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I muri a secco tra gli ulivi, la pietra accecante delle masserie, le chiese sfarzose e il mare azzurro caraibico. È il Salento, “il tacco dello stivale”, la piccola penisola pugliese che fa da spartiacque tra il mare Adriatico e lo Ionio. Mine vaganti, l’ultimo film di Ferzan Ozpetek, con Riccardo Scamarcio e Alessandro Preziosi, l’ha reso in tutto il suo fascino: il celebre barocco leccese, l’atmosfera da terra di frontiera e la pace sonnolenta di un Sud dove, come canta Eugenio Bennato, “il tempo si ferma e diventa tarantella”. Un paradiso che ad agosto è preso d’assalto: ecco perché conviene goderselo tra giugno e luglio, prima della ressa estiva.

 

Nella foto, a pochi chilometri a nord di Otranto c’è la bellissima Baia dei Turchi.

Salento, un tesoro tra due mari

Avete presente Mine vaganti, il film con Preziosi e Scamarcio? È ambientato proprio in questo gioiello di mille colori: il turchese delle baie, il bianco accecante delle masserie, il verde degli ulivi. E le facciate, simili ad arazzi, dei palazzi barocchi. In questa terra tra lo Ionio e l’Adriatico si gode la pace sonnolenta del Sud. Interrotta per una sola settimana da una musica speciale: la frenetica pizzica

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Lecce è come Firenze

«Ovunque metti la  cinepresa a Lecce, è una bella inquadratura» ha dichiarato Ozpetek.  Perché la “Firenze del Sud”, come viene chiamata la città pugliese, è un  set naturale. Qui il barocco ha trasformato le facciate di chiese e  palazzi in incredibili arazzi scolpiti nella pietra color ambra. Il  Duomo, il vescovado e la basilica di Santa Croce sono i classici esempi.  Ma anche porta Rudiae, piazzetta Carducci (dove Preziosi e Scamarcio  litigano nel film) e il castello Carlo V (l’infopoint turistico è qui)  offrono scorci da non perdere. E da vivere. Perché in alcune dimore  storiche si può anche dormire, come al Risorgimento resort (tel.  0832452447, www.vestashotels.it, 280 euro la doppia per due notti) e al  Patria Palace (tel. 083 2245111, www.patriapalacelecce.com, da 120 euro a  notte). La tappa golosa è al Caffè Tito Schipa (via dei Fedele 14, tel.  328 0469769) con il suo aperitivo di specialità leccesi: orecchiette,  friselle e pittule, le frittelle alla vaniglia. Si trova dietro piazza  Sant’Oronzo, il salotto della città, dove si possono anche ammirare i  resti dell’anfiteatro romano.

 

Nella foto, la Basilica di Santa Croce a Lecce risale al Cinquecento.

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Si balla la taranta

Dallo sfarzoso  barocco leccese alla quiete di Calimera, Castrignano e degli altri  comuni della Grecìa salentina. È quell’enclave dove si parla ancora il  griko, un dialetto simile al greco, la lingua degli antichi dominatori.  Ma è anche la culla della pizzica, la musica che accompagnava i riti di  guarigione di chi era morso dalla tarantola. È Melpignano a ospitare,  dal 7 al 20 agosto, la Notte della taranta (www.lanottedellataranta.it)  e, quest’anno, sarà Ludovico Einaudi il maestro concertatore dell’evento  che richiama giovani da tutto il mondo, per ballare, tamburello alla  mano, il “ritmo maledetto” della pizzica. Un ritmo che qui è scolpito su  ogni cosa: le facciate bianche delle case a corte, i frantoi ipogei, i  portali murati delle antiche chiese, i volti degli anziani che giocano a  carte nei bar. Nei piccoli centri storici, poi, spiccano chicche  straordinarie. Come gli affreschi del X secolo nella Cripta di Santa  Cristina a Carpignano Salentino, la chiesa romanica di Santa Caterina  d’Alessandria a Galatina e il cinquecentesco Castello de’ Monti a  Corigliano, sede del Museo sulla cultura grika (tel. 33392024977). Chi  dorme in zona può scegliere fra tanti graziosi Bed and breakfast  (www.grecia salentina.org, da 25 euro a notte).

 

Nella foto, la città vecchia a Otranto.

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I primi tuffi della stagione

Sulla costa c’è il paese più a est d’Italia, Otranto, con il suo fascino fuori dal tempo, le mura a picco sull’Adriatico e il grandioso Castello aragonese (Fossato del Castello, tel. 199151123) che dal 12 giugno ospita la mostra delle ceramiche di Picasso e, a fine luglio, il Festival Jazz (www.otrantojazzfestival.com). Dalla parte opposta, sullo Ionio, c’è la vecchia Gallipoli, arroccata sopra un’isola: un incrocio di stradine color ocra spazzate dal vento. In mezzo, tutta la bellezza del mare salentino. Santa Cesarea, Diso e Castro sono sulle scogliere orientali, costellate dalle antiche torri di avvistamento dei pirati che al tramonto sembrano enormi guerrieri a guardia del mare. A ovest, invece, le lunghe spiagge. La più bella? Punta della Suina (www.puntadellasui na.it): alberi, sabbia chiara e mare turchese come ai Caraibi. Il posto giusto per azzardare i primi bagni di stagione. Poi, si prosegue per Santa Maria di Leuca, dove i due mari si incontrano e dal santuario della Madonna de Finibus terrae, sullo sperone, si vede persino l’abbraccio delle correnti. In zona, si visitano il vicino borgo di Specchia, uno dei cento più belli d’Italia, i palazzi manieristi di Leuca e la grotta Tre porte con le scenografiche arcate sul mare. Sulla costa conviene affittare un appartamento (tel. 0833915829, www.nelsalento.com, da 299 euro a settimana) o una camera d’hotel (tel. 081 3339400, www.imperatore.it, fino al 30 luglio, a 938 euro, per 4 persone, con colazione e noleggio auto). E per i più esigenti, ci sono le masserie resort spa. Come Baia dei Turchi (tel. 083680 5643, www.baiadeiturchi.it, da 95 euro a notte), sull’omonima spiaggia, un luogo di ispirazione zen e architetture arabe con tanto di hammam.

Nella foto, una strada nel centro di Gallipoli, la “perla” del Salento.

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