Sindrome delle gambe senza riposo: la parola allo specialista

  • 10 07 2016

La sindrome delle gambe senza riposo colpisce una popolazione che varia dal 5% al 10%, con una netta prevalenza femminile, disturbandone il sonno. Per conoscerla meglio abbiamo intervistato un esperto

La sensazione di non riuscire a tenere le gambe ferme una volta sedute sulla poltrona o coricate nel letto, interessa dal 5 al 10% della popolazione: ma quali sono cause, sintomi e rimedi di questo disturbo, comunemente conosciuto come sindrome delle gambe senza riposo?

Risponde il Professore Fabio Cirignotta, Direttore U.O. del Policlinico S.Orsola-Malpighi, Università di Bologna.

Professore Cirignotta, che cos’è la sindrome delle gambe senza riposo?

Recentemente rinominata “Sindrome di Willis-Ekbom”, dai nomi del medico inglese che la descrisse per primo nel 1665 e del neurologo svedese che la studiò in tempi moderni, la sindrome delle gambe senza riposo è caratterizzata da una smania e un urgente bisogno di muovere le gambe. A questa necessità impellente si associano sensazioni di fastidio e dolenzia localizzate dal ginocchio in giù.

Quando compare il disturbo delle gambe senza riposo?

Di sera e di notte, quando il paziente che ne è affetto siede in poltrona o è coricato a letto. Scompare  solo se il paziente si alza e cammina, ma può ricomparire quando torna a sedersi o a ricoricarsi.

Gambe che non riescono a stare ferme: che cosa significa?

Il disturbo provoca una difficoltà all’addormentamento e quindi insonnia; quando poi il paziente riesce ad addormentarsi, durante il sonno compaiono scatti delle gambe, ripetuti ogni 20-40 secondi circa, che si susseguono per periodi anche protratti; questi scatti, pur non risvegliando completamente il paziente, ne disturbano ulteriormente il sonno.

Disturba il sonno

A parte disturbare il sonno, può avere ulteriori conseguenze?

La sindrome delle gambe senza riposo può provocare depressione, peggiora la qualità della vita e secondo alcuni recenti studi, impedendo il normale “rilassamento” vegetativo durante il sonno, può essere all’origine di una ipertensione.

La gravità del disturbo può variare: c’è chi ne soffre occasionalmente o per brevi periodi, e in questi casi le conseguenze sono modeste e non è necessario un trattamento specifico, e chi ne soffre tutte le notti o quasi, e per questi è necessaria una terapia farmacologica.

Individuare la diagnosi e le cause

Come si fa a capire che si soffre di sindrome di gambe senza riposo?

La diagnosi è basata sulla valutazione clinica del paziente, e spesso si avvale di indagini strumentali (come la polisonnografia). Come spesso accade, può essere guidata dai sintomi specifici del paziente o essere riscontrata durante indagini per altra causa.

Quali sono le cause?

Nella maggioranza dei casi è “idiopatica”, cioè non riconducibile ad una causa effettiva.

Sembra che la causa della malattia sia da ricercare nell’alterazione del metabolismo di un neurotrasmettitore, la dopamina, dovuta a una mancanza di ferro.

A volte la sindrome invece è secondaria a determinate condizioni o patologie, quali la gravidanza, l’insufficienza renale, il diabete, l’artrite reumatoide o la Malattia di Parkinson. In alcuni casi è presente una familiarità.

Come si cura la sindrome delle gambe senza riposo?

Attraverso una terapia farmacologica prescritta dal medico specialista in neurologia. La prima scelta è rappresentata da farmaci “dopaminergici” come il pramipexolo, il ropirinolo o la rotigotina, che vanno somministrati a bassi dosaggi e sotto stretto controllo medico (hanno la funzione di regolare il metabolismo alterato del neurotrasmettitore coinvolto, la dopamina).

Alternative terapeutiche sono il clonazepam, una benzodiazepina, o il gabapentin. Anche per questi farmaci è assolutamente necessario il controllo medico e la durata della cura va limitata nel tempo.

Nelle forme secondarie andranno trattate le malattie che ne sono alla base; è consigliabile inoltre la riduzione del consumo di caffè, del fumo e dell’alcool, oltre alla pratica regolare di un’attività fisica.

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