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Kobo, l’e-reader che ti tiene in contatto con il mondo

Si chiama Kobo e non è semplicemente un dispositivo per sfogliare volumi elettronici. Ma un’esperienza di lettura nuovissima, appena lanciata da Mondadori. Per chi ama racconti, romanzi e saggi. E vuole condividere la propria passione con migliaia di amici in ogni angolo del Pianeta

Il Kobo Touch

Qualcuno già ce l’ha. Lo sfila dalla borsa sull’autobus, quando è in coda per una mostra o mentre aspetta la fine del corso di nuoto del figlio. In spiaggia, la scorsa estate, ne spuntavano parecchi sotto gli ombrelloni. Parliamo degli e- reader, le piccole tavolette per leggere.

Nella foto, il Kobo Touch. Chi lo compra può scaricare da inMondadori.it tre e-book gratis fra nove bestseller.

Cinquanta sfumature di grigio

Al primo impatto richiamano le piastre di argilla su cui scrivevano i  sumeri migliaia di anni prima di Cristo, ma in realtà sono un salto  nel futuro, perché segnano il passaggio dal libro fisico al libro  digitale. Quello che non pesa, che si sfoglia toccando lo schermo, che  non ingombra ma fa ugualmente sognare.

L'inverno del mondo

L’ultimo e-reader ha un nome evocativo: Kobo.  In  giapponese indica un piccolo luogo dove artigiani e artisti  producono  qualcosa di creativo, ed è la novità appena lanciata da  Mondadori.  Rispetto agli altri e-reader in vendita nei negozi e su  Internet, ha  qualche marcia in più. Anzitutto costa un po’ meno: il  Kobo Touch con  lo schermo da 6 pollici ha un prezzo di 99 euro, c’è poi  la versione  Mini a 79 euro e quella retro-illuminata Glo, che consente  di leggere  anche di notte, a 129 euro. Inoltre è collegato a una  libreria online  ricchissima (inMondadori.it), con oltre 3 milioni di  titoli da  scaricare, di cui 1 milione gratuiti, in 67 lingue (60 mila  sono in  italiano).

1Q84

Niente paura: Kobo non è un  aggeggio super tecnologico. L’immagine   sul video è come quella della  carta stampata e per passare da una   pagina all’altra basta toccare lo  schermo. È semplice da usare anche   per chi ama sottolineare brani dei  romanzi e fare le “orecchie” per   segnare alcuni passaggi: toccando  un’icona, si attiva una specie di   evidenziatore che dà rilievo a frasi e  paragrafi. La rivista americana   Wired, la bibbia degli amanti dell’hi-tech, lo ha eletto e-reader del 2012. La motivazione? È intuitivo.

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Ma  l’aspetto più grande di questo piccolo strumento è che può    diventare  una porta sul mondo grazie al wi-fi e alla connessione a    Facebook  tramite un pulsante diretto. «Kobo consente un’attività    “social” che  ruota intorno alla passione per i libri» spiega Riccardo    Cavallero,  direttore generale libri trade del gruppo Mondadori. «In    pratica mette  in contatto i lettori fra loro. Li aiuta a scambiare    consigli, fare  commenti, estrarre citazioni e postarle sul proprio    profilo Facebook.  Kobo amplia su scala galattica quelli che una volta    erano i gruppi di  lettura dove si trovavano 10-15 amici. Oggi si legge    insieme a 300  persone in giro per il mondo».

Il linguaggio segreto del volto

Bello? Sì, se a questo poi  seguono anche incontri fisici, magari in     libreria, con i fan di un  romanzo o di un autore con i quali     condividere le proprie “wishlist”, le  liste dei volumi che si     vorrebbero leggere. «Il digitale non è in  contrapposizione alla carta»     continua Cavallero. «Cambiano i modi di  lettura: accanto al libro     fisico ci sarà quello elettronico, accanto  alla libreria “classica”  ci    sarà anche quella virtuale, su Internet. Le cose non si  escludono.    Anzi, il nostro scopo è proprio quello di  ampliare tutte  le    possibilità per dare un servizio sempre migliore al  lettore:  più    contenuti, in più luoghi, più frequentemente, con più   supporti».

Steve Jobs

E chi poteva realizzarlo se non un editore che fa libri, oltre a stamparli e venderli? Esempi simili all’estero esistono già. Negli Usa, dove le librerie sono centri vivaci e attivi, un libro su quattro è letto con un dispositivo digitale. In Italia il mercato degli e-book  copre solo il 3 per cento di quello totale dei  libri, ma è destinato a crescere. Lo dice anche l’ultimo rapporto Censis: sei italiani su  dieci navigano in Internet e uno su due ha   Facebook. La digitalizzazione ha compiuto grandi passi, la gente vuole affacciarsi al mondo, allargare i propri confini, comunicare con persone diverse e lontane. Adesso si punta sulla lettura.

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Maurizio  Costa, l’amministratore delegato di Mondadori,in una       recente intervista  a LaStampa ha paragonato questo scenario a quello       degli anni Sessanta.  «La sfida digitale ora è quella di raggiungere    un    bacino sempre più  ampio di lettori» ha detto. «Come fecero  gli    Oscar   inventati da Arnoldo  Mondadori: entrarono per la prima  volta  in     edicola, portando nelle  tasche e nelle case degli  italiani  milioni   di   libri nel Paese del boom».

Léonie

Stiamo assistendo a una rivoluzione? Sì. La parola d’ordine è         “read freely”: leggi liberamente. Perciò Kobo (che non è solo un         apparecchio, ma un sistema di lettura) consente di sfogliare anche  gli        e-book acquistati su portali diversi da inMondadori.it.  Inoltre i     libri    elettronici comprati su inMondadori.it, e quindi  col  sistema    Kobo, si    possono trasferire, scaricando un’app  gratuita,  ovunque: su    pc,  tablet,   iPhone, iPad e smartphone  Android (non  solo   sull’e-reader   targato Kobo,   quindi). Oltre a  essere libera,  la   lettura è   divertente.

Il respiro del drago

«Più  leggi, più l’e-reader ti premia» spiega Cavallero. «È una         forma di  gioco, come quella dei videogame. Vengono assegnati dei         diplomi, dei  bollini a seconda di quanto hai letto e di che tipo di         lettore sei. Kobo  poi ti dice il tempo che ci hai messo, a che    punto  è     la tua  biblioteca… Informazioni che puoi condividere    con gli    altri,   per  qualificarti». Ecco perché Kobo, più che un    prodotto,  è      un’esperienza. In fondo, non è ciò che oggi    cerchiamo tutti?

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