Tutti a correre. Senza farsi male

Il running è la nuova passione degli italiani e per il cuore è una vera medicina. Chi esagera, però, rischia dolori e infortuni. E deve fermarsi al momento giusto

Le giornate che si allungano, l’aria che si intiepidisce, l’estate che non sembra più così lontana. Marzo è un momento ideale per chi, con un piccolo atto di coraggio, magari dopo anni di vita sedentaria, decide di fare il grande passo. E si dice: «Oggi vado a correre!». I vantaggi sulla salute sono sorprendenti. Primo fra tutti: il rischio arteriosclerosi e quello infarto che si riducono. «Chi comincia, però, deve farlo con gradualità. Tendini, muscoli e articolazioni degli arti inferiori vengono sottoposti a uno sforzo importante» spiega il dottor Sergio Migliorini, medical contributor della rivista specializzata Runner’s world Italia e coautore di La corsa: come affrontare gli infortuni (Edizioni correre). È importante alternare i giorni in cui si va a correre a quelli di riposo. E ascoltare i segnali di crisi mandati dall’organismo: dicono che bisogna fermarsi per un po’ o che qualcosa nel modo di correre va cambiato.  Ecco i consigli del medico per affrontare dolori e imprevisti.

Cinque regole per cominciare bene:

1 – Sottoporsi  a una visita medica e a un elettrocardiogramma.

2 – Mai correre “sul dolore“. Quando articolazioni e tendini sono infiammati, gli allenamenti vanno interrotti. Si può invece nuotare o andare in bici.

3 – Evitare i terreni sconnessi, in campagna ma anche nel parco dietro casa.

4 – Fare sempre gli esercizi di stretching, soprattutto per allungare la muscolatura del polpaccio.

5 – Cambiare le scarpe ogni 700 chilometri (o una volta ogni sei mesi se si corre tre volte alla settimana).

Che fitta al ginocchio!

Mentre si corre si sente un dolore acuto nella parte esterna del ginocchio e il male è tale che costringe a fermarsi. A scatenarlo può essere l’infiammazione del tendine chiamata “sindrome bandeletta“: colpisce soprattutto chi va piano perché la corsa lenta determina uno sfregamento accentuato di un tendine piatto e largo, la cosiddetta bandeletta ileo tibiale, contro il condilo femorale esterno, una parte di osso.

Cosa fare: se una volta tornati a casa il dolore non passa si può applicare la borsa del ghiaccio. Ma se il problema si ripresenta serve la visita di un medico dello sport o di un ortopedico specializzato in traumatologia sportiva.

Quel fastidio sotto il tallone

Il dolore inizia gradualmente quando si comincia a correre e anche se non costringe a fermarsi è molto fastidioso. Oppure si fa sentire la mattina, quando si appoggia il piede scendendo dal letto. Possono essere i primi segnali di una “fascite plantare“, infiammazione della fascia plantare che corre sotto il piede.

Cosa fare: un check up delle scarpe. Non basta sceglierle da running. Devono essere quelle più adatte all’andatura, al peso e al modo di appoggiare il piede. Per comperarle bisogna farsi consigliare nei negozi specializzati. Così si evita che alcune parti del corpo come il tallone vengano troppo sollecitate.

Pochi minuti e poi passa

Quando si inizia a correre, il male al calcagno fa vedere le stelle. Dopo qualche minuto, però, sembra tutto passato. La spiegazione è semplice: se l’infiammazione del tendine d’achille, quello che si unisce al calcagno, è agli inizi, basta che i muscoli si scaldino e che il tendine raggiunga una buona elasticità per non avvertire più dolore. Ma trascurare il problema non farebbe che peggiorarlo.

Cosa fare: mettersi a riposo e sottoporsi a un controllo dallo specialista. Intanto evitare ogni sport che preveda salti, come tennis, aerobica o basket. Il tendine d’achille, al contrario di altri, è a rischio di rottura e questi movimenti sono particolarmente a rischio.

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