Bullismo al femminile: cosa ne pensi?

  • 23 02 2012

Bullismo: un recente episodio di cronaca riapre la ferita. Un gruppo di ragazze appena quattordicenni hanno aggredito e picchiato una loro coetanea perché era uscita con un ragazzo adocchiato dalle altre. Ne abbiamo parlato con il nostro esperto.  

Un recente episodio di cronaca ha riaperto l’allarme bullismo al femminile: a Roma, un gruppo di ragazze quattordicenni ha picchiato violentemente una ragazza del loro gruppo, perché aveva osato provocare le amiche, uscendo con un ragazzo che era stato adocchiato dalle altre…

Bullismo” viene da bullo, un termine utilizzato per indicare un ragazzo prepotente. Il fenomeno del bullismo però, riguarda sempre più spesso anche le ragazze.

Abbiamo intervistato il Professor Roberto Pani, psicologo e psicoterapeuta, per capire qualcosa di più.

Professor Pani, può aiutarci a fare il punto della situazione?

Ricordate l’episodio che accadde nel 2000 riguardo all’uccisione di una monaca da parte di tre minorenni?  Non sapevamo cosa fare –esclamarono le omicide-, ci annoiavamo!  Quell’esempio fu tra i più gravi che siano accaduti nel territorio italiano, fu un episodio di giovani adolescenti invase da vuoto psichico, da bullismo e da delinquenza femminile.

Recentemente, un gruppo di ragazze quattordicenni ha picchiato violentemente una ragazza del loro gruppo, perché aveva osato provocare le amiche, uscendo con un ragazzo che era stato adocchiato dalle altre… Il fenomeno è tanto diffuso che di recente è stato istituito un numero verde per raccontare episodi di bullismo da parte del Ministero dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca: 800 66 96 96.

A quale età potrebbe cominciare a manifestarsi il fenomeno del bullismo?

I primi segnali del bullismo possono comparire già durante il periodo della scuola primaria o elementare.

Quali sono le caratteristiche del “bullismo” al femminile? Come si manifesta il bullismo femminile?

A differenza dei maschi, le ragazze esercitano una pressione più psicologica che fisica anche se, spesso, quella psicologica è accompagnata da violenza.

Le ragazze bulle sono di solito timide, sono state un po’ trascurate dalla famiglia (anche per un eccessivo permissivismo che si giustifica nello stesso disinteresse dei genitori verso delle loro figlie e figli. Spesso le adolescenti bulle soffrono per qualche difetto fisico e spesso non sempre sono esteticamente attraenti, rispetto ad altre compagne che invidiano e, per questo, cercano di farle fuori e di demolirle, trasformandole, da privilegiate in vittime, costrette a subire l’umiliazione che la loro prepotenza infligge loro.

Nelle ragazze, il bullismo si manifesta più frequentemente con atti verbali, con calunnie piuttosto pesanti. Si ride della struttura fisica ed estetica dei seni di alcune compagne, viene ridicolizzato il loro modo di vestire, se non è socialmente provocatorio.

Cosa si può fare per contenere gli episodi di bullismo?

In linea generale, dobbiamo tentare di evitare che il bullismo degeneri in un atteggiamento compensatorio e abitudinario attraverso il quale i giovani trovino una gratificazione, usando un sistema, tanto pericoloso, quanto demenziale. Tale sistema nasconde l’impoverimento della personalità: in realtà, serve soltanto a esaltare la stupidità, cosicché, invece di far progredire l’intelligenza, lasceremmo emergere la logica della violenza cieca.

In particolare, dobbiamo impedire che tali balorde provocazioni non sfocino nella delinquenza minorile che proprio insorge all’età tra i 15 e 25 anni.

I bulli, come le ragazze bulle, promuovono anche il consumo di droga e alcool.

Penso che l’intervento psicoterapeutico debba essere rivolto contemporaneamente, tanto ai giovani bulli quanto alla famiglia.

Quali rischi si potrebbero correre se le nostre ragazze e ragazzi non fossero protetti e il fenomeno del bullismo non fosse trattato o ricondotto alla socialità?

Vediamo come siano più frequenti i reati sessuali di stupro da parte dei prevaricatori maschi verso le ragazze… vediamo quanti suicidi siano pensati e attuati ai nostri giorni da entrambi gli adolescenti. Quando, infatti,  i ragazzi vittime, non trovano una via d’uscita, si colpevolizzano, perché non sanno difendersi e di fronte alla pressione della violenza e soccombono.

Riproduzione riservata