Gli attentati ci lasciano inermi di fronte allo spettro di una nuova guerra. Ne parliamo con gli esperti

Dopo gli attacchi di terrorismo verificatisi a Parigi la sera del 13 novembre 2015, in tutta Europa rischia di esplodere una vera e propria psicosi da attentato. Secondo gli psicologi, questi eventi drammatici così tragici alimentano le paure più recondite di noi, perché ci fanno sentire in balia di ciò che è più grande di noi.

«In più si aggiunge l’incapacità di dare un senso ad una violenza così efferata che fa leva su questioni molto profonde dell’individuo ma anche della comunità, cioè quelle legate all’identità: siamo di fronte ad una guerra “perversa”, condotta da chi ammazza il nemico perché spinto da un’ideologia. A differenza delle epoche passate, le persone hanno la sensazione che dietro gli attentati non ci siano motivi economici o territoriali, come ci insegna la Storia, ma c’è qualcosa di più irrazionale (se mai volessimo trovare un senso alla violenza”: ed è proprio questo a fare paura» – spiega Roberto Pani, docente di psicopatologia clinica presso l’Università di Bologna.

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