l'arte di conversare

A chi non è successo di alzarsi dalla sedia, salutare il suo interlocutore e pensare: ma com’è potuta andare così male? A volte succede: una parola di troppo o il tono sbagliato e in un attimo il discorso prende una brutta piega.

«Tutti i giorni parliamo con altre persone, ma non sempre riusciamo a condurre delle buone conversazioni e rientrare a casa soddisfatti» dice Eliana Lamberti, psicoterapeuta e trainer in programmazione neurolinguistica. Ecco alcune dritte per conversare bene che tengono conto anche del tono della voce e del linguaggio del corpo, due elementi altrettanto importanti.

Così sarà più facile evitare di ricadere nelle quattro situazioni che ti raccontiamo qui.

Impara l’arte di conversare

Quante volte ti capita di perdere il filo, non riuscire a rispondere o alzare troppo la voce? Ecco i trucchi che possono aiutarti

Ecco le strategie che ti consigliamo di mettere in pratica in tutte quelle situazioni in cui vuoi piacere da subito

Fare una pausa, dopo aver espresso un concetto importante, dà enfasi a quanto detto facilitandone la memorizzazione.

E, a proposito di memoria, è dimostrato che col passare degli anni tende a venire meno. Ecco qualche strategia utile per tenere la nostra mente in esercizio e in piena efficienza

Arrivare ad un punto morto

Stai chiacchierando e poi, d’un tratto, ti sembra di non avere più nulla da dire. «Spesso capita perché si parla in fretta dicendo le cose tutte in un colpo solo e si omettono i dettagli, con la sensazione che il dialogo si sia esaurito e non ci sia più niente di interessante da sapere» dice Lamberti.

Come evitarlo «Scegli un episodio specifico e spiegalo bene. E condividi le tue emozioni, facendole affiorare in quello che dici» suggerisce la trainer. «Per vivacizzare la conversazione, poi, varia il tono di voce a seconda di quello che stai raccontando, sottolinea i significati e fai delle pause: ti permetterà di coinvolgere l’altra persona e darle modo di esprimersi».

Perdere il filo del discorso

Può succedere per stanchezza, distrazione o perché sei un po’  agitata. Altre volte capita perché stai cercando di entrare in sintonia  con il tuo interlocutore.

«Quando metti in gioco le emozioni attivi la parte destra del cervello, responsabile dell’empatia. E questo può creare un po’ di confusione durante l’esposizione del tuo pensiero perché entra in conflitto con l’emisfero sinistro, che tiene traccia delle informazioni» spiega Lamberti.

Come evitarlo «È utile intervallare il discorso facendo dei piccoli riassunti al termine di un concetto» consiglia la psicoterapeuta.

Scontrarsi con l'interlocutore

Tu la pensi in un modo, ma l’altro la vede in maniera diametralmente opposta. Risultato? Il più delle volte si finisce per non ascoltare e focalizzare tutta l’attenzione nel difendere la propria idea. Così viene a mancare proprio il primo pilastro di un buon dialogo: l’ascolto.

Come evitarlo «Comunica alla persona di fronte a te che capisci il suo punto di vista anche se non lo condividi: è un segno di apertura rispetto a una presa di posizione che porta alla chiusura» spiega la trainer. «È importante poi evitare espressioni avversative come “ma”, “no”, “però” che marcano un distacco. L’altra persona, non sentendosi attaccata, smetterà di difendersi e comincerà ad ascoltarti».

Ricevere critiche e chiudersi a riccio

C’è poco da fare, quando qualcuno ci critica avvertiamo un senso di fastidio. «È normale cercare approvazione e riconoscimento» nota la psicologa «ma di fronte ai pareri negativi è importante non rifiutare il confronto o, peggio, mettere bruscamente la parola fine al discorso».

Come evitarlo «Innanzitutto cerca di capire se l’appunto che ti viene fatto è costruttivo. Lo è quando non viene destinato alla persona ma al problema e a ciò che si può fare per correggerlo» dice Lamberti. «In questo caso non reagire d’impulso sotto l’effetto del risentimento. Mantieni una postura rilassata, fai dei respiri profondi e regolari. Quindi usa un tono di voce pacato, esordendo con un “Ti ringrazio per avermelo fatto notare”. E poi poni domande per capire cosa puoi fare per migliorare la situazione. Se invece la critica è distruttiva, cioè l’attacco è gratuito, oppure è generica, il modo migliore per gestirla è ignorarla».

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