Il denaro in testa

Uno psichiatra famoso, Vittorino Andreoli, 70 anni, che ha fatto perizie sui criminali dei principali casi di cronaca, che ha scritto sulla follia, il dolore, la droga, i disturbi dell’adolescenza, ha deciso che ora è necessario parlare di soldi. Nel libro Il denaro in testa (appena uscito per Rizzoli) questo studioso della mente, che ammette di avere scarsa dimestichezza con l’economia grande e piccola, tanto da dimenticare spesso il portafoglio a casa, indica nella ricerca smodata della ricchezza, e nella ammirazione per chi infrange la legge, il cancro del nostro tempo.

Il denaro in testa, il libro di Vittorino Andreoli

La nostra società ha un disturbo mentale: è diventata soldi-dipendente. C’è chi per arricchirsi calpesta la legge. Chi vende il proprio corpo a caro prezzo. Chi è malato di shopping. E chi, privo di guadagni,si sente un fallito. Non sono fenomeni da prendere alla leggera. Lo scrive nell’ultimo libro lo psichiatra Vittorino Andreoli. Che guarda l’Italia con occhio clinico, come guarderebbe un paziente. Un paziente grave e forse incurabile

Patrizia D'Addario: 2.000 euro a notte

Per quale motivo un libro sul denaro?
«Perché è diventato l’unico metro di misura del valore dell’uomo. Se hai i soldi, hai il potere e quindi puoi ottenere tutto quello che desideri. Perfino il sesso. Vediamo persone anziane, e ricche, con schiere di 25enni innamorate folli di loro. Conta solo il denaro».

Luca Toni: 2,5 milioni di euro all'anno

Prima non era così?
«C’è un’esperienza che mi ha  segnato: le inchieste giudiziarie di Tangentopoli iniziate nel 1992. Non  sa quanti politici inquisiti si sono seduti dove è lei adesso. Almeno  25, forse 30. Venivano da Roma fino qui a Verona, per farsi curare.  L’arrivo di un avviso di garanzia aveva distrutto la loro vita e le loro  famiglie. Ci sono stati dei suicidi. Coglie la differenza con l’oggi?».  
Qual è?
«Adesso ricevere un avviso di garanzia  fa ridere. I ricchi non lo temono. Perché il fatto di sapere che un  potente ha rubato non turba più la gente. La concezione del denaro come  unico metro di giudizio si è allargata. Tutti abbiamo qualcosa da  nascondere: tasse evase, lavoro nero…».

Paola Cortellesi: 65.000 euro a puntata per Zelig

Proprio 20 anni fa lei si è occupato di Pietro Maso,un ragazzo di 19 anni che ha ucciso i genitori per l’eredità. Il primo segnale che le cose cambiavano?
«Sì. Da allora in nome del denaro si è fatto di tutto. Si sono comprati bambini come oggetti sessuali. Si sono uccisi piccoli per prelevarne gli organi e trapiantarli su ricchi malati».

Sergio Marchionne: 38,8 milioni di euro all'anno

Nel suo libro si spinge più avanti e sostiene che i grandi ricchi sono come i criminali.
«In 50 anni di lavoro mi sono convinto che ci sono imprenditori di successo, ammirati da tutti, che si comportano come delinquenti. Non scassinano casseforti. Ma per arricchirsi calpestano sistematicamente la legge e hanno la stessa personalità del criminale. Fuggono nei paradisi fiscali per non pagare le tasse, corrompono funzionari statali, rischiano moltissimo».
L’accuseranno di demonizzare il profitto, il lecito arricchimento.
«No. Il denaro visto come l’olio che fa filare liscia la vita, facilitandola, non sarà mai invadente. Ma se diventa un dio, è finita. Questi imprenditori hanno la febbre alta e io li studio per capire la febbricola che colpisce tutti noi».

Addetto al call center: 1.000 euro al mese

Nella sua descrizione i ricchi assomigliano anche a persone malate.
«Hanno una dipendenza da denaro. Non sanno compiere alcuna azione se non la collegano ai soldi. Incontrano le donne più belle del mondo e le gestiscono a bustarelle».
Ecco, le buste con i soldi…
«Chi le dà ha ridotto tutto a denaro. Una escort ha un costo e io la posso avere se pago quel prezzo. Si prova più piacere nel consegnare la busta che nel consumare un rapporto sessuale».

Operaio: 1.200 euro al mese

Non c’è inchiesta su politica o affari in cui non salti fuori una escort.
«Il denaro ha cambiato anche il nome delle cose. Una volta si diceva prostituta, oggi si preferisce la parola escort, più dolce e sfumata. Bisogna rendere accettabile la vendita del corpo perché è diventata un fatto diffuso. Ci sono giovani ragazze belle a cui i genitori dicono di darsi ai ricchi. Ma ad alto prezzo».

Insegnante: 1.300  euro al mese

Il prezzo. Cosa succede in una società in cui un grosso dirigente, come Sergio Marchionne della Fiat, guadagna mille volte più di un suo dipendente?
«Succede che il manager può andare dal Capo dello Stato in maglioncino, un maglioncino di cachemire certo, e si può permettere un comportamento che l’operaio neppure si sogna».
L’insegnante a 1.300 euro al mese?
«Viene zittito dall’alunno, figlio di un idraulico, che ha molti più soldi».
E il laureato assunto al call center?
 «Si sente un fallito: vive in una condizione di asfissia perché non riesce a intravedere un futuro in cui la sua condizione possa cambiare».

Ricercatore: 1.500 euro al mese

La febbre del denaro contagia anche chi non è ricco?
«Nel libro c’è un capitolo su questi disturbi. Gravissimi. C’è chi trasforma il denaro in un amuleto, rinuncia a spenderlo per prepararsi a emergenze che non si verificano mai. E così non vive. C’è chi è malato di shopping e gira negozi solo per confrontare i prezzi, senza acquistare. Altri prendono tutto a rate, solo per buttare via quegli oggetti inutili prima di avere finito di pagarli».
Come uscirne?
«Sono un pessimista attivo. Vedo nero, ma non mi fermo. Sogno che siano i filosofi e gli psicologi a indicare i bisogni della società. Gli economisti, sacerdoti del nostro tempo, hanno fallito».  

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