle primissime fasi della vita. Se il gemello dunque si è sempre visto negli occhi dell’altro, cercherà sempre in futuro un “partner” che somigli il più possibile al suo gemello. In fondo egli è nato in coppia! E conosce l’esperienza della coppia e non del sentirsi unico individuo.

Non è infrequente che gli amici o i partner dei gemelli da adulti somiglino caratterialmente al gemello “mancante”. Alice, 35 anni, confessa: “se si potessero fondere tutte le mie amicizie in una sola persona, verrebbe “sintetizzata” la mia gemella.”

Evoluzione dei gemelli

Ma alla fine i gemelli ce la fanno?
“Certo, rassicura Pani – Grazie alla loro esperienza gemellare attingono a capacità di introspezione, fondamentali per comprendere se stessi e gli altri. Grazie alla loro esperienza antitetica di fusione e individuazione di se stessi acquisiscono quell’ arricchimento personale, che consentirà loro di distinguersi e di vivere una vita propria.

Imparando prima degli altri a condividere, apprendono subito la generosità, utile a comprendere il difficile amore per il diverso.

Il processo evolutivo può incontrare qualche difficoltà rispetto a chi è nato “solo”, esperienza non sempre compreso da tutti. Ma è proprio ciò che rende l’esperienza gemellare unica e bellissima.

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