Il linguaggio dell’eros

I consigli dell'esperta per imparare a comunicare in camera da letto: dal raccontare le proprie fantasie erotiche a come affrontare alcune problematiche con il partner

Nonostante parlare di sesso con le amiche a volte sia fin troppo facile, spesso con il partner non lo è altrettanto, soprattutto quando si tratta di esprimere i propri desideri o di affrontare qualche problematica per migliorare la vita sessuale della coppia.

Per questo abbiamo chiesto alla sessuologa Barbara Florenzano, qualche consiglio su come sfruttare il potere delle parole a favore dell’eros e della sessualità.

«Per prima cosa – spiega la Florenzano – bisogna distinguere diverse fasi del rapporto di coppia, che hanno bisogno di differenti tipi di linguaggio».

Fase 1: conoscersi, esplorarsi, amarsi

«La fase iniziale è un’esplorazione, è un momento di osservazione, di ricerca, ma anche di gioco: per scoprire ciascuno le proprie carte e cosa piace al partner, per imparare a conoscersi e a trovare la giusta sintonia tra le lenzuola. Certo, lui ci può insegnare qualcosa di nuovo su noi stesse e sul nostro piacere, e noi possiamo fare altrettanto, ma dobbiamo anche dare tempo al partner e all’intimità di crescere, di perfezionarsi: non dobbiamo volere tutto e subito né pretendere che il sesso sia perfetto fin dal primo incontro».

«In questa fase quindi è meglio evitare di chiedere esplicitamente al partner di fare questo o quello, e concentrarsi invece sulla pratica e sull’esplorazione, senza dare per scontato nulla -prosegue la sessuologa – Per trovare il giusto feeling erotico e scoprire i suoi gusti bisogna mettersi in ascolto, sia nel senso stretto del termine, ascoltando come lui dimostra (vocalmente o attraverso il linguaggio del corpo) il suo piacere, sia mettersi in ascolto di sé stesse, delle proprie sensazioni, dei propri desideri e del proprio piacere. In questo modo si costruisce un’intimità in cui potrai sentirti libera di raccontargli le tue fantasie e fargli delle richieste esplicite».

Fase 2: costruire la sessualità della coppia

«La seconda fase (che si potrebbe definire di “assestamento”) invece è importante per definire quella che sarà la sessualità della coppia. Quindi è fondamentale che, se ci sono delle preferenze e delle fantasie, queste vengano dichiarate in modo esplicito, così come le difficoltà, che vanno affrontate per evitare che si trascinino nel tempo e diventino veri e propri ostacoli all’intimità».

«Di solito è in questa fase che emergono la paura di essere giudicate, di essere troppo aggressive e di ferire lui, di sembrare troppo esperte o troppo esigenti. E poi c’è una certa riservatezza che spesso porta a non esprimere preferenze e necessità. Ma fare anche solo un piccolo sforzo per esprimersi potrà cambiare positivamente le abitudini sessuali e dare grande soddisfazione. In altre parole, si tratta di allenarsi ad essere trasparenti, con sé stesse e con il partner. Quando capiamo che il piacere è un diritto, quando si capisce questo, cadono molti limiti».

– Raccontare i propri giusti e le proprie fantasie

«Per vincere la paura di confessare le proprie fantasie sessuali, meglio procedere in modo graduale, rivelandone a poco a poco i dettagli – molto intrigante! – o magari parlarne mentre fate l’amore. Gli uomini sono piuttosto stimolati e aperti dalle fantasie femminili, quindi con tutta probabilità gli farà solo piacere che tu sia così sincera con lui».

«La lettura del pensiero non esiste! Se non gli fai capire cosa e come ti piace, non potrai pretendere che lui lo capisca. Quindi: prendi l’iniziativa! Fagli vedere con i gesti, come si fa, cosa vuoi fare. Organizza tu una serata come la vorresti, inizia tu con i preliminari, chiedigli tu di continuare, inizia tu a fargli un massaggio. chiedigli di variare ritmo e profondità per trovare la penetrazione più piacevole, magari stando sopra di lui, per fargli capire, guidando tu, con i tuoi movimenti come vorresti che facesse anche lui».

«Un’altra strategia può essere quella di comunicare come comunica lui: usa le sue stesse parole, gli stessi gesti che usa lui per farti capire che gli sta piacendo. E se non ti piace, se c’è qualcosa che ti dà fastidio o non ti piace, chiedigli di fermarsi! Non sei obbligata a fare sesso come non ti piace. Se invece non sai cosa chiedere perché non sai cosa ti piace, prenditi del tempo per te per esplorarti, magari con un toy o con l’autoerotismo, oppure lasciati guidare da lui, se hai più esperienza: troverai quello che fa per te».

– Se c’è un problema ma hai paura di affrontarlo per non ferirlo

«Il silenzio non paga mai, è logorante, e tacere ciò che fa soffrire porta sempre a sofferenze maggiori. Quindi, parlatene. Per farlo nel modo giusto però bisogna capire che tipo di comunicazione è più adatta per il tipo di uomo».

Se è presuntuoso/permaloso: evitate di usare il TU e il NON, ad es. “Tu  non mi sai eccitare” diventa “Tesoro ho un problema”…

Se è insicuro: rassicurarlo prima di tutto! Le critiche dovranno essere graduali, centellinatele e introdotte da grandi lodi: “Sai è davvero fantastico! Ecco, se proprio c’è qualcosa che potrebbe migliorare”…

Se è tranquillo/pacato: è una di quelle persone che spesso ha bisogno di un certo scossone: se vi lamentate “a bassa voce” penserà che, in fondo, non è una cosa tanto importante, che si può tirare avanti così e non ci  saranno conseguenze nefaste….non è sempre vero che con la dolcezza si ottiene tutto…

Se è direttivo: è abituato a comandare, a prendere l’iniziativa, magari è proprio uno di quelli che nel  momento in cui riceve una richiesta per dispetto fa l’esatto contrario, perché in quel momento conta più la competizione che tutto il resto. Con lui la dolcezza e la morbidezza sono la chiave, siate accoglienti. E se non funziona neanche questo, legatelo (in modo soft) e fategli vedere cosa volete e come!

Fase 3: comunicare il desiderio, e tenerlo vivo!

«A questo punto, non bisogna altro che nutrire la sessualità della coppia: il modo migliore per farlo è comunicare i propri desideri, e cercare di realizzarli. E anche se il partner è quello di sempre e sembra di non avere più segreti per lui, la chiave è riscoprire anche il gusto di mostrarsi, di farsi conoscere, di osare…
Ad esempio, comunicando in modo allegro le proprie scoperte (sì, se ne fanno sempre!), le proprie voglie. Un messaggio osé, o parlarne anche fuori dal letto, magari durante una cena o in un’occasione in cui non si può fare l’amore subito può essere molto stuzzicante e sarà un ottimo preliminare!».

«Per quanto riguarda il linguaggio, si può essere più o meno ammiccanti, giocando tra un velato pudore e l’essere assolutamente esplicite: una volta superata la paura di raccontarsi intimamente infatti possiamo scegliere come comportarci invece di essere costrette dai propri timori a un certo “vorrei ma non oso”… E poi c’è la strategia femminile per eccellenza, l’allusione casuale: in pratica, facendola sembrare una semplice coincidenza, gli suggerisci cosa fare (sembrerà quasi una sua idea!), ad esempio facendogli trovare un libro erotico per casa, aperto proprio alla pagina dove si racconta quella certa fantasia…».

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