Ma il guerriero Lapierre ce la farà. Si dice che la sua forza ricordi quella di quell’ometto nudo…
«Non la lascio finire! Il paragone con Gandhi non si può azzardare. Io l’India l’ho attraversata la prima volta con una vecchia Rolls-Royce Silver Cloud, le folle si aprivano davanti a me come il mar Rosso davanti a Mosè. La gente era sbigottita, incantata: seminavo incidenti e scontri! Gandhi, invece, ha consumato migliaia di chilometri a piedi. Quando, stremato, doveva salire sul treno, lo pretendeva sempre di terza classe. Pieno di poveri e di malati. Tanto che lo Stato, per proteggerlo, era obbligato a travestire da derelitti e da lebbrosi decine di ispettori di sicurezza».
Lei è uno dei rarissimi stranieri che hanno potuto incontrare Sonia Gandhi.
«Donna incantevole. Il suo desiderio di essere profondamente indiana fa sì che pare abitata da uno spirito hindi. Parla, si muove, guarda, accarezza i suoi sari come una donna di quella terra. Quando hanno ucciso il marito sua madre le ha detto: “Scappa e torna a casa”. Lei si è sdegnata: “ Come osi? Io sono una Gandhi: è l’India la mia casa!”».