Piacere agli altri

«Non avrai una seconda occasione per fare una buona prima impressione». Lo diceva già Oscar Wilde. E la scienza oggi lo conferma: il cervello “scheda” le persone che incontriamo in pochi istanti, e poi difficilmente cambia idea.

Secondo un’indagine dell’agenzia di marketing Kelton Global, sono i primi 9 secondi a determinare l’opinione. «Questo avviene perché la nostra mente è portata a generalizzare, per risparmiare energie: una volta che associa un’idea a un viso, tende a conservarla a lungo» sostiene Fabio Pandiscia, psicologo ed esperto di linguaggio del corpo.

«La sensazione iniziale diventa così la lente con cui filtreremo ogni frase e comportamento di quella persona in futuro». Ecco le strategie che il nostro esperto consiglia di mettere in pratica in tutte quelle situazioni in cui vuoi piacere: a un colloquio di lavoro o di fronte a un uomo che ti piace, e, perché no, con i parenti e amici del tuo nuovo lui.

Le dritte per piacere agli altri al primo incontro

La prima sensazione è quella che conta. Il cervello la registra in 9 secondi e la conserva per sempre. Segui i consigli degli esperti e farai colpo

Quando si incontra qualcuno per la prima volta, è necessario essere consapevoli che le parole pronunciate ed i segnali trasmessi attraverso il linguaggio del corpo contribuiranno a formare nell’interlocutore una prima impressione di sé.

D’altro canto, il desiderio di piacere agli altri può causare ansia e nervosismo, inducendo a comportamenti errati e controproducenti, come toccarsi spesso il volto, mettere oggetti tra sé e l’interlocutore, continuare a sbattere gli occhi ed “invadere” lo spazio personale dell’altro, parlando a distanza eccessivamente ravvicinata.

Per questo è consigliabile rilassarsi, essere spontanei e quanto più fedeli a sé stessi, per arrivare a sentirsi a proprio agio e risultare così, agli occhi degli altri, una persona gradevole, simpatica e persino divertente.

Per scoprire tutti i consigli del nostro esperto, sfoglia la gallery!

La stretta di mano

Presentarsi con una presa molle non è un buon biglietto da visita. Non solo, oltre all’intensità, conta la posizione.

Se ti trovi di fronte a una persona più anziana o a un tuo superiore, porgi la mano in posizione sottomessa, e cioè con il palmo leggermente rivolto verso l’alto. Se vuoi impostare subito un rapporto alla pari, fai in modo che le mani si incontrino alla medesima inclinazione. Il messaggio che dai è: siamo sullo stesso livello.

La voce

Non importa tanto che sia gradevole, ma sintonizzata con il tono di chi hai di fronte. Al primo saluto, presta attenzione: ha un volume squillante o bisbiglia? Adeguati, ti ascolterà più volentieri e non si infastidirà.

I gesti

Imita la sua postura e i suoi movimenti, come uno specchio. Questo non vuol dire scimmiottare in modo esplicito: sembrerebbe una presa in giro. Se tamburella con le dita, tu puoi farlo col piede, se ha le mani in tasca, puoi metterle sui fianchi. Così si sentirà subito a suo agio perché penserà: «Questa persona è come me».

Lo spazio fra te e l'altro

Ognuno di noi si sente a suo agio quando tiene una determinata distanza dagli altri. Avvicinarsi può scatenare fastidio o paura. Mentre se ti allontani troppo, rischi di uscire dal campo di attenzione.

Gli esperti hanno calcolato la misura ideale: circa 70-80 cm dal tuo interlocutore, che varia però a seconda della cultura di un Paese. Si riduce nel caso del Giappone, mentre aumenta nei Paesi nordici.

Il sorriso

Ne esistono circa trenta tipi, secondo gli studiosi delle espressioni facciali, ma solo uno è sincero: quello simmetrico e con le zampe di gallina agli occhi. Il cervello è in grado di smascherare i falsi, avverte che c’è qualcosa di strano e l’interlocutore pensa: «Questo tipo non mi convince».

Quando hai una giornata no, non sforzarti di sorridere: comunica che sei felice dell’incontro a parole. E butta lì un complimento. Fa sempre piacere ed è più difficile da smentire con un’occhiata.

Riproduzione riservata