Tutti hanno paura di essere abbandonati

Tutti hanno paura di essere abbandonati

Insita in ciascuno di noi, la paura di essere abbandonati è un sentimento primordiale: da bambini temiamo di essere abbandonati dai nostri genitori, da adulti abbiamo il timore di perdere le persone che amiamo e di rimanere per sempre senza legami affettivi.
"Il risultato è che spesso si creano delle relazioni emotivamente dipendenti e poco sane - dice la psicologa Laura Giovannini - basate, cioè, sulla paura di perdere l’altro anziché sulla gioia di dare incondizionatamente. Ecco che allora si sviluppa attaccamento e desiderio di possesso: esattamente il contrario della libertà, principio fondamentale dell'amore e dell'amicizia.

Questo comportamento disfunzionale può essere associato alla trappola del 'sorvegliante' secondo cui tendiamo a voler tenere tutto sotto controllo per appagare il nostro bisogno di sicurezza emotiva e materiale.

Superare la paura dell’abbandono in 5 passi

Un percorso di consapevolezza guidato dalla psicologa Laura Giovannini per vincere la paura di essere abbandonati

Paura dell'abbandono: quando e perché?

Da cosa ha origine

La paura dell’abbandono scatta principalmente nelle relazioni più intime e può essere scatenata o da perdite o separazioni reali come un trasloco, il divorzio, l’abbandono o la morte o da qualsiasi altra causa che preveda un’interruzione del contatto con l’altro.
Un esempio è il partner che si comporta in modo annoiato o distante o che appare momentaneamente distratto o provi interesse per un’altra persona.

Paura di restare soli

Quando fa rima con la paura di restare soli

Altre volte la paura dell’abbandono si manifesta nell’impossibilità di troncare relazioni dannose, siano esse di amicizia, di amore o di lavoro. “Pur riconoscendo che quelle relazioni non siano fatte per noi e non ci facciano stare bene, non riusciamo a troncarle per paura di rimanere soli – spiega la psicologa Lucia Giovannini – Così facendo non solo prolunghiamo questa sofferenza, ma escludiamo ogni possibilità di aprirci a nuove relazioni più salutari e adatte a noi (e all’altro).”

Paura di soffrire

A volte la paura dell’abbandono nasconde quella di soffrire

In altri casi, siamo così scottati e in preda alla paura da chiuderci totalmente e non volere più nessuno accanto per paura di essere abbandonati un’altra volta. La paura di soffrire è così forte che preferiamo anticipare ogni mossa e troncare quella relazione prima che le cose accadano realmente nell’illusione di poter controllare le nostre emozioni, provocando in realtà tristezza e frustrazione.” La felicità è un diritto di nascita e avere delle relazioni soddisfacenti nella nostra vita è possibile – conclude la psicologa.

Riconosci la tua paura di essere abbandono

Passo N.1
“Dai un nome al tuo drago”
Come per molti altri comportamenti disfunzionali, la parola chiave è consapevolezza. Ammettere a noi stessi di avere paura di qualcosa e riconoscere quella paura – in questo caso essere abbandonati e rimanere soli – è il primo passo verso la trasformazione.

“In molte tradizioni magiche si dice che la maniera per vincere un mostro sia conoscere il suo vero nome – ribadisce la psicologa Giovannini – Immagina le tue paure come dei draghi, rinchiusi nell’armadio. Più a lungo quei draghi sono stati rinchiusi nell’armadio, più potere hanno.
Che cosa non accetti di te stesso, della tua vita, del tuo lavoro? Quali sono i tuoi draghi? Che nome puoi dare loro che sia un nome divertente, sciocco e anche ridicolo?
Chiamare quei draghi per nome invitandoli a uscire ci aiuta a ridimensionarli, a sgonfiare il loro potere. Fa sì che possiamo abbracciarli e iniziare a danzare con loro, integrando quelle energie nella nostra vita.”

Lavora sulla tua identità

Passo N.2
Lavora sulla TUA identità

Quando siamo innamorati, sopravvalutiamo l’altro, che ci sembra perfetto così com’è. In realtà, stiamo trasferendo all’altro tutte le qualità che vorremmo avere noi. Quando poi la relazione finisce, ci sentiamo persi, come se non valessimo niente senza l’altro a fianco.

Piuttosto che cercare nell’altro le qualità che non abbiamo e che vorremo avere, cerchiamo di costruircele dentro di noi. L’amore è uno scambio: se prendiamo e basta, cosa abbiamo da offrire?

Guarda il lato positivo dei distacchi

Passo N.3
Guarda il lato positivo
Il distacco porta con sé anche degli aspetti positivi. Tutto accade per una ragione. Se una relazione – di qualsiasi tipo – arriva al capolinea è perché non è più adatta a noi. Quando lasciamo passare un po’ di tempo e ci guardiamo indietro, ci accorgiamo di come il distacco sia stato un’importante fonte di riflessione, una ricchezza che ci ha fatto crescere, ci ha fatto vedere il mondo da un altro punto di vista e ci ha offerto più opportunità. Quello che stai affrontando ora è uno stimolo verso situazioni nuove e migliori per noi. Non c’è nulla di cui avere paura.

Non generalizzare

Passo N.4
Smettila di generalizzare
“Il ‘catalogatore’ è una delle trappole che ci rende infelici – sostiene Laura Giovannini . Generalizzare ci porta a distorcere la realtà e a cancellare i dettagli che invece fanno la differenza. Così finiamo per non vedere le vie di mezzo e pensiamo in termini di tutto o niente, bianco o nero.

Il fatto che un uomo o una donna ci abbia lasciato non significa che tutti gli uomini e tutte le donne siano uguali e si comportino allo stesso modo. Generalizzare ci allontana dalla fiducia che invece è il pilastro su cui si dovrebbero fondare le nostre relazioni.”
Per evitare di cadere in questa trappola, aiutati con queste domande-antidoto:
– Cosa succede esattamente? Come fai a saperlo? Quali sono le prove?
– Tutti, proprio tutti (per esempio, gli uomini sono dei traditori)?
– Proprio nessuno (per esempio, non posso fidarmi di nessuno)?
Trovare dei controesempi ti aiuterà a disattivare questa trappola e riacquistare fiducia.

Godi delle relazioni che hai ora

Passo N.5
Godi delle relazioni che hai ora
Il qui e ora è l’unico momento che esiste, l’unica certezza che hai. “Pre-occuparsi delle cose prima che accadano è assolutamente inutile. Nulla è per sempre, siano essi momenti belli o brutti – conclude Laura Giovannini.

Godi delle relazioni che hai ora, esattamente nel luogo in cui ti trovi con le persone di fianco a te. Non pensare a eventi negativi che potrebbero portarti via la persona amata, ma cerca di godere del dono che ti è stato fatto.

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