Gli studiosi dell'esperimento statunitense hanno diviso i partecipanti in due gruppi: il gruppo A non mentiva mai, a nessuno e per nessun motivo; per questo gruppo era possibile non rispondere alle domande, omettere la verità e dunque decidere di mantenere un segreto, ma in alcun modo era possibile mentire. Il gruppo B non ha ricevuto istruzioni specifiche e le risposte dei soggetti appartenenti a questo secondo gruppo sono state poi analizzati dalla macchina della verità. In entrambi i gruppi le persone sincere mostravano di vivere meglio, avere una salute più solida e essere più felici: ecco ciò che è stato analizzato dagli psicologi che hanno organizzato l'esperimento. A un numero minore di menzogne settimanali corrispondo migliori condizioni di salute percepita.

Mentire? Nuoce alla salute: i bugiardi si ammalano di più

Da piccole ce lo ripetevano incessantemente: «Non bisogna dire le bugie!». La scienza lo conferma. Mentire fa male alla salute: i bugiardi si ammalano di più e vivono peggio. Forse perché il gioco della finzione è uno stress e la verità, per quanto difficile, una liberazione

Anita Kelly, docente di psicologia presso l’University of Notre Dame nell’Indiana, ha sottoposto al test della macchina della verità un campione di 110 persone, dai 18 ai 71 anni. La ricercatrice statunitense per un periodo di due mesi e mezzo ha osservato i partecipanti all’esperimento analizzando il numero di bugie dette in ciascuna settimana e il benessere manifestato nella vita dei diversi soggetti. Il risultato? Mentire fa male. Non solo allo spirito, bensì al corpo. Mal di testa, gola infiammata, sensazioni di depressione o panico, tensione muscolare e persino attacchi di panico. Perché in fondo, per quanto abili bugiardi si possa essere (e gli uomini sembrano, aimé, vincere sulle donne quanto a bugie), mentire è uno stress. Lo sforzo del dissimulare, insieme alla tensione di dover sostenere due o tre differenti versioni della realtà e il confronto con chi si ama (e verso il quale si sceglie un comportamento non sincero) può forse essere una strategia possibile a livello di linguaggio, ma non per il corpo. Il corpo non mente.

Secondo alcune statistiche gli uomini mentono il doppio delle donne: sembra che gli ometti dicano 6 bugie al giorno, qualche volta pienamente consapevoli, altre volte in maniera del tutto innocua (secondo loro!). Ci capita di sgridare un bambino quando dice una bugia, ma bisognerebbe pensare a cosa si nasconde dietro una bugia: spesso c’è la paura delle reazioni dell’altro, l’incapacità di prendere posizione, il tentativo (tutt’altro che giustificabile) di non creare conflitti. Spesso con i bambini (ma anche con gli adulti) invece di prendere di petto la situazione tacciando i colpevoli come bugiardi, sarebbe produttivo sedersi e discutere faccia a faccia, spiegando quanto, invece, dire le proprie verità sia importante per capire ed essere capiti per ciò che siamo davvero. Chi cerca l’amore sui social network spesso dichiara il falso sul proprio aspetto: in realtà così facendo ci si allontana dal vero amore. Ci sono le bugie e poi ci sono… le mezze verità, ma come possiamo imparare a dire ed amare di nuovo la verità?

Anche sul lavoro si mente: dalle esperienze sul curriculum alle competenze o le esperienze lavorative. Utile? Assolutamente no: un occhio esperto noterà immediatamente la qualità delle competenze di un neo assunto. La sincerità paga: decisamente meglio ammettere di non saper fare una cosa, se non la si è mai sperimentata. Questo vi renderà, anche all’opinione del datore di lavoro, una persona su cui si può contare, non solo a livello di competenze ma di onestà personale. «Sapere di poter dire la verità abbatte i livelli di stress, mentre vivere un conflitto interiore che porta alla menzogna aggiunge un carico pesante di tensione alla vita quotidiana» ha spiegato la ricercatrice Linda Stroh, della Loyola University di Chicago. Il carico delle bugie, infatti, diventa ogni giorno più pesante e si finisce per dare in escandescenze e mandare in crisi tutto. Oppure rimanere schiacciati dalle proprie menzogne, vivendo un senso di colpa sempre più difficile.

Gli studiosi dell’esperimento statunitense hanno diviso i partecipanti in due gruppi: il gruppo A non mentiva mai, a nessuno e per nessun motivo; per questo gruppo era possibile non rispondere alle domande, omettere la verità e dunque decidere di mantenere un segreto, ma in alcun modo era possibile mentire. Il gruppo B non ha ricevuto istruzioni specifiche e le risposte dei soggetti appartenenti a questo secondo gruppo sono state poi analizzati dalla macchina della verità. In entrambi i gruppi le persone sincere mostravano di vivere meglio, avere una salute più solida e essere più felici: ecco ciò che è stato analizzato dagli psicologi che hanno organizzato l’esperimento. A un numero minore di menzogne settimanali corrispondo migliori condizioni di salute percepita.

«C’è un nesso molto forte fra il miglioramento dello stato di salute e della qualità delle proprie relazioni e la riduzione del numero di bugie quotidiane» ha dichiarato Anita Kelly, coordinatrice della ricerca, che ha aggiunto: «Con la sincerità si evitano problemi psicologici quali malinconia, tensioni, stress e persino malanni fisici come il mal di testa e il mal di gola». Di uno stile di vita improntato sulla sincerità beneficiano anche le relazioni interpersonali. Perché in fondo sapere di poter dire la verità e poter essere se stessi è una liberazione. Per noi. E per gli altri.

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