La gratitudine e la saggezza del cuore sono il segreto della felicità

Imparare la gratitudine e la saggezza vuol dire avere mente e cuore in salute: questo è il segreto della felicità. La meditazione, secondo il buddismo, è una strategia per imparare la saggezza del cuore

Come imparare la saggezza del cuore

Basterebbe prendere fiducia nella nostra profonda capacità di gentilezza per scoprire che il cuore è un organo potente, saggio, in grado di influenzare profondamente ciò che siamo e i nostri rapporti con gli altri. È questo il messaggio forte del buddismo: non si nasce buoni o cattivi ma tutti noi, in qualunque momento della vita, possiamo sviluppare e potenziare questa o quella virtù.

La meditazione spirituale: cinque tecniche

Ecco cinque tecniche di meditazione spirituale per raggiungere quella felicità che solo un cuore saggio sa regalare: guardare indietro per vedere davanti. Trovare quello slancio che ti fa spiccare il volo.

Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ci è riuscito e, per i venticinque anni della sua carriera, lo ha raccontato nel libro Gratitude (Einaudi). Un’autobiografia da cui emerge l’entusiasmo e l’amore per la vita, che gli ha regalato così tanto.

«Se provi gratitudine riesci ad apprezzare tutto ciò che hai vissuto fino a oggi, piccoli miracoli e coincidenze inspiegabili che ti fanno pensare al domani con fiducia anziché con ansia» spiega il coach e ricercatore Fabio Marchesi, che ha creato la tecnica del Campo GIA (Gratitudine incondizionata anticipata) e la descrive nei suoi libri Grazie (Bis) e Entusiasmologia (Tecniche Nuove).

1. Allenati a ringraziare

Bisogna sentire la gratitudine in anticipo, nell’invisibile, in ciò che non è ancora accaduto: in questo modo attirerai eventi positivi.

«La tecnica è semplice» spiega Marchesi. «Basta pronunciare la parola “grazie”, a ritmo costante, come un esercizio e senza legarlo a fatti particolari: per cinque minuti ogni mattina appena sveglia e ogni sera prima di dormire». Funziona, assicura l’esperto. E, se aggiungi un sorriso, meglio ancora.

2. Accogli nel tuo cuore la gioia di chi ti circonda

Essere felici quando a qualcuno, fosse anche il tuo peggior nemico, è capitato qualcosa di bello.

«Nel buddismo la gioia compartecipe è il miglior antidoto per invidia e gelosia» spiega Massimo Gusmano, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Mindfulness Project di Milano. «Questo sentimento dissipa la pesantezza del cuore, quella che avvelena le giornate e i rapporti con gli altri».

Come arrivarci? Prova con questa meditazione.

Chiudi gli occhi e rilassati. Pensa alle persone che, nella vita, ti vogliono bene. Formano un cerchio d’amore e tu sei al centro. Godi dell’affetto e calore che vi lega, e che ti fa sentire felicemente parte di una famiglia. Ora crea un altro cerchio d’amore, come fa un sasso nello stagno, e includi poco alla volta i conoscenti e poi la gente con cui non vai d’accordo. Sono alla periferia del tuo cuore ma poco alla volta, mettendo a fuoco le loro fragilità e i loro aspetti positivi, riuscirai ad accoglierli nel tuo cuore saggio.

3. Cerca il distacco dalle emozioni negative

Non sopporti qualcuno: cosa fare per non soccombere a questo sentimento di insofferenza?

«Nella psicologia buddista gli stati d’animo che ci coinvolgono nel profondo vengono chiamati emozioni distruttive» dice lo psicoterapeuta. «Per la nostra serenità è importante invece cercare un certo distacco, il che non significa indifferenza!».

Per sviluppare questa qualità prova la meditazione della montagna.

Siedi nella posizione del loto e porta l’attenzione al respiro. Osserva come l’aria entra ed esce dal tuo corpo, senza sforzarti. Rallentando il ritmo anche la mente si calmerà.
Davanti a te vedi una montagna: la cima è coperta di neve, intorno soffia il vento. Ogni monte è unico e anche tu sei così, con la testa in cielo e la base a terra. Le nubi, pensieri ed emozioni, ti circondano, cade la pioggia, ma tu resti stabile e tranquilla. Arriva un raggio di sole e ti illumina e ti dà una calma energia che ti permetterà di prendere le decisioni migliori.

4. Sii gentile con te stessa

La mia religione è la gentilezza, è solito dire il Dalai Lama. Gentilezza verso gli altri ma prima di tutto verso se stessi, perché nel buddismo tutto parte dall’individuo.

«Se abbiamo cura di noi diventiamo anche più tolleranti con il prossimo» spiega Massimo Gusmano. «Invece spesso non facciamo altro che autodenigrarci e queste voci interiori, in cui risuona il giudizio dei genitori, fanno crescere rabbia e frustrazioni che poi riversiamo sugli altri».

La via della gentilezza fa crescere la consapevolezza ed è la risposta intelligente e amorevole ai problemi di relazione.

Prova a ripeterti questa famosa preghiera buddista, chiamata “metta”. «Che tutti gli esseri possano vivere felici e sicuri: tutti, chiunque essi siano, forti o deboli, grandi o possenti, alti, medi o bassi, visibili e non visibili, vicini e lontani,  nati e non nati. Che tutti gli esseri possano vivere felici!».

5. Cerca la pace dentro te stessa

Amare gli altri in modo partecipativo non è automatico. Indispensabile, per raggiungere quest’empatia, è sciogliere prima i propri timori e le paure.

Un biologo francese, Matthieu Ricard, trent’anni fa ha lasciato tutto per diventare monaco buddista in Nepal e oggi è considerato l’uomo più felice del mondo. Grazie alla meditazione, il suo cervello (secondo un test condotto all’Università del Wisconsin) ha raggiunto i più alti livelli di calma e soddisfazione. Ricard sostiene che il primo passo per raggiungere questo risultato è cercare la pace dentro se stessi.

Per aiutarti, prova la tecnica suggerita da Maria Beatrice Toro, psicoterapeuta e docente di psicoterapia all’Università LUMSA di Roma.

Siediti rilassata, chiudi gli occhi e immagina di avere di fronte la persona verso cui provi delle difficoltà. Visualizza il problema come se fosse un nodo sospeso fra voi. Dai un nome a questo nodo (per esempio rancore, paura) e fallo parlare. Sentirai delle emozioni, ma non perdere il controllo, respira con calma mentre osservi il nodo sciogliersi, liberandoti da ogni pensiero negativo.

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