Dermatologi: le ztl fanno bene alla pelle

  • 12 06 2012

Dopo l’introduzione delle aree urbane vietate al traffico la pelle di un cittadino su due ha tratto beneficio dal calo di smog e inquinamento. Come spiega una ricerca

I dermatologi promuovono a pieni voti le aree c e le ztl dei comuni italiani. L’inquinamento è infatti uno dei maggiori fattori di deterioramento della pelle e di indebolimento della cute soprattutto per chi vive e si sposta nei centri delle grandi aree metropolitane del nostro paese. Non a caso pedoni, ciclisti e motociclisti sono tra i più esposti a patologie e infiammazioni dermatologiche.
Pertanto le zone no-traffic, sia quelle introdotte da tempo sia quelle più recenti come la tanto discussa Area C di Milano, non sono soltanto un mezzo per sveltire il traffico e regolare gli accessi ai centri cittadini… ma, oltre a rappresentare una tutela generale per la salute dei residenti, nello specifico svolgono un’efficace azione preventiva nella difesa della pelle dagli attacchi di agenti esterni presenti nell’atmosfera.

C’è quindi una diffusa sensazione che le “Zone a Traffico Limitato” tutelino anche il benessere dei cittadini, fatto che sembra corrispondere al vero, come sostengono alcuni dati relativi ai benefici derivanti dalla chiusura al traffico. Ben il 35% dei residenti di queste aree, più di uno su tre, ha infatti dichiarato di soffrire meno di problemi alla pelle dopo la loro introduzione. Lo afferma una nuova ricerca promossa su un campione di 5 mila cittadini italiani residenti nelle ztl, grazie alla collaborazione di oltre 100 dermatologi sparsi nelle aree c presenti in tutto il territorio nazionale, da “IHRF, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli” presieduta dal Prof. Fabio Rinaldi, dermatologo a Milano.

Fenomeni di sensibilizzazioni in diminuzione

Secondo lo studio condotto dall’IHRF, fondazione di ricerca per la patologia sui capelli, la diminuzione o attenuazione di fenomeni di sensibilizzazione,  dermatiti, arrossamenti e irritazioni della pelle tra i residenti in  quelle aree soggetti a tali patologie è riscontrata nel 33% dei casi  monitorati. Una percentuale dell’18% afferma che i fenomeni sono  addirittura scomparsi del tutto. Pertanto un complessivo 51% dei  cittadini, uno su due, conferma di aver riscontrato un benefico nesso di  causa ed effetto dal momento in cui la sua residenza è stata inclusa in  un’area chiusa o limitata al traffico.

Inoltre un 23% ha riscontrato una miglior efficacia dei prodotti medici e dei farmaci utilizzati per combattere le patologie della pelle cui sono soggetti.

È molto interessante rilevare come la maggior parte (52%) dei soggetti contattati (sia maschi che femmine) soffra o abbia recentemente sofferto di almeno una forma di dermatite, desquamazione o forma di sensibilizzazione della pelle. Nella maggior parte dei casi (61%) queste persone hanno disturbi dovuti ad un’alterazione del film idrolipidico, la naturale barriera di acqua e sebo che difende la pelle, cosa che li rende esposti a patologie più o meno gravi e sovente causa la perdita di luminosità della pelle, e un aspetto più stanco e malato del viso, la cosiddetta smog-face.

Secondo il Prof. Rinaldi “i dati confermano come  l’introduzione delle ZTL in Italia e, più recentemente, dell’ Area C a  Milano influiscano positivamente sull’incidenza delle patologie della pelle aiutando sia i pazienti che i medici nella prevenzione e nella cura. Non v’è dubbio che in presenza di eccesso di smog la pelle diventi più sensibile. È provato da recenti studi che dove l’inquinamento è inferiore le patologie e sensibilizzazioni della pelle sono minori”.

Quali sono in generale i maggiori benefici per la salute che i cittadini attribuiscono all’introduzione delle “aree c” nelle nostre città?
Il 39% parla esplicitamente di sensazione di maggior respirabilità, il 28% di benefici per la pelle e i capelli, il 18% apprezza la diminuzione del rumore urbano, il 12% la possibilità di muoversi maggiormente, fare sport (running o bici i preferiti) o passeggiate.

A livello psicologico il 60% degli intervistati indica un miglioramento delle condizioni di vivibilità mentre un 30% non ha notato sostanziali modifiche del proprio stile di vita, mente un residuo 10% afferma invece che viveva meglio prima delle introduzioni delle zone controllate.

Ma quali sono le indicazioni mediche e le soluzioni che si traggono dai risultati della ricerca?
Rinaldi spiega, “abbiamo addirittura individuato una precisa malattia che è definita “scalpo sensibile”. L’esposizione all’inquinamento crea una tale irritazione che la pelle diventa più sensibile e talvolta il cuoio capelluto è talmente irritato che l’evolversi della patologia porta alla caduta dei capelli. Tutto ciò si previene con lavaggi super frequenti utilizzando shampoo detergenti, anche a base di amminoacidi, o soluzioni che possano lenire le irritazioni. Nel momento in cui il prurito è troppo forte e la sensibilità è accentuata è opportuno rivolgersi a uno specialista”.

Insomma, d’ora in poi non è così azzardato affermare che la riduzione dello smog e del pericoloso traffico nei centri metropolitani concorrano davvero, non solo metaforicamente e per vie differenti, a “salvare la pelle” dei cittadini.

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