i colleghi parlano male di me

Tutti ci ripetono che la crisi sta pesando sui conti delle imprese. Pochi però sottolineano un altro aspetto, che riguarda i rapporti tra colleghi.

Secondo una recente indagine Eurispes, il 92% dei lavoratori italiani in ufficio si sente sotto stress in ufficio e, in un caso su 4, c’entra il proprio vicino di scrivania. «La riduzione degli organici e l’insicurezza del posto fisso innescano la concorrenza. Così il clima in molte aziende non è più quello di prima» spiega Matteo Marini, psicologo del lavoro e autore di Fucking monday, corso di sopravvivenza in ufficio (De Vecchi).

Risultato? Le maldicenze, o le invidie, che in passato avresti liquidato con un sorriso di sufficienza o un’alzata di spalle, ora ti feriscono. E ti rendono più fragile. Ecco, come difendersi,  con l’aiuto degli esperti.

Come difendersi dai colleghi negativi

Metti a tacere le invidie e i colpi bassi. E salva la tua reputazione con queste 6 psico astuzie

Lavoriamo di più, ma siamo anche più stressati. Risultato? Oggi il divario tra la vita media di una donna e quella di un uomo si è dimezzato (ricerca dell’Ons, l’Ufficio britannico per le statistiche nazionali).

Fra colleghi pettegoli e scaricabarile e capi dal carattere difficile l’ambiente di lavoro può diventare un vero e proprio campo di battaglia! Ti diamo qualche suggerimento per non farti sopraffare dallo stress e rasserenare il clima in ufficio e magari fare amicizia con i colleghi.

Riconosci gli attacchi dei colleghi

Se qualcuno esprime giudizi negativi sul tuo conto, non perdere tempo a chiederti perché lo ha fatto. Passa subito al contrattacco e domandagli cosa non approva del tuo operato e come lo migliorerebbe. Capirai se si preoccupa per l’azienda (in questo caso farà delle obiezioni precise) o per un suo interesse personale (sarà imbarazzato e farà fatica a rispondere).

«In ufficio non bisogna mai essere attaccati sul piano personale, mentre possono essere messi in discussione i risultati conseguiti ma, in questo caso, i feedback devono essere specifici e contestualizzati» spiega Giovanna Giuffredi, life e business coach (lifecoachitaly.com).

Evita di perdere le staffe sul lavoro

Abbiamo appena detto che devi reagire. Ma attenta a come lo fai. Quando si viene attaccati ingiustamente, si ha la tentazione di farsi giustizia da soli, affrontando a muso duro chi sparla o rema contro. «Reagire significa scatenare una serie infinita di conflitti in cui nessuno esce vincente, se non i superiori» avverte Matteo Marini. Se vuoi placare l’orgoglio, pensa che cercando vendetta rischi un’ingiustizia peggiore.

«Astio e rancore sono sentimenti tossici, minano l’equilibrio e rendono infelici. E questo si ripercuote sul clima familiare. Ricordalo prima di prendere le cose di punta: l’ansia è virale e chi ti sta a fianco, partner e figli, ne viene inevitabilmente contagiato».

Riscopri il tuo valore sul lavoro

I mormorii in ufficio, o le frecciatine durante le riunioni, non aiutano a stare tranquilli. Così cominci a sentirti insicura. E diventi più vulnerabile. «Hai bisogno di rafforzare l’autostima analizzando la situazione in modo oggettivo. Come? Facendo un bilancio che non riguarda solo la tua vita in ufficio» suggerisce Giovanna Giuffredi.

«A casa, in un momento in cui sei tranquilla, mettiti a tavolino e scrivi quali sono le tue competenze attuali, i successi professionali, le sfide superate nel privato e, se le possiedi, qualità come creatività, precisione, empatia». Rileggi quello che hai scritto. Ti stupirai di quante cose hai fatto finora. E quella lista ti aiuterà anche a rivedere le priorità, in modo da arginare ciò che in questo momento è diventato un tuo pensiero ossessivo: sentirti inadeguata e avere la paura di sbagliare.

Impara a dire di no

Quando in ufficio c’è tensione, diventa più difficile rifiutare incarichi e favori. Si dice sempre di sì per il timore di venire isolati, ma così si peggiora la situazione.

«Se i colleghi scaricabarile vedono che non ti tiri mai indietro, continueranno ad appoggiarsi su di te» avverte Matteo Marini. «Con il rischio che, sovraccaricata, sarai meno lucida e correrai di più il rischio di sbagliare». Il trucco è dire no nel modo giusto. «Di fronte all’ennesima richiesta di un collega, elenca le urgenze che devi seguire. Se insiste, chiedigli di domandare lui al capo a cosa dare priorità. Nella maggior parte dei casi, si rivolgerà a qualcun altro».

Cerca un alleato

«Un errore comune è isolarsi. Eppure, è impossibile non trovare qualcuno di affine sul posto di lavoro» spiega Matteo Marini. «Cercalo e crea un network fidato, utile per non venire tagliata fuori da quello che succede in azienda. Avere qualcuno con cui fare due chiacchiere rilassanti al caffè è anche un ottimo antistress». L’importante è non esagerare con le aspettative: si tratta di colleghi, non amici. Puoi aspettarti rispetto, simpatia, solidarietà, ma non l’affetto e la complicità di una vera amica.

Para i colpi bassi dei colleghi

Le malelingue, quando colpiscono, fanno male. E, anche se si cerca di essere superiori, è difficile non pensarci. «Ma la pericolosità di una freccia dipende dalla forza di chi la scaglia. Che valore dai a quella persona? La stimi o le vuoi bene? Se la risposta è no, il suo giudizio non deve avere tutto il peso e l’importanza che gli dai» consiglia Giovanna Giuffredi.

«Quando succede di essere sotto tiro, fai un esercizio di visualizzazione alla scrivania. Serve a difenderti e a rafforzare le tue difese per renderti impermeabile agli attacchi. Immagina di essere cosparsa d’olio di balena e di osservare le maldicenze che ti scivolano addosso. Oppure di entrare in ufficio con un’invisibile corazza di gomma, che fa rimbalzare gli attacchi». Quando le malelingue vedranno che i loro colpi vanno a vuoto, cercheranno nuovi bersagli.

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