allergia al nikel

L'allergia al nichel si manifesta sotto forma di dermatite da contatto (DCA), che si può sviluppare anche in aree del corpo lontane dalla zona di contatto. Le mani, orecchie, polsi, petto e collo, sono le zone più colpite a causa dell'esposizione agli oggetti in metallo, ma a volte sono interessate zone impensabili come la pancia, a causa di bottoni e cerniere, oppure i piedi a causa delle abbottonature dei sandali.

In alcuni casi, possono procurare dermatiti allergiche da nichel le mucose del cavo orale, perché questo metallo può essere presente in protesi dentali o apparecchi.

Allergia al nichel: come si manifesta e cosa fare

In più i cibi da assumere e i test da eseguire nei centri di allergologia

Il nichel (simbolo chimico Ni) è un metallo con caratteristiche chimico-fisiche simili ad altri importanti metalli come lo zinco e il rame. È ampiamente utilizzato nell’industria, in particolare per la preparazione delle leghe caratterizzate da resistenza al calore e alla corrosione (batterie, parti di macchinari, fili, parti elettriche) e anche per la placcatura di oggetti di uso comune.

La maggior parte degli oggetti con i quali veniamo in contatto quotidianamente sono composti da nichel: bigiotteria, orologi, cellulari, maniglie, cerniere, stoviglie, pentole, accendini, forbici, aghi, batterie, coloranti, materiale elettrico, ceramiche, parti metalliche di occhiali.

Lo si trova anche in molti cosmetici, come ad esempio tinture per capelli, permanente, cerette, creme viso, shampoo, dentifrici, trucchi, pre e dopo barba ecc. A causa del diffondersi delle dermatiti da contatto, sempre più prodotti di bellezza sono formulati senza nichel.

Fonti insospettabili di nichel sono l’acqua del rubinetto, a causa delle tubature in metallo e il fumo di sigaretta; ma anche alcuni cibi industriali (come quelli ricchi di grassi idrogenati) e alcuni vegetali. Nel primo caso dipende dalla lavorazione industriale, nel secondo dal terreno di coltivazione.

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Dermatite da contatto al nichel

Sintomi allergici

Oltre alla dermatite da contatto, l’esposizione al nichel può provocare: prurito, asma, bronchite, ulcere cutanee, angioedema, dermatite nelle zone flessorie, vari tipi di sfoghi della pelle.

Altri sintomi meno specifici dell’allergia al nichel sono:

– disturbi intestinali
– crampi addominali
– emicrania
– sofferenze a carico del fegato e dei reni, che potrebbero essere costretti a smaltire un eccesso di tossine da un intestino troppo permeabile a causa del nichel
– gastriti e reflusso gastroesofageo
disturbi dell’umore: il nichel, irritando la mucosa intestinale, potrebbe interferire nella produzione di neuropeptidi
– artrite (sono in atto studi sulla relazione tra nichel e artrite reumatoide)

Bigiotteria in nichel

Il contatto con la bigiotteria

Le dermatiti da contatto causate dal nichel sono un classico fenomeno allergico e si stima che il 10% della popolazione femminile ne sia affetta a causa dell’utilizzo di oggetti di bigiotteria.

L’allergia al nichel si diagnostica attraverso i test allergologici convenzionali (i patch test), prescritti dal medico curante e da effettuarsi in un centro allergologico.

La terapia primaria consiste nell’evitare il contatto gli oggetti “colpevoli”: la dermatite da nichel può essere il campanello di allarme di un accumulo di metallo nell’organismo e su questo bisogna intervenire.

Cause dell'allergia al nichel

Le cause dell’allergia

Per quanto riguarda l’eziologia, le cause dell’allergia al nichel sono imputabili ad una maggiore sensibilità del sistema immunitario a questo metallo. Anche lo stress psico-fisico e le variazioni stagionali possono influire sulla manifestazione allergica.

I fumatori assumono una maggiore dose di nichel tramite i loro polmoni.

Tutti i sintomi elencati nella pagina precedente dipendono dalla dose del metallo assunto; inoltre, non è stato ancora potuto stabilire la dose minima di nichel tollerata dai soggetti sensibili.

In media, l’intervallo di tempo tra l’ingestione del nichel e la comparsa di sintomi varia da 1 a 24 ore.

Diagnosi dell'allergia al nichel

Come si diagnostica l’allergia al nichel

Attraverso i patch test, cioè piccoli cerotti contenenti le sostanze allergiche che vengono applicati sulla spalla del paziente. Dopo 72 ore, questi cerotti vengono rimossi per valutare l’eventuale reazione cutanea locale: se in corrispondenza del cerottino a base di nichel lascia una chiazza di cute arrossata, la diagnosi di allergia al nichel è positiva.

È importante sapere che la quantità di allergeni, usata a fini diagnostici, è talmente esigue da risultare priva di rischi anche nei casi di forte sensibilità alla sostanza.

Alimenti da evitare se si è allergici al nichel

I cibi da evitare

Cacao, cioccolato, legumi freschi e secchi  (i ceci sembrano più tollerati), cereali, farina di mais, farina e prodotti integrali, noci, mandorle, spinaci, asparagi, pomodoro intero e concentrato, margarina, pere, lievito chimico, liquirizia, funghi, lattuga, grano saraceno, pasta sfoglia, alimenti in scatola, aringhe, ostriche, acciughe, té.

Cibi tollerati dagli allergici al nichel

Cibi permessi

Carne bianca e rossa, pesce (ad eccezione di quello precedentemente elencato), patate, uova, latte, formaggi, agrumi, mele.

Cibi abbastanza tollerati

Pasta e pane con farina 00, cetrioli, melanzane, peperoni, zucca rossa, zucchine, marmellate, cavoli, carote, banane, cipolla. Il motivo? Questi alimenti contengono poche quantità di nichel.

Come si cura l'allergia al nichel

Come si cura l’allergia al nichel

Essendo una reazione del sistema immunitario, non è curabile. Il mezzo migliore per evitare manifestazioni allergiche è stare alla larga dall’allergene, anche se non sempre è prevedibile.

Se la reazione allergica dovesse essere particolarmente violenta, il medico può prescrivere creme per uso topico a base di corticosteroidi o pastiglie contenenti antistaminici.

A fini preventivi, un suggerimento utile è quello che si può attuare in cucina: meglio evitare pentole smaltate, in teflon, in alluminio. Usare invece solo stoviglie di vetro, acciaio inox 100%, vetroceramica proprio per evitare che le sostanze acide contenute nei cibi favoriscano la dissociazione e, quindi, il rilascio del nichel dagli utensili usati.

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