Anestesia: più efficace con l’ipnosi

  • 14 03 2012

Anestesia, ovvero il delicato potere di annullare il dolore durante un'operazione. Il solo nominare le parole ‘anestesia e  operazione’ procura ansia. E se si potesse sdrammatizzare l’evento? Abbiamo scoperto che esiste un metodo anestetico innovativo, in grado di  farlo: si tratta dell’ipnosi pre-anestesia. Intervista al dottor Angelo Catalani, medico specialista in Anestesia e Rianimazione presso diverse case di cura di Roma

Scopo dell’anestesia è quello di far vivere al paziente l’esperienza dell’intervento chirurgico in serenità, in modo che abbia un risveglio privo di dolore e ansia. Aggiungere l’ipnosi alla classica tecnica anestetica prettamente farmacologica è un modo per fornire maggiori benefici al paziente. “I miei primi interventi effettuati con il trattamento ipnotico sono stati eseguiti più di 30 anni fa – precisa il dottor Angelo Catalani, il quale vanta una precedente esperienza trentennale presso l’Istituto Regina Elena di Roma e attualemte operativo presso diverse case di cura romane – mentre gli studi sull’ipnosi hanno avuto nei primi del Novecento particolare risonanza nelle esperienze di neuropsichiatria”. Fatta questa doverosa premessa, ci chiediamo come si fa l’ipnosi prima di un’anestesia?

La tecnica, ovvero: come si fa l’ipnosi prima dell’anestesia?

Prima di entrare in sala operatoria, il medico anestesista preannuncia al paziente che lo sottoporrà alla tecnica ipnotica, le cui metodiche sono diverse: vanno dalla visualizzazione di effetti luminosi all’oscillazione del pendolo. Attualmente la tecnica sembra preferire la stimolazione verbale, la quale consiste principalmente in una successione di frasi, che si articolano in un discorso complesso in cui possono cambiare timbro e registro. Questa successione di frasi verranno percepite dal paziente come dei sussurri verbali, che li indurranno uno stato di torpore e calma. Il tutto è molto rassicurante poiché si spengono le luci, e nel buio il paziente è condotto verso l’addormentamento privo di dolore e coscienza.

La fase preanestetica dell’ipnosi si concretizza nello spazio di appena 6 minuti durante i quali una piccola quantità di farmaco viene iniettata nell’organismo del paziente. L’uso del farmaco anestetico in questo preciso momento viene fatto per annullare eventuali resistenze del paziente all’ipnosi. Questi 6 minuti fanno scivolare il paziente dolcemente nel percorso dell’anestesia farmacologica. Usiamo la parola ‘dolcemente’ non a caso, perchè il paziente riceve una dose di farmaco anestetico sensibilmente minore rispetto al metodo classico, ed è quasi “accompagnato” all’intervento chirurgico.

Le frasi ipnotizzanti possono essere di senso compiuto, ma anche composte da suoni. Se si conosce il paziente, si può agire su aspetti della sua personalità, componendo frasi ad hoc e personalizzate proprio per quel paziente.

E’ importante sottolineare che il sonno ipnotico è fisiologico, proprio come il sonno normale e questo spiega perché il paziente si sveglia in modo così piacevole.

La testimonianza

Racconta Luigi, un uomo di 68 anni che si è sottoposto recentemente ad un delicatissimo intervento ortopedico durato 4 ore presso la Casa di Cura Nostra Signora della Mercede di Roma: “L’anestesista (il dottor Angelo Catalani ndr) non mi ha detto ‘adesso l’anestetizzo’, ma ha cominciato a parlarmi: sussurrava parole non ricordo se sconnesse o connesse tra loro”. La testimonianza di Luigi, il quale ammette con serenità di aver subito diversi interventi chirurgici nel corso della sua vita, è realisticamente affascinante, poiché ammette che, a differenza delle altre operazioni, si è svegliato lucido. “Certo, non ho ricordi nitidissimi – continua il nostro paziente sottoposto al trattamento ipnotico pre-anestetico – ma ho avuto la sensazione di non aver subito nessuna turba o ansia particolare, sia prima che dopo l’intervento. Ho avuto un recupero veloce, e poche ore dopo l’intervento ho addirittura pranzato in clinica, io che di solito reagivo malissimo all’anestesia”.

Meno ansia in sala operatoria

Sentire questo lieve sussurrare nel buio da parte di un medico, che nel momento delicatissimo di un intervento chirurgico diventa un tuo alleato, immaginiamo sia un’esperienza non solo curiosa ma anche rassicurante. Entrare in sala operatoria di certo mette ansia. E se Luigi si è sottoposto al trattamento ipnotico pre-anestesia senza alcuna remora, al punto che lo rifarebbe senza problemi, il dottor Catalani ci spiega che l’ipnosi potenzia l’effetto del farmaco anestetico. Per questo motivo è sufficiente usarne una quantità pari al 30% del trattamento classico: ciò migliora la qualità dei risveglio.

I benefici

Spiega Catalani “I pazienti si risvegliano con la sensazione di grande benessere psichico e fisico: tale sensazione è incentivata dai messaggi ipnotici verbali che suggeriscono al paziente di svegliarsi proprio in quel modo piacevole”.

I vantaggi del trattamento ipnotico pre-anestesia sono:

– accompagnare il paziente con dolcezza e rassicurazione all’intervento
– stabilizzare le condizioni del paziente (battito cardiaco e respirazione) nel corso dell’anestesia e quindi dell’intervento, in modo che il paziente non subisca repentini (e pericolosi) cambiamenti delle funzioni vitali durante l’intervento stesso
minimizzare i rischi per quei pazienti che presentano una presenza contemporanea di varie patologie
proteggere il paziente da uno stato confusionale al risveglio – annullare o minimizzare anche grazie all’apporto di farmaci antidolorifici, il dolore post-operatorio ed eventualmente nausea e vomito connessi all’anestesia o all’intervento chirurgico stesso
ridurre i farmaci utilizzati per il decorso post-operatorio
– riprendere le funzioni vitali in tempi brevissimi

E’ importante sottolineare che la tecnica ipnotica non viene abbandonata durante l’intervento, ma può essere riproposta a intervalli regolari nel corso dell’intervento stesso, in modo che i farmaci anestetici sortiscano il miglior effetto, riducendone la tossicità.

Quali interventi e per chi

L’ipnosi pre-anestesia si può effettuare su tutti i tipi di interventi, anche quelli più lunghi e complessi, persino su bambini di 3-4 anni, che rispondono benissimo e si spaventano meno prima di entrare in sala operatoria, poiché aiuta a sdrammatizzare un evento che di per sé non è facile da affrontare.

Si ringrazia il Dottor Angelo Saverio Catalani, medico specialista in Anestesia e rianimazione, che ha lavorato per 30 anni presso l’Istituto Ire Regina Elena di Roma e attualmente presso diverse case di cura romane

Riproduzione riservata