Tanti fumatori sono passati dal tabacco a “svapare”, cioè a fumare la sigaretta elettronica, diminuendo il numero di sigarette “vere” o abbandonandole del tutto. Ma smettere con le sigarette “vere” o diminuirne drasticamente il numero usando l’e-cig vuol dire smettere di fumare?

“La sigaretta elettronica può essere un ottimo strumento di transizione dall'essere fumatori al non esserlo più”, spiega la dottoressa Sara Padovano, psicologa, “ma non basta a perdere il vizio, perché fumare una sigaretta è anche un’abitudine - e una dipendenza -  tanto fisica quando psicologica: che la sigaretta sia di tabacco o elettronica, la gestualità e la ritualità del fumo sono le stesse".

La sigaretta elettronica aiuta davvero a smettere di fumare?

Svapare, cioè fumare la sigaretta elettronica, è un modo per smettere di fumare? O è solo un'abitudine meno dannosa? La psicologa ci spiega perché è tanto difficile rinunciare alla nicotina, e alla gestualità e ai rituali tipici del fumo

“Sono due in particolare gli aspetti in cui la sigaretta elettronica può essere un’alleata di chi vuole smettere di fumare“, spiega l’esperta.

“Il primo, è che alternando l’e-cig a un numero sempre minore di sigarette vere, o usando dei liquidi con una certa concentrazione di nicotina, e diminuendone progressivamente le dosi, si possono minimizzare gli effetti della dipendenza da nicotina e della relativa astinenza, aiutando il fumatore a superare il periodo più difficile, quello in cui il corpo si disintossica -circa 15 giorni. Fino a farne completamente a meno, in modo soft.”

“Il secondo è il fatto che mantenere la gestualità e la ritualità del fumo, in una prima fase, supporta e conforta il futuro non fumatore, che non deve rinunciare improvvisamente a un’abitudine radicata e piacevole, può resistere più facilmente alla tentazione e non si sente escluso da situazioni sociali a cui è abituato. Così è più facile che vincere lo stress che accompagna il cambiamento, e arrivare fino in fondo”.

In altre parole, la sigaretta elettronica funge da surrogato (un po’ come il ciuccio per i neonati), e ci permette di interrompere la dipendenza.

Il fumo è un brutto vizio, una vera e propria dipendenza. La nicotina infatti stimola il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, che ci fa sentire soddisfatti, rassicurati, ci aiuta a resistere allo stress e a trovare la concentrazione. Lo stesso che viene rilasciato quando raggiunge l’orgasmo, si mangia del cibo che piace, o si usano droghe.

Si si smette improvvisamente di fumare, il corpo si trova in carenza della dose di nicotina – e quindi di dopamina – a cui era abituato, e ce la richiede. Proprio in quei momenti, la voglia di fumare di nuovo diventa sempre più pressante, ed è più facile ritornare alle vecchie abitudini. Con l’ulteriore rischio di sentire di aver “fallito” e di perdere la motivazione. “Ma è proprio in questa che la sigaretta elettronica può rappresentare una soluzione, almeno temporanea.”

C’è qualcosa, per un fumatore, che è ben più difficile da affrontare della dipendenza da nicotina: la gestualità e la ritualità legate al fumo. Come spiega l’esperta, infatti, “chi fuma associa alcune sensazioni, situazioni ed emozioni alla sigaretta. Non tanto al gusto, ma all’azione fisica, al gesto di fumare. Un’azione che ripetuta diverse volte al giorno, magari per anni, crea un’abitudine davvero dura da sradicare”.

“Cambiare abitudini – per quanto in direzione positiva – è sempre uno stress, sia per la psiche che per il corpo. Stress che l’organismo affronta cercando conforto in qualcosa di rassicurate, conosciuto, come la sigaretta. Così, si viene attirati nuovamente proprio sulla strada che volevamo lasciare, innescando un circolo vizioso. In questo, l’e-cig può essere un appiglio. Ma perché sia davvero utile, bisognerebbe diminuire gradualmente anche nell’uso della sigaretta elettronica, fino al punto di smettere, facendo uno sforzo di volontà.”

“Bisogna però fare attenzione a quanto si utilizza la sigaretta elettronica”, sottolinea la dottoressa Padovano. “Esagerare con l’e-cig usando la scusa che “tanto non fa male”, può – sul lungo periodo – riportarci a fumare con più accanimento di prima: se il corpo si abitua a svapare sempre di più, si rischia di tornare a qualcosa di più forte, e dannoso. Inoltre, se anche con la sigaretta elettronica si può minimizzare il fumo passivo, sempre con la scusa dell’innocuità, bisogna pensare anche all’esempio che si dà: se svapare diventa una moda, c’è la possibilità che crei anche nuovi fumatori”.

Come si fa quindi a smettere di fumare per sempre, che sia vapore o tabacco? “Le abitudini si creano attraverso la ripetizione, che tracciano una specie di segno, sempre più profondo nel nostro cervello. Per cambiarle, dobbiamo sostituire un segno con un’altro. In pratica, l’azione di fumare va sostituita con una nuova azione, che ripetuta ancora e ancora, creerà una nuova abitudine, cancellando la vecchia”, spiega la psicologa. Qualche esempio? Quando ti viene voglia di fumare, bevi un bicchiere d’acqua, fai 3 respiri profondi, oppure fai un pensiero positivo.

“Ma più di ogni altro incoraggiamento, serve una forte motivazione per affrontare lo sforzo del cambiamento: per smettere di fumare, bisogna davvero volerlo fare e credere di essere in crado di farlo. Ma anche quella si può trovare: ad esempio, se fumando la sigaretta elettronica si sta meglio fisicamente, si nota che comunque si è diminuito il numero di sigarette, si possono trovare le risorse in termini di fiducia, per prendere quella decisione importante che si rimandava da tempo, o affrontarla con la dovuta convinzione.”

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