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Sanremo, intervista a Gianni Morandi

Prima ci si è messa la capricciosa Tamara Ecclestone, poi due canzoni a rischio di squalifica. E infine, Adriano Celentano e il mega compenso. Per Gianni Morandi il Festival comincia in salita. E che salita. Però lui sfodera il solito sorriso e lancia il solito slogan: «L’importante è restare uniti»

Gianni Morandi e Ivana Mrazova

Ne ha avute di gatte da pelare Gianni Morandi lungo la strada del secondo Sanremo da conduttore. Insieme al suo socio Gianmarco Mazzi, direttore artistico, ha collezionato un problema dietro l’altro: una valletta silurata prima ancora di mettere piede in scena (l’indisciplinata Tamara Ecclestone); due brani passibili di squalifica (quelli di Berté-D’Alessio e di Chiara Civello) perché a rigore non del tutto inediti; la rinuncia alla star straniera più attesa, Stevie Wonder, per il cachet eccessivo.

Gianni Morandi alla conferenza stampa

E per finire la grana Celentano. Morandi-Mazzi hanno scommesso  moltissimo sulla partecipazione del Molleggiato, offrendogli in pratica  carta bianca: tempi infiniti, nessun controllo sui testi, niente  interruzioni pubblicitarie. Ma la Rai era di parere contrario e ne è  scaturito un thriller che si è sciolto positivamente dopo un lungo  braccio di ferro. I giochi, comunque, sono fatti: il 14 febbraio si alza  il sipario della 62esima edizione. Cinque serate di adrenalina pura.  Rispetto all’anno scorso il Festival si presenta con metà contorno (una  sola valletta, l’incognita ceca Ivana Mrazova, e un’unica spalla  maschile, Rocco Papaleo); ma Gianni non sembra preoccupato più di  tanto. Chi l’ha visto in azione dietro le quinte confida che non è  secondo a Pippo Baudo per stakanovismo e cura maniacale del dettaglio,  eppure sorride sempre.

Gianni Morandi e Rocco Papaleo

È più stressante organizzare il Festival oppure condurlo?
«Il   pensiero di dovere andare in onda non mi farà dormire in quei giorni,   ma quest’anno tutta la preparazione è stata impegnativa».

Per colpa del caso Celentano?
«La nostra  costruzione era imperniata sulla sua presenza. Adriano voleva  la  massima libertà editoriale. Anche l’accordo economico è stato   raggiunto. E quei soldi, ha detto, li darà tutti in beneficenza».

Nella prima serata il Molleggiato si esibirà per mezz’ora. Non rischia il suo intervento di oscurare il Festival?
«Secondo   me sarà un punto di forza di questa edizione. Celentano ha fatto la   storia della musica italiana, del cinema, dello spettacolo e della tv.   È l’ospite che chiunque vorrebbe avere in qualunque manifestazione».

Gianni Morandi con Rocco Papaleo

Se non funzionasse, potrebbe affossarvi.
«L’uomo   di spettacolo ha una tale sensibilità che, qualora si  accorgesse che   qualcosa non gira per il verso giusto, sarebbe il primo a  tagliare, a   correggersi».

Le star straniere, da Patti Smith a Goran Bregovic, non sono    un po’ datate per il pubblico dei giovani? Ai ragazzi non sarebbe    piaciuto di più vedere Rihanna o Adele?
(Ride) «È   chiaro che avrei invitato volentieri Justin Bieber,  Rihanna o Lady   Gaga, ma ci volevano varie centinaia di migliaia di euro.  Con Adele ci   abbiamo provato l’anno scorso, quando non era ancora  esplosa.   Quest’anno abbiamo scelto come ospiti quelli che hanno fatto la  storia   della musica».

Morandi nella serata finale del 2011

Che spazio darà a Papaleo?
«Papaleo è    bravissimo come padrone di casa. È un uomo di teatro e di  cinema, un    musicista e un compositore. Un compagno perfetto».

Non manca quest’anno una presenza femminile carismatica?
«Le due della passata edizione, Elisabetta Canalis e Belén Rodriguez,    erano carismatiche, secondo lei? La 19enne Ivana Mrazova (modella, è stata scelta come valletta, ndr) ha     tanta voglia di mettersi alla prova: sa ballare e un po’ recitare.     Sarebbe bello se Sanremo riuscisse a lanciare una giovane figura     femminile».

Quale voce nuova italiana l’ha più impressionata di recente?
«Tiziano Ferro, grande autore e cantante. Di levatura internazionale».

Gianni Morandi

Cosa detesta nei meccanismi del Festival?
«Che  molti artisti nati con Sanremo, da Vasco Rossi a Zucchero, alla      Pausini, approfittino di questa ribalta per diventare famosi in Italia e      nel mondo. Poi, quando viene l’ora di rendere qualcosa, si tirano      indietro. Bisognerebbe far firmare a ogni giovane che debutta sul  palco     dell’Ariston un contratto che lo obbliga a tornare, qualora si     affermi».

Ha sempre l’ansia dell’audience o stavolta la prende con filosofia?
«Quella      c’è per forza. Puoi fare lo spettacolo per te più bello del mondo  e     il giorno dopo avere qualche punto in meno d’ascolto, e questo   incide    sul giudizio generale».

Come si prepara mentalmente e fisicamente?
«A     Sanremo mi scarico correndo ogni tanto per sei-sette  chilometri   lungo   la meravigliosa pista ciclabile. Dal punto di vista  psicologico   mi   ripeto: “La scorsa edizione è andata liscia, ora sei  più   esperto e   sarai più sereno”. Ma la tensione alla fine rimane la    stessa».

Gianni Morandi conBelén Rodriguez ed Ely Canalis

È vero che nel 2011 ha devoluto i 700 mila euro del compenso alla sua squadra del cuore, il Bologna? Lo farà di nuovo?
(Ride) «Non       proprio devoluto: il Bologna stava fallendo. Adesso ci vorrebbe la       cifra dell’anno scorso più quella di quest’anno, ma mia moglie ha    già    posto il veto: “Dobbiamo guardare avanti” mi ha intimato.    “Perché    ancora non sappiamo quale futuro tu possa avere nel mondo    dello    spettacolo”».

Non teme che, con le proteste sociali in corso, l’Ariston possa diventare una passerella di manifestanti?
«È un’eventualità che prendo in considerazione e non mi spaventa. Con il consenso della Rai, sono disposto a dialogare».

Riproporrà il tormentone “Stiamo uniti” o ne lancerà un altro?
«No, abbiamo sempre bisogno di restare uniti. Ancora e ancora».

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