Il digiuno fa bene?

Dopo gli stravizi, saltare la cena è di sicuro una buona idea. Ma c’è addirittura chi propone il “digiuno a intermittenza”, ovvero 2 sere a settimana a stecchetto come abitudine. Sulla questione il dibattito è aperto

Talvolta esageriamo a tavola o non sappiamo resistere alla tentazione e – tra pranzi della domenica e aperitivi – assaggiamo, sgranocchiamo, mandiamo giù cibo in continuazione. Così, ci ritroviamo all’ora di cena senza più voglia di metterci a tavola: “Stasera non mangio”.È capitato a tutti di prendere una decisione così. E non una volta sola. Ma sarà una scelta davvero salutare? O forse sarebbe meglio mettere ugualmente qualcosa sotto i denti, visto che noi di Wellness vi diciamo sempre di non saltare i pasti?«In generale, se ci si nutre in modo corretto ed equilibrato, fra colazione, pranzo, cena e spuntini bisognerebbe mangiare cinque volte al giorno. Altrimenti si rischia di non fornire al corpo quello di cui ha bisogno per svolgere correttamente le sue funzioni metaboliche» dice Luca Speciani, medico e alimentarista. «Però, se abbiamo fatto dei pasti molto ricchi durante la giornata, non ha senso sforzarsi di cenare ed è giusto fare riposare l’organismo. L’importante è che saltare la cena non diventi un’abitudine, da mettere in atto per compensare degli stravizi» sottolinea l’esperto. Digiuno sì, dunque, ma solo ogni tanto, insomma un digiuno intermittente. Come la mettiamo, allora, con gli esperti di nutrizione che consigliano di saltare la cena anche due volte alla settimana?

In America, saltare i pasti è un’abitudine seguita da diverse star supersalutiste, come Gwyneth Paltrow e Jessica Alba. «Consiglio anch’io il digiuno come pratica igienica» dice il dottor Fabio Piccini, che sull’argomento sta scrivendo un libro (l’uscita è prevista per Baldini Castoldi e Dalai alla fine di marzo 2013), in cui spiega i vantaggi di quello che chiama appunto “digiuno a intermittenza” (ovvero saltare la cena o la colazione una-due volte alla settimana), strumento formidabile, secondo lui, per stare in salute e contrastare le malattie tipiche del nostro tempo (obesità, problemi cardiovascolari, diabete eccetera).

«Siamo supernutriti. È vero che le attuali linee guida ci dicono di mangiare cinque volte al giorno, ma l’uomo non si è evoluto seguendo lo stesso numero di pasti, bensì in modo estremamente irregolare, a seconda delle stagioni, della disponibilità di cibo, della sua capacità di reperirlo» dice il dottor Piccini.

Dunque, se evitiamo qualche cena regolarmente, non staremo male, anzi. «Il digiuno momentaneo» continua l’esperto «non solo “allevia” il lavoro dell’apparato digerente, ma permette anche all’organismo di prendersi cura di se stesso. Mi spiego meglio. Quando mangiamo, nutriamo le cellule, che di conseguenza si riproducono. Un corpo ben nutrito ha una riproduzione cellulare continua. Ma quando l’organismo percepisce un calo di rifornimenti, attiva una serie di geni che riparano cellule, tessuti e fibre nervose, rallentando l’invecchiamento.Tutto ciò avviene già durante la notte, quando riposiamo, ma per rendere ancora più efficace questo meccanismo, ogni tanto è utile fare in modo che duri un po’ di più, almeno 14 ore, come si spiega in due studi del 2006 e del 2008, pubblicati sulla rivista scientifica Ageing research reviews. Naturalmente, stiamo parlando di un digiuno breve, che non ha il tempo di “frenare” il metabolismo» conclude il dottor Piccini.

«In questi termini, saltare la cena ogni tanto può essere efficace per favorire la depurazione e l’attività di ricostruzione e rigenerazione dell’organismo. Solo se non si ha fame, però» aggiunge il dottor Speciani. «Va bene, cioè, se a colazione e a pranzo è già stato introdotto ciò che serve per coprire i fabbisogni. Se ho appetito e non mangio, “costringo” l’organismo a vivere con meno di quello che gli occorre e invio al corpo un input che rallenta il metabolismo (quando il digiuno è sporadico, si tratta di un piccolo segnale, è vero, ma, a furia di insistere, nel tempo può avere risvolti più importanti)» dice il dottor Speciani.

Che al posto di un digiuno vero e proprio preferisce comunque una “cena”, anche se superleggera: «Di solito, più che saltare il pasto serale, consiglio di prendere un po’ di frutta, ricca di tutto ciò che serve al corpo per rigenerarsi (ovvero acqua, fibra minerali vitamine e antiossidanti). Certo, nel mondo occidentale siamo ipernutriti, mandiamo giù tante porcherie. E in quest’ottica il digiuno ogni tanto non può che farci bene. Ma se ci alimentassimo correttamente, puntando cioè su cibi “puliti” e semplici, non ne avremmo nemmeno bisogno» conclude Speciani.

Come dobbiamo regolarci quando affrontiamo periodi ricchi di occasioni per trasgredire senza ritrovarci con i soliti 2 chili di troppo? «Cominciamo con il prendere atto che i giorni di festa “veri” sono solo 3: vigilia, Natale e Capodanno, non 15. Sgarrate pure, quindi, ma poi riprendete a mangiare normalmente» consiglia Luca Speciani.

«Occhio anche alla quantità di cibo che mettete nel carrello: comprate solo quello che vi occorre per i pranzi “ufficiali”. Eviterete di ritrovarvi con una sfilza di merendine da “finire” a colazione, cosa che non è per niente wellness. Dopo i pasti ricchi, poi, resistete alla tentazione di sonnecchiare sul divano e cercate piuttosto di fare movimento il prima possibile. Anche una semplice passeggiata aiuta a “svuotare” il sangue dallo zucchero in eccesso. Infine, bevete, bevete tanto: acqua e tisane senza zucchero vi aiuteranno a eliminare le tossine» conclude l’esperto.

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